«Amici miei»… in poesia
i versi di Nunzio Di Sarno
Anima della scintilla
Del sentirsi parte
Nel cibo e nel fumo
Nell’alcool nella danza
E nel contatto
Che va oltre gli occhi stesi
E solleva sempre dal peso
Del limite sicuro e chiuso
Dell’alibi del giorno speso
Dove muore l’abbaglio
Del riflesso che consola
Resta la parola nuda
Senza simboli vanto
Nevrosi o scudo
Resta l’abbraccio
A riaccendere ancora
Il mio cuore elettrico
Contro vento e senso
Sull’onda e sui binari
A dargli luce quando
Perso nell’abisso
Non ci sente più
Resta quel laccio
A tamponare a tratti
Le ferite della memoria
Nei cambi della storia
Dove niente si perde
Né si consuma
Se non nel fuoco sacro
Di terrena integrazione
Eccovi lontani e vicini
Sensibili disadattati
Eroi del fallimento
Alchimisti delle pene
Amici miei arrischiati
Sui sentieri dell’ombra
Per piano tendere la mano
A ciò che non ha orecchio
Per curare il seme interrato
Quando non si vede sole
Quando non si sente acqua