«Amici miei»… in poesia

i versi  di Nunzio Di Sarno

Anima della scintilla

Del sentirsi parte

Nel cibo e nel fumo

Nell’alcool nella danza

E nel contatto

 

Che va oltre gli occhi stesi

E solleva sempre dal peso

Del limite sicuro e chiuso

Dell’alibi del giorno speso

 

Dove muore l’abbaglio

Del riflesso che consola

Resta la parola nuda

Senza simboli vanto

Nevrosi o scudo

 

Resta l’abbraccio

A riaccendere ancora

Il mio cuore elettrico

Contro vento e senso

Sull’onda e sui binari

A dargli luce quando

Perso nell’abisso

Non ci sente più

 

Resta quel laccio

A tamponare a tratti

Le ferite della memoria

Nei cambi della storia

Dove niente si perde

Né si consuma

Se non nel fuoco sacro

Di terrena integrazione

 

Eccovi lontani e vicini

Sensibili disadattati

Eroi del fallimento

Alchimisti delle pene

Amici miei arrischiati

Sui sentieri dell’ombra

 

Per piano tendere la mano

A ciò che non ha orecchio

Per curare il seme interrato

Quando non si vede sole

Quando non si sente acqua

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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