«America latina: l’arretramento de los de arriba»
di David Lifodi – A seguire «L’avanzata de los de abajo. Movimenti sociali e popoli indigeni»
Libri da recuperare: 23esima puntata (*)
Pubblicati rispettivamente nel novembre 2006 e nel marzo 2008, America latina: l’arretramento de los arriba e America latina: l’avanzamento de los de abajo, sono due libri che meritano davvero di essere ricordati e ripubblicati. Curati da Aldo Zanchetta e frutto della coedizione Massari editore e Fondazione Neno Zanchetta, i due volumi raccontano quello che l’America latina, con i suoi governi progressisti (rosa o rossi) e con gli altrettanto poderosi movimenti sociali, rappresentava all’epoca, qui da noi: una esempio a cui guardare con interesse e speranza.
Sono molte (impossibile citarle tutte) in entrambi i volumi le firme illustri, da Raúl Zibechi a Luis Hernández Navarro, da Gustavo Esteva a Atilio Boron, e ancora Maria Lopez Vigil, Claudia Fanti e tantissime/i altre/i che scelsero di collaborare a quelli che restano due fra i testi più validi per interpretare l’America latina, anche a diversi anni di distanza.
Nell’introduzione al primo volume, L’arretramento de los de arriba, Aldo Zanchetta, ricordando la resistenza de los de abajo, sottolineava l’urgenza di «ritrovare, al di fuori degli slogan, un diverso modello civilizzatorio, rispettoso delle persone – cioè delle culture e dei popoli come degli individui – e del loro ambiente vitale, capace di contenere molti mondi diversi, cioè quello di un descubrimiento reale dei popoli e delle culture da noi occultate. Essi sono il soggetto storico delle proprie scelte».
Da qui, attraverso una serie di analisi dedicate alle politiche neoliberiste in America latina (Laura Tavares Sousa), alla questione della lotta per la terra (Aldo Zanchetta), agli interessi delle transnazionali europee nel continente latinoamericane, si arriva a riflettere sulle sfide per la sinistra nella vita politica del Sudamerica. Boron individua, tra le radici della resistenza al neoliberismo, la ribellione dei piqueteros argentini, il collettivo dei piccoli produttori messicani indebitati riuniti nell’organizzazione El campo no aguanta más, la guerra dell’acqua a Cochabamba, confrontandosi inoltre sul complesso passaggio, anche per la sinistra politica, verso quello che allora era definito post-neoliberismo.
Di fronte alle privatizzazioni e all’agrobusiness, l’arretramento de los de arriba si cominciava ad intravedere nel risveglio indigeno in Ecuador, raccontato da Roberto Bugliani, nel proceso chavista in Venezuela, ben descritto dal giornalista Numa Molina e, più in generale, da tutte quelle organizzazioni sociali a cui era dedicato, con fiducia, il secondo volume, L’avanzata de los de abajo. Movimenti sociali e popoli indigeni, che aveva in copertina una bella e beneaugurante foto dello stesso Aldo Zanchetta scattata a Vallegrande nel 1997, nel trentesimo anniversario dalla morte di Ernesto Che Guevara dove, dietro allo striscione El socialismo viene alegre, rebelde, subversivo, erano riunite molte persone.
Gli esempi di resistenze indigene e contadine e di governi progressisti che non si rifacevano ad un socialismo dogmatico, ma all’auspicio del “Cambiare il mondo senza prendere il potere” (uno dei libri più conosciuti del sociologo John Holloway (Intra Moenia, all’epoca diffuso insieme al settimanale Carta) si moltiplicavano.
Dai movimenti e dagli intellettuali latinoamericani, annotava Aldo Zanchetta, arrivavano tre spunti per il dibattito: il “comandare obbedendo” della tradizione indigena, l’autogoverno dei caracoles zapatisti, il rapporto dell’uomo con la natura e con gli altri esseri viventi, dalla difesa dalla Pachamama a quella dei saperi ancestrali.
