Aggressione fascista alla Jugoslavia
un video di Alessandra Kersevan per ricordare l’infamia del 6 aprile 1941, preludio a stragi che ancor oggi l’Italia vuole cancellare dalla memoria storica
qui il video: https://youtu.be/3vk3wCRycnE
In “bottega” cfr anche Crimini fascisti in Jugoslavia ma anche I crimini (resi invisibili) dei fascisti italiani: intervista a… (… Michael Palumbo, autore del libro “L’olocausto rimosso” mandato al macero dall’editore Rizzoli, e i testi per il documentario “Fascist Legacy” prodotto dalla Bbc e comprato dalla Rai per NON trasmetterlo)
Devastazioni prodotte dall’esercito italiano. Un’immagine proveniente dal Museo nazionale di storia contemporanea della Slovenia
LA MOSTRA «A FERRO E FUOCO»
La mostra virtuale «A ferro e fuoco» racconta l’occupazione italiana della Jugoslavia tra il 1941 e il 1943 grazie a 200 immagini, 25 testimonianze d’epoca e 81 interviste ai maggiori studiosi dell’argomento: Giancarlo Bertuzzi, Giulia Caccamo, Štefan Cok, Marco Cuzzi, Costantino Di Sante, Filippo Focardi, Eric Gobetti, Federico Goddi, Brunello Mantelli, Luciano Monzali, Jože Pirjevec, Guido Rumici, Nevenka Troha, Anna Maria Vinci. Il progetto è stato curato dallo storico Raoul Pupo. Realizzata dall’Istituto Parri, dall’Istituto regionale per la storia della Resistenza del Fvg e dal Dipartimento di scienze politiche dell’Università di Trieste, la mostra è visitabile su www.occupazioneitalianajugoslavia41-43.it.
MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.
Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.
La redazione – abbastanza ballerina – della bottega
Grazie, una nota preziosa, giusto per dare possibilita’ a tutti coloro che ne hanno voglia…..vicini e lontani ….a riflettere alle questioni drammatiche che hanno immediatamente preceduto i tragici eventi che in maniera esclusiva vengono riportati nel ” Giorno del Ricordo”.
Per ricordare altresi’ le vicende drammatiche che hanno portato allo spappolamento della federazione Jugoslavia….. ( Quanti in Occidente hanno avuto le mani in pasta per riprendersi anche la rivincita subita?), i complottisti in ombra guardano sempre con grande attenzione all’Est.
Il 6 aprile 2022, 81°ricorrenza dell’ invasione nazifascista della Jugoslavia, si proporrà l’istituzione della Giornata della vergogna. A Gorizia, in piazza Transalpina.
“E’ giusto,corretto e addirittura indispensabile istituire il 6 aprile come “Giornata della Vergogna”: una proposta per conoscere, ricordare, maturare consapevolezze e opporsi al revisionismo storico delle vicende dei confini orientali e al travisamento delle responsabilità del fascismo.”
Lo dichiara Serena Pellegrino che ripercorrendo i fatti drammatici e le atrocità commesse a partire dal il 6 aprile del 1941 e per i successivi 4 anni, quando gli eserciti tedesco e italiano iniziarono l’invasione della Jugoslavia, ribadisce l’importanza di non archiviare pagine oscure, e volutamente rese mute di responsabilità politiche e penali, della storia nazionale.
L’incontro organizzato a Gorizia – aperto al contributo e partecipazione dei cittadini – nella piazza Transalpina, simbolo di unione pacifica tra i popoli europei, intende avviare il percorso per il riconoscimento della “Giornata della vergogna”. “Un contributo di memorie – sottolinea Pellegrino – utile anche a orientare la riflessione sull’esigenza imperativa di costruire la pace senza armi e con prioritario obiettivo di proteggere la vita, i diritti e la dignità delle persone.”
ripreso da http://www.storiastoriepn.it/6-aprile-giornata-della-vergogna-si-parte-da-gorizia/
Eric Gobetti, su FB
7 aprile. Ancora una volta la nostra classe politica ha perso un’occasione per condannare i crimini italiani commessi dopo l’invasione di un paese neutrale, la Jugoslavia, il 6 aprile 1941. Nel frattempo però non si è fatta scappare l’opportunità di celebrare gli italiani invasori di un altro paese neutrale, l’Urss. Così, per legge dello Stato, i nostri alpini invasori diventano le vittime di “un feroce scontro tra le incalzanti truppe sovietiche e le forze residue dell’Asse”, dove “feroce” verrà senza dubbio attribuito ai sovietici e “residuo” ai nostri soldati (e chissà se qualcuno poi ricorderà che essere “dell’Asse” voleva dire contribuire alla Shoah e allo sterminio programmato di intere categorie umane?). Gioite camerati, dal prossimo anno il Giorno della Memoria dei crimini nazisti (27 gennaio) verrà ben contenuto in un pacchetto di crimini comunisti (Alpini in Urss il 26 gennaio e foibe il 10 febbraio) commessi da chi aveva subito le invasioni fasciste (di cui però sarà vietato parlare, come già succede ora con le foibe). Povera patria…
Ancora su memoria e suoi travisamenti, è sull’istituzione della giornata degli alpini, un intervento di Francesco Filippi:
Il 26 gennaio si ricorderà il sacrificio e la memoria delle truppe alpine.
Il 26 gennaio è Nikolajewka, la sconfitta con cui ebbe inizio la disastrosa ritirata di Russia.
Gli alpini, insieme a molti altri corpi del regio esercito, a invadere l’URSS ci andarono su ordine di Mussolini, che voleva partecipare ai progetti di aggressione hitleriani nella “guerra antibolscevica”. I tedeschi pare manco li volessero, gli italiani: impreparati, casinari, demotivati. Ma Benito insistette molto, ed ebbe la sua guerra.
Prima della ritirata del 1943 ci furono gli anni dell’occupazione dell’URSS da parte dell’Asse, dal giugno del 1941; anni in cui, nei territori sotto controllo nazifascista, prese il via l’operazione di “ripulitura” da ebrei e slavi delle terre destinate al Lebensraum nazista. Anni in cui ebbe inizio l’industrializzazione dello sterminio e l’applicazione della “soluzione finale” a milioni di ebrei che vivevano in Europa centrale.
A ben vedere, ogni giorno in cui i soldati italiani combatterono anche con eroismo sul fronte russo prima avanzando e poi ritirandosi, fu un giorno in più in cui i cancelli di Auschwitz rimasero chiusi sull’orrore.
Gli alpini sono una parte fondamentale della nostra società: il loro impegno e altruismo in tutti i momenti in cui il paese ha avuto bisogno di loro, catastrofi naturali, crisi, emergenze, sono encomiabili e a mio parere vanno celebrati.
Ma non attraverso un episodio che ricorda l’impegno fattivo degli italiani (“noi” italiani) nel sostenere in armi l’opera di morte dei fascismi europei. Non il giorno prima della giornata della Memoria.
Gli alpini meritano di più. La memoria italiana merita di più.
#memoriaresistente