Altro (capo)danno con botti e roghi?

Due comunicati di Vito Totire (*)

BOTTI DI NATALE CAPODANNO … 2021-2022

Riteniamo opportuno tornare sull’argomento con le motivazioni già ripetute diverse volte. Consideriamo valido l’appello dell’anno scorso anche se le cose sono cambiate, in peggio, sia sul piano ambientale che sociale.

Faremo la solita conta dei feriti (e forse dei morti )“il giorno dopo” ?

Vedremo ancora immagini come quella qui sopra?

Questo il comunicato, sempre attuale, lanciato per il 2019-2020

Botti e sprechi: come al solito?

Appello alla ragione per il bando dei fuochi artificiali, ricordando i morti operai…

Si avvicinano giorni in cui sprechi, rifiuti e petardi , abitualmente, subiscono una impennata.

Non possiamo pensare di proporre e ancor meno di imporre sobrietà e frugalità assolute; certo , in alcune aree del mondo, si festeggia con il silenzio e la meditazione ma si tratta di esempi a cui non tutti, pare, intendono ispirarsi.

Dunque e comunque vogliamo proporre-riproporre una realistica azione di contrasto a cominciare dalle “usanze” e dalle merci più pericolose. Doveroso: anche alla luce dell’ultima strage operaia di Barcellona Pozzo di Gotto dove sono morti 5 operai, in un contesto del quale pochi conoscono i veri e ingravescenti rischi; concretamente: le materie prime sono cambiate e oggi hanno maggiore peso e incidenza le nano particelle che incrementano, rispetto alle materie prime più tradizionali, il rischio di esplosività;

Senza dimenticare la strage di Modugno del 2015 e lo stillicidio continuo di morti in tante fabbrichette del sud d’Italia e dei diversi sud del mondo.

La prima azione deve essere dunque quella di contrasto alla produzione e all’uso dei fuochi artificiali.

La seconda, più generale, deve essere tesa a ridurre sprechi, imballaggi, rifiuti e ogni forma di consumismo.

Ancora: ridurre i rumori molesti in tutta la giornata e particolarmente nelle ore dedicate al riposo.

Come procedere:

  1. Chiediamo ai sindaci – nelle more di un provvedimento nazionale che l’attuale ceto politico in carica non ha mai posto all’odg – di EMANARE ORDINANZE DI DIVIETO D’USO E COMERCIALIZZAZIONE DI BOTTI E FUOCHI ARTIFICIALI; l’anno scorso abbiamo assistito, ancora una volta, al disomogeneo procedere dei Comuni; divieti pochissimi, calendari di divieto (quando emanati) disomogenei, anche per Comuni confinanti! Caos totale e assurde disomogeneità anche nella stessa città metropolitana (per esempio di Bologna). Fatto sta che se un Comune sponsorizza o paga penose manifestazioni pirotecniche non ha alcuna credibilità nel proporre timide ordinanze tese a ridurre l’uso più violento e teppistico dei botti; vedi la penosa Notte rosa estiva in Romagna o il patetico assalto al castello di Ferrara previsto per il prossimo capodanno; se fosse stata fatta, nelle passate esperienze, un adeguato monitoraggio delle variazioni di morbilità (asma, allergie, riacutizzazioni di bronchiti croniche ostruttive, reazioni di disagio e panico negli animali) riproporre come se niente fosse queste manifestazioni assurde sarebbe più difficile; persino nella richiesta di rendicontazione dei costi delle occasioni pubbliche di uso ci si trova di fronte a un tabù; gli organizzatori delle varie manifestazioni hanno difficoltà notificare quanto spendono e sprecano per…inquinare (di questi tempi in cui quasi tutti si dichiarano tifosi di Greta).
  2. Divieto di tutte le manifestazioni che prevedono roghi e incendi; si tratta di manifestazioni sponsorizzate o gestite o tollerate da Comuni i cui sindaci magari, come si diceva, ammiccano a Greta Thunberg o perché hanno capito poco del movimento giovanile contro i cambiamenti climatici o, peggio, per pura ipocrisia;
  3. Oltre il target “botti e fuochi” l’azione di contrasto dovrebbe diventare culturale, territoriale, capillare; è certamente difficile perché non ha un singolo obiettivo fisico e specifico ma deve mirare a un cambiamento complessivo dei costumi e dei comportamenti; comunque, sia pure controcorrente, dobbiamo pur andare avanti.

Per concludere chiediamo:

– ai cittadini (a noi tutti e a noi stessi) di interrogarci/si sul livello di inquinamento e spreco che ogni singola merce produce;

– ai sindaci (in assenza di una decisione politica e in assenza di una pur auspicabile linea-guida dell’ANCI) di emanare ordinanze, se possibile non per singoli Comuni ma per aree sovra comunali omogenee: DIVIETO DI COMMERCIALIZZAZIONE E D’USO DI BOTTI E FUOCHI ARTIFICIALI

Per evitare, il 2 gennaio, di dover fare la solita conta di feriti e mutilati che con un’ energica azione di prevenzione e contrasto potrebbe ridursi fino ad azzerarsi.

