Ambiente di lavoro, burnout, stress lavorativo e …
… e in-sicurezze sul lavoro. Riunione nazionale on line sabato 8 febbraio (dalle 9.30) con Totire, Martelli e Torturro.
Quando svegliarsi la mattina, diventa difficile è come una spia che si accende. È solo uno dei tanti sintomi che accompagnano lo strutturarsi nel tempo di una vera e propria patologia che logora il fisico e la psiche.
Il burnout e le altre forme di stress sommandosi logorano e bruciano autostima, capacità lavorativa, socialità. Col tempo lo stress diventa compagno di viaggio dapprima fastidioso e poi oppressivo.
Per l’OMS l’infelicità non è semplicemente un moto d’animo, non è un prodotto della sola soggettività; è il riflesso di condizionamenti sociali e lavorativi caratterizzati da costrittività e controllo gerarchico.
Le aspettative e il riconoscimento sociale tradito, la corsa e la lotta per chimerici premi alla professionalità alimentano una sorta di competizione tra i lavoratori che logora lo spirito di gruppo che invece dovrebbe essere esaltato per gestire criticità e carichi di lavoro crescenti.
In un contesto così disegnato, l’idea stessa di professionalità è mortificata da un’insensata programmazione del lavoro che si vuole standardizzato sino a prevedere la temporizzazione degli atti assistenziali.
Quando l’oggetto del lavoro implica relazioni di sensibilità umana, non solo i risultati sono inefficaci ma sono bruciate capacità e qualità umane. L’accumulo dei fattori di stress tra i lavoratori della Sanità, ma in generale tra tutte le figure del Pubblico Impiego (scuola, servizi all’utenza ecc.) e alla base del fenomeno degli abbandoni, depressioni, crisi esistenziali.
Il ricorso crescente a sostanze per mantenersi artificialmente performanti non solo non riduce la penosità del lavoro ma crea reazioni contrastanti: da una parte c’è chi si annulla nel lavoro e si ostina a misurarsi su obiettivi irrealistici sino a recarsi febbricitanti al lavoro (presentismo altro che assenteismo!) e chi sviluppa stati di distacco emotivo e senso di spaesamento. Su tutto incombe la valutazione della performance che decide, non solo, la quota del trattamento economico ma (con le cosiddette pagelline) si esercita una sorta di giudizio che arriva a minare autostima e crea distanza, conflitto e invidie tra i lavoratori.
Questa rincorsa a gestire con meno risorse carichi di lavoro crescenti non tiene conto dell’età avanzata di molti operatori ma anche i più giovani che avrebbero i numeri per ben vincere la corsa della performance scoprono all’arrivo che i premi sono effimeri. Le donne sono più esposte a questa furia produttiva che scarica sulle loro spalle i tagli e il ridimensionamento dello stato sociale.
La condizione sociale, le scelte politiche ed economiche, le spese per la sicurezza (guerre) e l’organizzazione del lavoro è alla base di sofferenze professionali e patologie.
La mala pianta dell’organizzazione del lavoro votata al profitto, da conseguirsi a tutti i costi, produce frutti amari etichettati sotto il termine burn-out.
Relatori: Dott. V. Totire, Dott. in giurisprudenza R. Martelli, G. Martelli, R. Torturro tecnico sicurezza
SI COBAS-RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Confederazione USI 1912- Usicons aps
La “bottega” darà il link per collegarsi.
7398ID riunione: 919 996 0995
Codice d’accesso: H2Rn0T
https://us02web.zoom.us/j/9199960995?pwd=cVI2UGhmd0ZhOGFhVHhXU2xzaXlOUT09&omn=8522275
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