Ancora su «Dominio» di Marco d’Eramo

di Gian Marco Martignoni

Fu la Commissione Trilaterale (*) nel 1975 a sentenziare che l’avanzata e le conquiste riportate dal movimento operaio su scala internazionale avevano determinato un «eccesso della democrazia», dando così la stura a quella rivoluzione conservatrice che con gli inizi degli anni ’80 trovò in Ronald Reagan e Margaret Thatcher i suoi alfieri. Poi, con la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, i paladini del libero mercato non incontrarono più seri ostacoli sul loro cammino, poiché la sinistra socialdemocratica – folgorata dalla “ terza via “ teorizzata dal sociologo Anthony Giddens – introiettò l’assoluta centralità dell’impresa e la devastante logica privatizzatrice dello Stato Sociale che ne è conseguita. Tanto che le Usl sono diventate aziende con i pazienti clienti, a discapito dell’universalità e della doverosa funzionalità dei sistemi sanitari occidentali, come abbiamo potuto verificare in tempi di sindemia. Per non parlare di quanti, dismessa la fastidiosa e ormai ingombrante identità comunista, hanno immaginato di poter temperare il liberismo, a fronte dell’enfasi sui processi indotti dalla globalizzazione dei mercati e la metamorfosi post-fordista dei rapporti di lavoro. A quarant’anni di distanza i contraccolpi accumulati sulle condizioni di lavoro e salariali della forza lavoro sono così vistosi e innumerevoli nel tempo che Marco D’Eramo nello splendido libro «Dominio» (Feltrinelli: pag 252 euro 19 ) ci ricorda con un’ampia e impressionante ricerca sul piano della documentazione come – al di là del reiterato bombardamento mediatico – viviamo in un contesto tutt’altro che “deideologizzato” ove la tanto vituperata lotta di classe non è mai scomparsa. Anzi: per D’Eramo le classi dominanti hanno combattuto, come recita il sottotitolo del libro, una vera e propria guerra invisibile contro i sudditi, non badando a limiti di spesa e utilizzando paradossalmente le indicazioni contenute nel manuale ufficiale statunitense di controguerriglia. Manuale che fonda la sua narrazione ricorrendo alle tesi di Louis Althusser a proposito della conquista e gestione degli apparati ideologici di Stato, in particolare la scuola e l’amministrazione della giustizia, nonchè al fondamentale concetto di egemonia elaborato guarda caso da Antonio Gramsci. Storicamente le grandi famiglie del capitalismo anglo-americano si sono dotate di proprie fondazioni o hanno finanziato i think tanks (serbatoi di pensiero) con il preciso scopo di produrre idee o meglio quell’ideologia che – sulla scorta del pensiero di Friedrich August von Hayek e Milton Friedman, entrambi premi Nobel per l’economia nel 1974 e 1976 – ha dato origine a una versione estrema del liberismo. Versione finalizzata ovviamente a dettare le leggi dell’agone politico, attraverso l’idea di Stato minimo o frugale, la diminuzione delle tasse per i ricchi e l’esenzione delle stesse per le fondazioni, l’avversione per qualsiasi azione collettiva di concerto a pratiche brutalmente antisindacali, nonché lo strabiliante ossimoro dell’inquinamento ottimale. Ma per affermarsi nella società tutte queste proposizioni reazionarie avevano bisogno di penetrare nei luoghi deputati alla trasmissione del sapere. Per questa ragione le Fondazioni – che nel 2015 ammontavano negli USA a 86203 con un patrimonio di ben 890 miliardi – hanno operato da un lato per smantellare e privatizzare la scuola pubblica mentre dall’altro finanziavano i pensatori conservatori e i loro corsi nel vasto mondo delle università. La conquista di tutte le facoltà di legge, a partire da quella di Harvard (all’insegna dei corsi fondati sulla dottrina Law and Economics) è quindi risultata fondamentale per garantire al “mondo delle imprese” una legislazione conforme alla “razionalità” del mercato. Tutto ciò spiega come l’opinione pubblica venga quotidianamente plasmata da una vera e propria fede religiosa relativamente alle tanto decantate virtù del mercato: dalla culla alla tomba viene chiesto a ogni persona di pensarsi e diventare imprenditore di se stesso, poiché è solo dall’auto-sfruttamento che può derivare il successo nella vita. Che poi questa narrazione non corrisponda alla realtà materiale (dato che la crescita smisurata delle diseguaglianze fra ricchi e poveri ha determinato una polarizzazione sociale senza precedenti storici) è la colossale rimozione dell’immaginario veicolato dal capitalismo statunitense. Al contempo ha poca importanza che il presidente degli USA sia l’attore Ronald Reagan o il costruttore megalomane Donald Trump, in quanto – come nell’ultima legislatura – quel che conta è il potere di nomina di membri dichiaratamente reazionari nella Corte Suprema, nella Corte d’Appello e in quelle federali distrettuali, giusto per mutare in senso radicalmente conservatore gli orientamenti della giustizia. Come acutamente D’Eramo segnala, essendo questi capitalisti così ossessivamente anticomunisti, non dobbiamo sorprendercci se «il capitale preferisce sempre – per semplice volontà di sopravvivenza – la soluzione fascista a quella socialista».

