Alberto Casillas, dissuasore

di Mauro Antonio Miglieruolo

Abbiamo letto in molti la lodevole iniziativa di Alberto Casillas, cameriere nella Cafeterìa Prada, il quale ha dissuaso alla polizia dall’entrare, manganelli alla mano, nel locale zeppo di passanti. In quegli stretti spazi, la gente pigiata all’inverosimile, l’irruzione avrebbe sicuramente provocato molti feriti e qualche vittima. Un massacro non dissimile a quello della Diaz.

In pochi però, purtroppo, abbiamo potuto sapere dei guai che l’iniziativa ha provocato al suo protagonista, il quale è stato multato dalla polizia per “alterazione dell’ordine pubblico”: esatto contrario di quel che à successo. Dal che è lecito dedurre che, per chi comanda, l’ordine pubblico è dato dal moltiplicarsi delle manganellate (unica elargizione sulla quale i governi – tutti – non lesinano), non dall’evitarle come è ingenua convinzione di tanti.

Ma così è, in effetti. Specialmente quando si tratta di punire i cittadini vittime esasperate della politica del torchiatore di turno. In questi casi il governo in carica non guarda in faccia nessuno. Non bada neppure alla salvaguardia della propria immagine, della quale solitamente ha parecchia cura. Se c’è da menare, si mena: giù la maschera e botte da orbi. Poco male. Un Casini o un Bersani della situazione che giustifichino o minimizzino, lo si può sempre trovare. Il restauro è assicurato.

Acclarate le miserie da doverosamente acclarare, resta da interrogarsi sull’esistenza di eventuali altri insegnamenti che possono essere tratti combinando l’esemplare coraggio di Casillas, alla poco edificante reazione della polizia spagnola.

Perché questa ultima dovrebbe avvertire la necessità di operare una ritorsione contro chi l’ha aiutata a non rendere del tutto ridicola la faticosa descrizione che di essa gli ideologi moderati costantemente propongono (le “forze dell’ordine”), dimostrando ancora una volta di operare invece, quando si tratta di manifestazioni democratiche, quale “forza del disordine”? E soprattutto perché il governo non si è affrettato a intervenire per ringraziare e indicare Casillas quale esempio da imitare? Perché questa autodenuncia esplicita dell’irritazione di polizia e governo che sembrerebbe essere il risultato del bel gesto?

Ormai è accertato (non lo vede solo chi non lo vuol vedere) che, qualunque siano le apparenti responsabilità degli eventuali disordini che possono verificarsi durante le manifestazioni, salvo gli interventi estemporanei di strani soggetti quali i black-block (che nome curioso), se la polizia non vuole incidenti, in quanto ha ricevuto ordini positivi in merito, stranamente questi non si verificano, o hanno una carattere molto contenuto. Si lascia sfogare chi si vuol sfogare, non si pongono paletti, non si minaccia nessuno, non vi sono sfide, né tabù o divieti assoluti. L’unico “assoluto” è che non si ecceda. Quando invece ai signori che guidano i destini della nazione conviene che nel corso della manifestazioni accada qualcosa sulla quale far partire il solito can-can contro l’eversione, il turbamento dell’ordine pubblico, il tranquillo svolgimento della vita cittadina, il traffico in tilt ecc. è sicuro che qualcosa di grave succederà (esempio: Genova 2001).

Non è forse che il governo spagnolo voleva il massacro degli inermi nella Cafeterìa Prada con la medesima determinazione con cui il governo italiano ha cercato e prodotto i disordini di Genova 2001? ed è indispettito per non averlo avuto?

Casillas evita a Rajoy di incorrere nella stessa figuraccia internazionale nella quella è incorso il governo italiano e invece di ringraziamenti riceve multe (e chissà cos’altro). Se non è questa un’ammissione delle intenzioni di nuocere da parte del governo non so quale possa essere definita tale.

A meno che non si tratti di mero chiudersi a riccio nelle proprie prerogative. Una implicita dichiarazione di sovranità svincolata da ogni controllo democratico. Come dire: sbaglio quanto, quando e come mi pare e nessun principio o suggerimento di buon senso può essere legittimamente adoperato per frenarmi. Cioè, la rivendicazione della volontà d’arbitrio piuttosto che la vocazione a delinquere.

Ove così fosse, queste le alternative, non saprei proprio a quale santo appellarmi, quale male augurarmi che sia.

Anche perché ho il dubbio che sia impossibile separare l’una spiegazione dall’altra. Che l’approssimazione più vicina alla realtà risieda nella combinazione di ambedue. Nel qual caso non ci sarebbe altra speranza che la più ampia unità delle masse indignate.

Il che è molto più e meglio del pur lodevole movimento degli indignados.

Redazione
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Un commento

  • Vorrei aggiungere che Casillas non è stato solo multato. I fasciopoliziotti sono tornati quando le telecamere non c’erano, e l’hanno pestato. Ho pubblicato le foto su FB… per completezza.

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