Amianto, giustizia per i macchinisti delle ferrovie

di Vito Totire (*)

Sarà perché qualche familiare di Franz Kafka ha gestito una rivendita di materiali di amianto a Praga nel secolo scorso che l’ombra del grande letterato si proietta sulla questione amianto ancora oggi. I macchinisti delle ferrovie evidenziano una mortalità drammatica per mesoteliomi (dati 2015 Renam cioè registro nazionale mesoteliomi) eppure siamo costretti ancora ancora a discutere se sono stati esposti. Ci si chiede dunque a cosa serva a il Registro nazionale di patologia. Sul tema la Corte dei conti dispone di consulenze positive a Grosseto e Trieste, negativa ad Alessandria, presumibilmente non proprio positive da parte dell’Ufficio medico-legale del ministero della Salute… Si tratta di contraddizioni e incertezze che evocano i tempi in cui gli anatomisti poterono svincolarsi dai veti della Chiesa e iniziare a fare le autopsie. Avendo immaginato il corpo umano solo dall’esterno quando scoprivano, con l’esame autoptico, che le loro teorie non erano fondate…si adiravano con la salma. Ma in che Paese abitiamo se l’evidenza dei dati epidemiologici sembra cedere il passo a campionamenti ambientali inattendibili perché magari fatti dopo la bonifica?

Chiediamo un incontro con il ministro del Lavoro per propiziare un “atto di indirizzo” che eviti ulteriori distress e ingiustizie per gli ex-esposti ed eviti superlavoro inutile ai giudici della Corte dei conti che comunque quando hanno avuto i mezzi per farlo (come appunto a Trieste, Grosseto ecc) hanno deliberato con obiettività. La disparità attuale tuttavia è compatibile con “l’unità d’Italia” o siamo ancora agli staterelli preunitari?

Siamo stanchi di sprecare le nostre energie in procedimenti burocratici, vorremmo concentrarci sul sostegno alle vittime.

Bologna, 6.5.2017

(*) Vito Totire è medico del lavoro, presidente AEA cioè Associazione esposti amianto e rischi per la salute.

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