(*) per chi non la conosce un link di partenza: Commissione Trilaterale – Wikipedia

E’ un libro importante (anzi «splendido» come scrive qui sopra Martignoni) e dunque in “bottega” ne abbiamo parlato e magari ne ragioneremo ancora. Qui «Dominio» e Le tessere ideologiche del domin(i)o con le recensioni di Bruno Lai e Vincenzo Scalia; poi «Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi» con il prologo del libro e infine Siamo ignari di essere sudditi con l’intervista di Daniele Barbieri all’autore

Cfr anche la bella recensione di Francesco Pacifico sul Tascabile Treccani: https://www.iltascabile.com/societa/dominio-marcoderamo/?fbclid=IwAR1VHjflyZXHpgXIU3p7vkCSEDg3O2rr2Y3UDAYIUpQqknJcDcqjHmZyT9M

 

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • Angelo Ruggeri

    L’ABIURA DELLA “SINISTRA” FOMITE DELL’EGEMONIA CULTURALE LIBERISTA E DELL’IDEOLOGIA D’IMPRESA
    Nel contesto della totalitaria capitalizzazione dell’editoria odierna, assume merito e rilevo maggiore il libro di MARCO D’ERAMO “DOMINIO. LA GUERRA INVISIBILE DEI POTENTI CONTRO I SUDDITI”, che sebbene non tempestivo e in grande ritardo, DIMOSTRA con ampia documentazione, quanto sbagliate sono state tutte le analisi svolte da oltre 30 anni dalla cosiddetta ”sinistra” di varia specie.
    Questo da quando con una SCELTA rivelatasi CATASTROFICA più a LIVELLO SOCIALE oltre che politico, CHE CON L’ABIURA DELLA la “CRITICA” MARXIANA DELL’ECONOMIA E DELLO STATO CAPITALISTA, HA OERSO L’AUTONOMIA CULTURALE E DI CLASSE e, quindi, la capacità di elaborare una strategia politica e sindacale volta a cogliere il NESSO CLASSISTA tra sociale, economico e politico: nella prospettiva di un “INTERNAZIONALISMO” di LAVORATORI E POPOLI e NON DI APPARATI “SOVRANAZIONALI”.
    Per ciò, da rivoluzionaria passò a dirsi “SINISTRA” senza più aggettivi qualificativi ne titoli di contenuto, e con superficialità ADDITO’al MOVIMENTO OPERAIO, l’ineluttabilità di APPIATTIRSI sulla “SOCIETA’ CHE E’ CAMBIATA”, rinunciando ad attaccare, classe contro classe, la continuità del dominio internazionale e nazionale del capitalismo in perenne crisi.
    Tutto questo ha permesso ai “ricchi”, come li chiama D’ERAMO di sviluppare una LOTTA DI CLASSE, che a causa della RINUNCIA AD ESSA conclamata anche dai segretari CGIL, EPIFANI, CAMUSSO, LANDINI, è divenuta LOTTA DI CLASSE svolta SOLO DAL PADRONATO, una lotta di classe UNILATERALE, del padronato, dei POTERI D’IMPRESA e del sistema di STATI CAPITALISTI e DEI LORO GOVERNI – anche e soprattutto governi di “DI SINISTRA” – che con STATALISMO/LIBERISTA hanno INTRODOTTO LEGGI di privatizzazione, di LIBERALIZZAZIONI DEI CAPITALI e dei MERCATI. Dando vita ad un SISTEMA STATAL-LIBERISTA a SOSTEGNO della LOTTA DI CLASSE DEI RICCHI e dei potenti, contro la classe operaia nazionale e i ceti PROLETARI dell’intero Pianeta.
