Amadori: ennesimo, grave incidente sul lavoro

Vanno chiarite le responsabilità e aumentate le risorse per la sicurezza nei luoghi di lavoro

di Davide Fabbri (*)

Ieri l’operaio Mauro Basini, di 53 anni, è stato investito da una vampata di vapore che lo ha ustionato, forse per un cattivo funzionamento della valvola per sfiatare il vapore: tutto questo è capitato in uno degli impianti di Amadori di San Vittore di Cesena. Il grave incidente sul lavoro è avvenuto nell’area dedicata al cosiddetto Rendering e cioè al nuovo impianto di trattamento dei sottoprodotti della macellazione avicola (sangue, carne e piume) per la produzione di farine proteiche (alimenti per cani e gatti).
Pertanto assistiamo all’ennesimo incidente sul lavoro all’interno di uno stabilimento della holding Amadori: ricordiamo infatti che nel gennaio 2012 un imponente incendio distrusse un impianto di depurazione dell’aria del vecchio impianto del Rendering. Non solo: nel febbraio 2010 ci fu un altro grave incidente sul lavoro: un elettricista fu ricoverato in Rianimazione all’ospedale Bufalini in prognosi riservata.
Amadori ha chiuso il 2014 con un fatturato complessivo pari a 1 miliardo e 284 milioni di euro, un risultato d’esercizio netto pari a 37,7 milioni di euro, un margine operativo lordo di 129 milioni di euro, che ha superato il 10% del fatturato, e una quota di mercato che si riconferma intorno al 30% sul totale delle carni avicole in Italia.
Alla luce di questi dati estremamente positivi, servono fatti concreti per evitare nuovi incidenti sul lavoro presso gli stabilimenti di Amadori. Anche perché il nuovo Rendering avrebbe dovuto garantire maggiori elementi di sicurezza ed efficienza: essendo dotato di impianti a tecnologia avanzata, dovrebbe garantire eccellenti condizioni di sicurezza nel lavoro oltreché forte abbattimento dei cattivi odori e degli inquinanti per l’ambiente.
Come mai – al contrario – continuano ad accadere fatti gravi come questi? Credo allora che sia opportuno e necessario rinnovare il seguente appello. Chiedo con forza al Gruppo Amadori – ben dotato economicamente, con utili aziendali a tanti zeri – di aumentare le risorse economiche per l’acquisto di moderne tecnologie nei processi produttivi e l’assunzione di ulteriori tecnici della prevenzione e dell’ambiente nei luoghi di lavoro; chiedo all’Ausl di Cesena di potenziare le attività di ispezione e di controllo sul territorio (occorre incrementare le risorse del fondo del Servizio Sanitario Regionale, per dotare il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Cesena di uomini, mezzi, strumenti e risorse per una efficace prevenzione); chiedo al sindaco di Cesena di far diventare centrale la questione sicurezza per le nostre aziende produttive, che devono considerarla una priorità, con l’investimento delle dovute e opportune risorse.
Ora l’Ausl e la magistratura dovranno accertare accuratamente e rapidamente le cause dell’incidente e verificare le eventuali responsabilità. Dopo questo ennesimo incidente aziendale, la ditta Amadori e tutti i lavoratori dello stabilimento devono sentirsi chiamati in causa nel promuovere una maggiore cultura della sicurezza sul lavoro nel settore della trasformazione alimentare, mettendo il tema al centro dell’attenzione della politica e delle istituzioni.
L’IMMAGINE – scelta dalla redazione della “bottega” – è di VINCENZO APICELLA: ovviamente si riferisce a un discorso ben più grande quello cioè di un’organizzazione del lavoro che per risparmiare sui “costi” degli impianti mette a rischio, ogni giorno, la salute e la vita di lavoratori e lavoratrici con la complicità dei governi che diminuiscono, invece di aumentare, controlli e sanzioni. (db)

Davide Fabbri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *