Amianto: i dubbi di Ivrea… e non solo
Vito Totire (*) commenta la notizia – del 3 maggio – che arriva da Ivrea: in sostanza saranno revisionate le perizie sulla morte, secondo l’accusa da imputarsi all’amianto, di 12 operai alla Olivetti di Ivrea
E’ una notizia che potrebbe sorprendere. Forse più gli imputati sono potenti più i dubbi crescono. Tuttavia la verità è una ed è dovuta a tutti. Vogliamo “approfondire” la causa del decesso? Innanzitutto sono noti i casi di tumori multipli; quello del colon è tra i più frequentemente associati al mesotelioma (Claudio Bianchi); alcuni scienziati poi (Wali) hanno ipotizzato che possa esistere una vulnerabilità crociata e diacronica, nella stessa persona, per mesotelioma e tumore del colon. Si potrebbe trattare a Ivrea di un caso di “mortalità concorrente” ma eziologicamente sempre collegata all’amianto? Se poi si trattasse di due eziologie diverse non sarà che – facciamo il caso – un incidente mortale, che coinvolga un malato di mesotelioma, annulli l’omicidio colposo “in incubazione”!
La magistratura coltivi i suoi dubbi, è doveroso farlo. Ma vorremmo che a questo impegno diagnostico post-mortem fosse associato maggior rigore nella valutazione eziologica, in vita. Nel mese di marzo abbiamo visitato un lavoratore, fumatore, esposto ad amianto per 18 anni, colpito da tumore polmonare: nella struttura oncologica – certo eccellente per le capacità terapeutiche – che ha diagnosticato il tumore gli è stato detto che quel tumore “non è da amianto”. Tant’è che all’Inail e alla Ausl lo abbiamo dovuto segnalare noi.
L’oncologia, faccia come i giudici, attivi consulenze.
Poi da Ivrea l’impegno eziologico-differenziale potrebbe condurre a un risultato positivo: che la magistratura focalizzi meglio che l’amianto è cancerogeno “anche” per l’intestino e che è ora di bonificare i 100.000 km.(in Italia) di tubazioni in cemento amianto per l’acqua “potabile”.
(*) Vito Totire, medico del lavoro, fa parte di AEA, l’associazione esposti amianto.