    In tal guisa è di grande importanza discutere del libro e di ogni recensione, come hanno fatto BRUNO LAI e GIAN MARCO MARIGNONI di cui condivido ’analisi, le sue precise e puntuali valutazione di “DOMINIO” Marco D’ERAMO, le cui considerazioni ci stimolano e ci consentono di corrispondere alla giusta domanda posta in rilevo da BRUNO LAI cioé: “come ha potuto accadere che dagli anni 60-70 dominati da IDEE “DI SINISTRA” si è giunti all’egemonia culturale della controrivoluzione neoliberista? MARTIGNONI implicitamente ha risposto per la sua parte.
    Il fatto, è che negli anni 60-70, NON C’ERANO AFFATTO “IDEE DI SINISTRA”, ANZI, NEMMENO C’ERA LA “SINISTRA”: sicché NON C’ERA L’EGEMONIA culturale NEOLIBERISTA, perché C’ERA L’EGEMONIA CULTURALE della TEORIA DELLA PRASSI COMUNISTA, che LUNGI dal DIRSI “SINISTRA” SI CHIAMAVA “COMUNISTA”,o ha detta dagli avversari,semmai, “SINISTRA ESTREMA”.
    Basta domandarsi come mai LO SCENARIO DI OGGI SIA ESATTAMENTE ROVESCIATO RISPETTO A QUELLO DEGLI ANNI 60-70 – QUANDO le lotte sociali improntate ALLA IDEOLOGIA SOCIALISTA, RIMUOVEVA l’ideologia del profitto e QUINDI DEL GOVERNO COME GESTIONE DEGLI AFFARI – PER COMPRENDERE, che con il concorso DETERMINANTE di quella che iniziò a DIRSI “ SINISTRA” (dalla destra PCI al PSI e persino PRI e PSDI), SI SIA VENUTO SOSTITUENDO, IL PRIMATO DELL’ECONOMICA – E QUINDI DEL “PRIVATO” E DEL PROFITTO – SUL PRIMATO DELLA POLITICA, DELLA DEMOCRAZIA E DEL “PUBBLICO”, come VOLUTO dalla “SINISTRA” che da “ANTISISTEMA” è diventata FORZA DEL “SISTEMA” , cioè “SINISTRA CAPITALISTA” e, quindi una “NUOVA DESTRA” stante che il CAPITALISMO è “la” e “di” DESTRA.
    Quando D’ERAMO, dice: è il momento di imparare dai dominanti e indica l’ideologia, il fisco, la giustizia, l’istruzione, il debito come il terreno su cui hanno vinto, dimentica almeno DUE PRINCIPALI TERRENI su cui hanno agito e vinto – per usare le sue categorie – “I POTENTI“ e la controrivoluzione”:
    1) il POTERE dello STATO, alla luce della nostra COSTITUZIONE DI DEMOCRAZIA SOCIALE e della TEORIA DELLO STATO
    2) il POTERE D’IMPRESA e la TEORIA DELL’IMPRESA
    Sul PRIMO PUNTO dello Stato, non basta dire (giustamente) che c’è stata “Una CAMPAGNA PER SAMANTELLARE LO STATO CON IL DENARO DELLO STATO”, come scrive LAI citando D’ERAMO. Ma urge individuare le carenze culturali che hanno impedito di capire e denunciare che il LIBERISMO DI MERCATO USAVA E ASSERVIVA A SE’ LO STATO. Cosa che non stupisce noi che definivamo LIBERAL-STATALISMO quello che I “SINISTRI” DICEVANO ESSERE LA “FINE DELLO STATO NAZIONE” CHIAMANDOP “LIBERISMO” lo STATALISMO/LIBERISTA.
