Un ricordo personale di Samuel Ruiz

Pubblichiamo con piacere un ricordo di Don Samuel Ruiz scritto da Aldo Zanchetta e tratto da http://www.kanankil.it/. Questo sito ospita riflessioni sulla realtà sociale e politica dell’America Latina e del mondo amerindio in particolare. Kanankil in lingua maya significa dialogo tra molti, quello che si propone di fare Aldo Zanchetta sia dando spazio alle analisi di intellettuali, economisti e studiosi del continente in maniera critica e originale (dal buen vivir ai movimenti sociali e molto altro passando per Ivan Ilich), sia tramite il suo Mininotiziario America Latina dal basso, uno strumento utilissimo che ci aiuta nella comprensione delle dinamiche latinoamericane, interpretate sempre dal punto di vista delle comunità indigene e dei movimenti e non da quello occidentale, che spesso vorrebbe imporre la propria visione della realtà senza tener conto della complessità del mondo sudamericano e amerindio in particolare. Buona lettura.

La lettera, che troverete in calce, è il saluto della “comandancia” dell’Esercito
Zapatista di Liberazione Nazionale a Samuel Ruiz. Una lettera da meditare,
da molti punti di vista.

Ho molti ricordi personali, fra questi la sua omelia quando celebrò il
funerale di mio figlio Moreno. Ma non di questo ovviamente voglio parlare.

Una volta un suo stretto collaboratore ecclesiastico mi disse: in 35 anni
(allora erano 35) di esercizio pastorale una sola volta ci ha detto (alla
sua equipe pastorale): “come vescovo, questa volta vi chiedo di fare come ho
detto”. Quando il potere è servizio, condivisione e rispetto.

Un’altra volta a Città del Messico ero presente a una grande riunione
patrocinata dal sindacato elettricisti, in un teatro cittadino, per
costituire un fronte sociale contro le privatizzazioni e altri “misfatti”
governativi.

A un certo punto da una delle porte laterali basse dell’anfiteatro entrò Don
Samuel, in borghese, come sempre quando non era in celebrazione liturgica.
Per la cronaca vestiva in maniera assai casual: non aveva il dono del gusto
del ben vestire, come potrete vedere nella foto allegata !

Immediatamente il presidente dell’assemblea interruppe l’oratore e annunciò:
“salutiamo l’ingresso del compagno Samuel Ruiz”. Il quale, senza battere
ciglio, alzò la mano in segno di saluto, andò a sedersi fra il pubblico
mentre veniva giù il teatro fra gli applausi. L’umiltà e la semplicità erano
un’altra costante.

E’ sempre stato un instancabile tessitore di pace, di relazioni sociali fra
gruppi e movimenti diversi. Sempre pacato e pronto alla battuta di spirito.
Quando con l’amico Bugliani gli dicemmo che stavamo redigendo un libro su di
lui per conto di un editore italiano, egli, accettando l’intervista
richiestagli, ci esortò a non insistere sulla sua persona ma sui processi
sociali in cui era coinvolto.

La sua azione di pace non si confondeva col pacifismo. Pace, diceva,
significa risolvere le ragioni del conflitto, non occultarle. E per
risolverle, diceva, talora è necessario passare attraverso altri conflitti.

Ciao Tatic !

EZLN saluta don Samuel Ruiz.
COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO-COMANDO GENERALE
DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Al Popolo Del Messico:

Il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’Esercito
Zapatista di Liberazione Nazionale esprime il suo cordoglio per la morte del
Vescovo Emerito Don Samuel Ruiz García.

Nell’EZLN militano persone di diversi credi religiosi e non credenti, ma la
statura umana di questo uomo (e di chi, come lui, cammina dalla parte degli
oppressi, degli sfruttati, dei disprezzati) ci induce ad esprimere la nostra
parola.

Anche se non sono state poche né superficiali le differenze, i disaccordi e
le distanze, oggi vogliamo rimarcare l’impegno ed il percorso che non sono
solo di un individuo, bensì di tutta una corrente all’interno della Chiesa
Cattolica.

Don Samuel Ruiz García non si è distinto solo per un cattolicesimo praticato
tra e con i diseredati, con la sua squadra ha formato anche una generazione
di cristiani impegnati in questa pratica della religione cattolica. Non solo
si è preoccupato per la grave situazione di miseria ed emarginazione dei
popoli originari del Chiapas, ma ha anche lavorato, insieme all’eroica
squadra pastorale, per migliorare quelle condizioni di vita e morte.