Boicottiamo le manifestazioni, le feste, le parrocchie che fanno fuochi fatui, cominciando a censire quelle che sprecano e inquinano e quelle, invece, virtuose.

ASPETTIAMO NOTIZIE E ADESIONI ALLA NOSTRA CAMPAGNA DA CITTADINI, DA ASSOCIAZIONI, DA COMITATI, DA SINDACI, DA PARROCI…

L’appello è riproposto, anche quest’anno da circolo Chico Mendes E-R, Centro Francesco Lorusso di Bologna, AEA (Associazione Esposti Amianto), Lega animalista di Copparo, Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto San Giovanni e La redazione della “bottega del barbieri”.

PRIME ADESIONI:

Cosetta Alberghini, Oriano Berto, Anca Bursuc, Antonio Carrabba, Silvia Calzoni, Stefania Colombi, Vanes Naldi, Giuliana Porcelli, Maurizio Portaluri, Sergio Sabbatani, Corrado Seletti, Carla Verilli.

Per quest’anno possiamo evidenziare una novità: la presa di posizione di LAV e Ministero della pubblica istruzione per mettere al bando i botti. Vogliamo sperare che quest’ultima iniziativa sia una prima breccia nel corpo catatonico delle istituzioni pubbliche:

– non produrre, non acquistare, non usare merci nocive;

– non bastano piccoli divieti locali ininfluenti e facilmente aggirabili!

Bologna, 16.12.2021

«Grazia» per il Vecchione! E i fuochi artificiali?

Da anni proponiamo di abrogare la penosa e inquinante usanza locale bolognese del rogo del “vecchione” : è di origini incerte ma probabilmente successiva alla marcia fascista su Roma del 1921 anche se qualcuno l’accredita come “tradizione” di Bologna…

Comunque sia, per decenni si è trascinata una consuetudine priva di senso, diseducativa e nociva per l’ambiente che, già da tempo, era necessario “archiviare” in via definitiva.

Quest’anno apprendiamo che per la seconda volta il vecchione si salva dal rogo; ma la scelta viene presentata come decisione connessa alla pandemia. Viceversa noi siamo per metterla al bando per sempre.

Il comitato per l’ordine pubblico e il sindaco di Bologna potevano e dovevano affrontare un altro problema: botti e fuochi artificiali. Questi sono nientemeno già previsti a Ferrara.

I botti stanno in mostra da diversi giorni sugli scaffali di vari supermercati. Li dovremo sopportare anche quest’anno? Siamo a corto di polveri sottili? Vogliamo fare il solito bilancio di infortuni il 1° gennaio 2022?

Una vicenda che non deve ripetersi è la scacchiera di divieti, non divieti, mezzi divieti che abbiamo visto l’anno scorso;

Ogni sindaco è “libero” di vietare o autorizzare, di are il suo personale calendario di limitazioni? Siamo al grottesco o, se vogliamo, al meglio dell’opportunismo all’italiana.

Se una merce si produce e si vende poi la si consumerà … scaduto il divieto? Oppure nel Comune limitrofo? O al chiuso a domicilio con le finestre chiuse?

Situazione assurda. Allora il governo o le Regioni o i sindaci delle aree metropolitane facciano un’ordinanza (possibile ed ergonomica) per vietare commercializzazione e uso, in attesa del divieto di produzione, per la tutela della salute e dell’ambiente e per stroncare quella insopportabile divisione del lavoro che comporta le produzioni a rischio spostate in Cina, Albania e Paesi poveri con importazione e consumo nei Paesi più ricchi che cercano (senza riuscirci, se pensiamo alla strage di Modugno) di mettersi al riparo dai rischi della produzione.

E’ strano che mentre tanti si dichiarano green, ecosostenibili eccetera possano sopravvivere merci nocive e mortifere di questo tipo.

In tutto il mondo le istituzioni stanno cercando di convincerci che l’unico modo per tutelare la propria salute è obbedire agli obblighi. Noi invece facciamo appello in primis al senso di responsabilità delle persone; se poi i decisori politici decidessero di mettersi in sintonia con l’obiettivo di un ambiente più salubre… lo vedremo presto.

Bologna, 17.12.2021

(*) Vito Totire è portavoce della «Rete europea per l’ecologia sociale»

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • I Comuni “in primis” DEBBONO prendere decisioni inequivocabili contro l ‘uso di botti e quant’altro! Chiaro come il sole dovrebbe essere l’ impegno delle polizie municipali, forze dell’ordine eccetera per la vigilanza, soprattutto se si tratta di minori, spesso lasciati in balia di loro stessi a provare il “brivido” del botto in strada… Ricordare pure che il contrasto dovrebbe riguardare anche coloro che, ahimè usano sparare con pistole e fucili da caccia….

  • SONO TOTALMENTE D’ACCORDO!!!
    Ma gli imbecilli continueranno a proliferare.
    Purtroppo.

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