Caratterizzato da una serie di schede esplicative, quasi dei piccoli saggi interni, dai nuovi tipi di conflitto in Chiapas alla descrizione dell’organizzazione femminile guatemalteca Conavigua, dalla Guardia indigena del Cauca, in Colombia fino alle mense popolari in Perù, il volume rifletteva l’entusiasmo per le molteplici forme di resistenza in un continente da sempre sottomesso all’oligarchia terrateniente, al grande capitale e al terrorismo di Stato.
A chiusura del volume Aldo Zanchetta invitava a riflettere sul socialismo del XXI secolo a partire dalle radici del socialismo latinoamericano (Mariátegui) ricordando che, «per non restare un’ipotesi astratta e per affermare la sua capacità di essere pluralista ed efficace deve riflettersi in politiche concrete relative alla gestione del potere, alla democrazia dal basso, al ruolo dello stato e al modello economico».
Già allora, tuttavia, nei volumi emergeva il rischio che, di fronte all’ondata progressista che aveva condotto al potere molti presidenti di sinistra, senza una forte capacità emancipatoria delle organizzazioni popolari, non disposte a farsi cooptare, sarebbero emersi dei limiti. Le nuove forme di aggregazione, la lotta politica dal basso e l’emergere dei popoli indigeni, pur con i loro tempi e, in alcuni casi, contraddizioni e frammentazione, ma la volontà di creare altri mondi, rappresentano i tratti caratteristici di entrambi i volumi, che andrebbero annoverati, a buon diritto, tra i manuali di storia dedicati allo studio dell’America latina.
(*) L’idea di questa rubrica è di Giuliano Spagnul: «… una serie di recensioni per spingere alla ristampa (o verso una nuova casa editrice) di libri fuori catalogo, preziosi, da recuperare». Ecco l’elenco:
1 – Gunther Anders: «Essere o non essere» (2 aprile) di Giuliano Spagnul
2 – L’epica latina: Daniel Chavarrì a (14 aprile) di Pierluigi Pedretti
3 – «Poema pedagogico» di Anton Makarenko (30 aprile) di Raffele Mantegazza
4 – «Il signore della fattoria» di Tristan Egolf (12 maggio) di Francesco Masala
5- «Chiese e rivoluzione in America latina» (26 maggio) di David Lifodi
6 – «Teatro come differenza» di Antonio Attisani (9 giugno) ancora di Giuliano Spagnul
7 – «Dizionario della paura» di Marcello Venturoli e Ruggero Zangrandi (23 giugno) di Giorgio Ferrari
8 – «Arrivano i nostri» di Dario Paccino (il 7 luglio) di Giorgio Stern
9 – «Un debole per quasi tutto» di Aldo Buzzi (21 luglio) di Pierluigi Pedretti
10 – «Protesta e integrazione nella Roma antica» (4 agosto) di Giuliano Spagnul
11 – Athos Lisa: «Memorie» (18 agosto) di Gian Marco Martignoni
12 – «Le donne del millennio»: un’antologia con… (1 settembre) di Giulia Abbate
13 – «Gli antichi Greci» di Moses Finley (15 settembre) di Lella De Marco
14 – «La vita è sovversiva» di Ernesto Cardenal (29 settembre) di David Lifodi
15 – «Il cammino dell’umanità» di Angelo Brelich (13 ottobre) di Giuliano Spagnul
16 – «325mila franchi» di Roger Vailland (27 ottobre) di db
17 – «La favolosa Hollywood» di Otto Friedrich (10 novembre) ancora di Spagnul
18 – «Coscienze di mulini a vento» di Flavio Almerighi (24 novembre) di Lucia Triolo
19 – Charles Bettelheim: «Le lotte di classe in Urss» (8 dicembre) di Mauro Antonio Miglieruolo
20 – «Le note, vol. 2» di Ludwig Hohl (22 dicembre) di Francesco Masala
21 – Plotone di esecuzione di Enzo Forcella e Alberto Monticone (5 gennaio 2022) di Daniele Barbieri
22 – «I giorni» di Taha Hussein, con un occhio ad… altri testi della grande letteratura del “mondo arabo” introvabili, mal tradotti o sconosciuti in Italia (19 gennaio) di Karim Metref
Ci siamo dati una scadenza quattordicinale, all’incirca. Se qualcuna/o vuole inserirsi troverà le porte aperte. [db per la “bottega”]