Quello che i governi di proposito hanno dimenticato per coltivare la morte,
si è fatto memoria di vita nella diocesi da San Cristóbal de Las Casas.

Don Samuel Ruiz García e la sua squadra non solo si sono impegnati per
raggiungere la pace con giustizia e dignità per gli indigeni del Chiapas, ma
hanno inoltre rischiato e rischiano la loro vita, libertà e beni in questo
cammino ostacolato dalla superbia del potere politico.

Già da molto prima della nostra sollevazione del 1994, la Diocesi di San
Cristóbal ha subito la persecuzione, gli attacchi e le calunnie dell’Esercito
Federale e dei governi statali di turno.

Almeno da Juan Sabines Gutiérrez (ricordato per il massacro di Wolonchan nel
1980) e passando per il Generale Absalón Castellanos Domínguez, Patrocinio
González Garrido, Elmar Setzer M., Eduardo Robledo Rincón, Julio César Ruiz
Ferro (uno degli autori del massacro di Acteal nel 1997) e Roberto Albores
Guillén (già noto come “el croquetas”), i governatori del Chiapas hanno
perseguitato chi nella diocesi di San Cristóbal si opponeva ai loro massacri
ed alla gestione dello Stato come fosse una tenuta porfirista.

Dal 1994, durante il suo lavoro nella Commissione Nazionale di
Intermediazione (CONAI) in compagnia delle donne e degli uomini che
formavano quell’istanza di pace, Don Samuel ricevette pressioni, vessazioni
e minacce, compreso attentati contro la sua vita da parte del gruppo
paramilitare mal chiamato “Paz y Justicia”.

E come presidente della CONAI Don Samuel, nel febbraio del 1995, subì anche
una minaccia di arresto.

Ernesto Zedillo Ponce de León, come parte di una strategia di distrazione
(tale e quale come ora) per occultare la grave crisi economica nella quale
lui e Carlos Salinas de Gortari avevano sprofondato il paese, riattivò la
guerra contro le comunità indigene zapatiste.

Mentre lanciava una grande offensiva militare contro l’EZLN (peraltro
fallita), Zedillo attaccava la Commissione Nazionale di Intermediazione.

Ossessionato dall’idea di distruggere Don Samuel, l’allora presidente del
Messico, ed ora impiegato delle multinazionali, approfittò dell’alleanza
che, sotto la tutela di Carlos Salinas de Gortari e Diego Fernández de
Cevallos, si era stretta tra il PRI ed il PAN.

In quelle date, in una riunione con la cupola ecclesiale cattolica, l’allora
Procuratore Generale della Repubblica, il panista e fanatico dello
spiritismo e della stregoneria più volgare, Antonio Lozano Gracia, brandì di
fronte a Don Samuel Ruiz García un documento con il mandato di cattura nei
suoi confronti.

E si racconta che il procuratore laureato in Scienze Occulte fu affrontato
dagli altri vescovi, tra loro Norberto Rivera, chi si alzarono in difesa del
titolare della Diocesi di San Cristóbal.

L’alleanza PRI-PAN (alla quale si uniranno poi in Chiapas il PRD ed il PT)
contro la Chiesa Cattolica progressista non si è fermata lì. Dai governi
federale e statale si sono favoriti attacchi, calunnie ed attentati contro i
membri della Diocesi.

L’Esercito Federale non è rimasto indietro. Mentre finanziava, addestrava ed
equipaggiava i gruppi paramilitari, si diffondeva la tesi che la Diocesi
seminava la violenza.

La tesi di allora (e che oggi è ripetuta da idioti della sinistra da
scrivania) era che la Diocesi aveva formato le basi ed i quadri della
direzione dell’EZLN.

Un segno dell’ampia dimostrazione di questi argomenti ridicoli si ebbe
quando un generale mostrò un libro come prova del legame tra la Diocesi ed i
“trasgressori della legge”.

Il titolo del libro incriminante è “Il Vangelo secondo Marco”.

Oggigiorno quegli attacchi non sono cessati.

Il Centro dei Diritti Umani “Fray Bartolomé de Las Casas” riceve
continuamente minacce e persecuzioni.

