Alessandra Daniele Vintage – 14

GENECONOMY

24giugnoletame– Aggira il blocco — ordinò l’onorevole Morgini.
– Gli allevatori s’incazzeranno — bofonchiò l’autista.
– Sticazzi. Aggiralo — ripetè stizzito Morgini — Devo andare in onda a Parlamentiamo fra meno di mezz’ora, e non sarà un merdoso blocco stradale di protesta a farmi arrivare in ritardo.
– Merdoso lo è davvero — ghignò l’autista. — Quelli lì di traverso sono camion di letame.
– Inserisci il Jump! — Disse l’onorevole, schifato.
L’autista digitò veloce sul pannello accanto al volante.
Il J-SUV blu di Morgini si sollevò di vari metri su zampe metalliche estraibili. Poi spiccò il salto come una grassa cavalletta meccanica.
– Ciao stronzi — ridacchiò l’onorevole, guardando giù dal finestrino.
Il J-SUV atterrò perfettamente oltre il blocco. Un attimo prima che la zampa posteriore destra rientrasse insieme alle altre, una sbarra ficcata nell’articolazione principale la fece piegare stridendo. Sbilanciato, il J-SUV cadde all’indietro e si ribaltò.
Fu subito circondato.
– Signori allevatori – balbettò Morgini, sbucando pesto dal lunotto sfondato — stavo giusto recandomi a Parlamentiamo per discutere in tv della vostra importantissima vertenza, dandole il risalto mediatico che merita — Notò che il tizio baffuto che aveva azzoppato il J-SUV stava recuperando la sbarra — Signori allevatori! Non c’è motivo di far degenerare la protesta in una controproducente direzione estremista che non vi è propria…
– Non ci chiamare allevatori – disse il tizio — non lo siamo. Noi ci limitiamo a comprare le bestie, ingrassarle e rivenderle ai macelli. Di fatto siamo operai, alla catena di montaggio.
– Allora quel bovino mutante per il quale siete stati multati non era nemmeno nato nei vostri stabilimenti.
– Lì non può nascere nessun bovino, le nostre mucche sono sterili. Tutte.
– E perché?
– Onorevole, non capisci mai le leggi che voti, vero? — sogghignò il tizio baffuto — Gen-economy. E’ un’evoluzione del principio economico per il quale con la transgenica sono stati resi sterili i semi di tutte le colture, dal riso, al grano, alla frutta, agli ortaggi, e per seminare bisogna ogni volta ricomprare le sementi dalla ditta che possiede i brevetti.
Morgini si accorse che uno dei camion del blocco si stava spostando nella sua direzione. Sbirciò nel J-SUV alle sue spalle: l’autista incastrato fra cruscotto e sedili non poteva aiutarlo.
– Fermi!- disse con tutta l’autorità che gli riuscì di esprimere — Non so cosa avete intenzione di farmi, ma vi avverto che la paghereste molto cara, sia voi, che i vostri figli — aggiunse, livido e minaccioso.
Il tizio baffuto gli diede un’occhiata di disprezzo.
– Onorevole, non te le leggi neanche, le leggi che voti. Noi non abbiamo figli. Siamo tutti sterili. Se volessimo crescerne qualcuno, dovremmo ricomprare ogni volta lo sperma dalla ditta titolare del brevetto. Ma è diventato troppo costoso, anche quello.
Il tizio fece un cenno, poi si scansò. Il camion ribaltabile rovesciò sull’onorevole Morgini dieci tonnellate di letame compatto come il cemento.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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