Oltre ad essere stato fondato da Don Samuel Ruiz García e di essere di
ispirazione cristiana, il “Frayba” ha come “aggravante” il credere nell’Integrità
ed Indivisibilità dei Diritti Umani, nel rispetto della diversità culturale
e nel diritto alla Libera Determinazione, nella giustizia integrale come
requisito per la pace, e nello sviluppo di una cultura del dialogo,
tolleranza e riconciliazione, nel rispetto della pluralità culturale e
religiosa.

Niente di più fastidioso di questi principi.

E questa molestia arriva fino al Vaticano, dove si opera per dividere in due
la diocesi di San Cristóbal de Las Casas, in modo da diluire l’opzione per,
tra e con i poveri, nel conformismo che lava le coscienze col denaro.
Approfittando del decesso di Don Samuel, si riattiva questo progetto di
controllo e divisione.

Perché là in alto sanno che l’opzione per i poveri non muore con Don Samuel.
Vive ed agisce in tutto quel settore dalla Chiesa Cattolica che ha deciso di
essere coerente con quello che predica.

Nel frattempo, la squadra pastorale, e specialmente i diaconi, ministri e
catechisti (indigeni cattolici delle comunità) subiscono le calunnie, gli
insulti e gli attacchi dei neo-amanti della guerra. Il Potere rimpiange i
suoi giorni di dominio e vede nel lavoro della Diocesi un ostacolo al
ripristino del suo regime di forca e coltello.

La grottesca sfilata di personaggi della vita politica locale e nazionale
davanti al feretro di Don Samuel non è per onorarlo, ma per verificare, con
sollievo, che è morto; ed i mezzi di comunicazione locali esprimono falso
cordoglio ma in realtà festeggiano.

Al di sopra di tutti gli attacchi e cospirazioni ecclesiali, Don Samuel Ruiz
García e le/i cristian@ come lui, hanno avuto, hanno ed avranno un posto
speciale nel cuore scuro delle comunità indigene zapatiste.

Ora che è di moda condannare tutta la Chiesa Cattolica per i crimini, gli
eccessi, le commistioni ed omissioni di alcuni dei suoi prelati.

Ora che il settore che si autodefinisce “progressista” si sollazza a si fa
scherno della Chiesa Cattolica tutta.

Ora che si incoraggia a vedere in ogni sacerdote un pederasta potenziale o
attivo.

Ora sarebbe bene tornare a guardare in basso e trovare lì chi, come prima
Don Samuel, ha sfidato e sfida il Potere.

Perché qust@ cristiani credono fermamente che la giustizia deve regnare
anche in questo mondo.

E così lo vivono, e muoiono, in pensieri, parole ed opere.

Perché sebbene sia vero che nella Chiesa Cattolica ci sono i Marciales e gli
Onésimos, c’erano e ci sono anche i Roncos, Ernestos, Samueles, Arturos,
Raúles, Sergios, Bartolomés, Joeles, Heribertos, Raymundos, Salvadores,
Santiagos, Diegos, Estelas, Victorias, e migliaia di religios@ e secolari
che, stando dalla parte della giustizia e della libertà, stanno dalla parte
della vita.

Nell’EZLN, cattolici e non cattolici, credenti e non credenti, oggi non solo
onoriamo la memoria di Don Samuel Ruiz García.

Salutiamo anche, e soprattutto, l’impegno conseguente de@ cristian@ e
credenti che in Chiapas, in Messico e nel Mondo, non si rifugiano nel
silenzio complice di fronte all’ingiustizia, né restano immobili di fronte
alla guerra.

Don Samuel se ne va, ma rimangono molte altre, molti altri che, in e per la
fede cattolica cristiana, lottano per un mondo terreno più giusto, più
libero, più democratico, cioè, per un mondo migliore.

Salute a loro, perché anche dalle loro pene nascerà il domani.

LIBERTÀ!

GIUSTIZIA!

DEMOCRAZIA!

Dalle montagne del Sudest Messicano. Per il Comitato Clandestino
Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell’EZLN

Tenente Colonnello Insurgente Moisés    Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, 26 gennaio 2011

(Traduzione “Maribel” – Bergamo) – 26 gennaio 2011 di Comitato Chiapas
“Maribel” Bergamo

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Bene. Ricordo,voglio ricordare io Marco Pacifici ateo ed Anarchista il vescovo Romero,assassinato dalle squadracce fasciste:nato e cresciuto in un ambiente conservatore e oppressore del popolo,ebbe la GRANDEZZA UMANA di capire da quale parte è la Ragione la Verita, la Dignita? Onore a Romero.

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