    Bisogna ricordare che CIO’ E’ STATO POSSIBILE, perché “I DOMINANTI” hanno dato vita ad un processo di CONTRAFFAZIONE di tutto quel BAGAGLIO TEORICO che il MARXISMO ha ampiamente denunciato come MISTIFICATORIO, con riferimento al nucleo e alla teoria del cosiddetto “STATO DI DIRITTO” – che priva di autonomia teorica la c.d. “SINISTRA” SPOSA TOTALMENTE. Cosiddetto “STATO DI DIRITTO”, che è QUELLO in base al quale non solo “SI E’ AMANTELLATO LO STATO CON IL DENARO DELLO STATO” ma si è dato vita ad un vero e proprio sistema di IN CUI LO STATALISMO E’ AL SERVIZIO DEL LIBERISMO E DELLA SUA IDEOLOGIA. Rispetto a ciò, a causa della RIPULSA della TEORIA MARXISTA DELLLO STATO e del MATERIALISMO STORICO, la pseudo “SINISTRA”si è TROVATA DISARMATA, IMBELLE, PRIVA DI CULTURA E DI TEORIA AUTONOME, per ciò incapace di contrastare l’USO CULTURALE e la IDEOLOGIA manipolatrice di ogni teoria sociale propria dello “stato di diritto” messa in campo dalla STRATEGIA anglo-americana che all’OPPOSTO della “FINE DELLA STORIA” ha aperto e rafforzato nuove spinte verso un “DOMINIO REALE” sui lavoratori e i ceti dominati sia sul piano nazionale che sul piano mondiale.
    Sul SECONDO PUNTO del POTERE D’IMPRESA dimenticato da D’ERAMO, va detto che è gravemente deviante avere interpretato come marginalità criminale l’esplosione in termini scandalistici dei ripetuti fenomeni di corruzione come “tangentopoli”, “bancopoli”, ecc. CHE, invece, SONO ESPRESSIONE DEL CARATTERE OGGETTIVAMENTE EVERSIVO DEL “SISTEMA DELLE IMPRESE”, che sono ISTITUZIONALMENTE CONTRARIE ALLA DEMOCRAZIA, IN QUANTO CONVIVONO IN MODO NATURALE ED ORGANICO CON UN SISTEMA di POTERE D’IMPRESA E POLITICO DI DITTATURA DI CLASSE E DI AUTORITARISMO DI STATO, DISPONIBILI A FORME SOLO RESIDUALI DI DEMOCRAZIA POLITICA, MA A CONDIZIONE DI POTER CONTINUARE AD USARE SFRENATAMENTE TUTTI I SOTTERFUGI ADOTTABILI AL COPERTO DELLE REGOLE DEL CODICE DELLE SOCIETA’ PER AZIONI.
    Fino a quando la COSTITUZIONE è stata ASSUNTA REALMENTE, COME NELLE LOTTE DEGLI ANNI 60-70,come FONDAMENTO della LOTTA DI CLASSE e della organizzazione sociale e politica – ancorché non pienamente attuata – la CONVIVENZA DIALETTICA, nel regime di ECONOMIA MISTA, TRA PRINCIPI DELL’IMPRESA PRIVATA E PRINCIPI DI UTILITA’ SOCIALE E COLLETTIVA era VALSA a spingere la DEMOCRAZIA SOCIALE A VARCARE l’impermeabilità dell’ECONOMIA PRIVATA in nome della PROGRAMMAZIONE DEMOCRATICA-SOCIALE dell’ECONOMIA che rende possibile ORIENTARLA VERSO L’ECOLOGIA INTEGRALE E LA GIUSTIZIA SOCIALE.
    Da quando, però, si è abbandonata la lotta improntata ai VALORI del SOCIALISMO e del MARXISMO come pratica della LOTTA DI CLASSE, la destra del PSI (apertamente) e la destra del PCI (più copertamente), sono riuscite a rafforzare, per CUPIDIGIA di PROMOZIONE AI VERTICI DI GOVERNO e di STATO, L’IDEOLOGIA D’IMPRESA, propria anche di PLI, PRI e “leghe” che si voleva inseguirle, l’IDEOLOGIA della “CONTRORIVOLUZIONE NEOLIBERISTA” della DESTRA SOCIALE, si è ANNIDATA anche nelle in forze che, infatti, hanno iniziato a dirsi a dirsi “di “sinistra” e non più “comunisti”. Perché l’ideologia neoliberista altro non è che L’IDEOLOGIA DELL’IMPRESA che da allora tutti assumono senza differenze tra schieramenti e partiti di destra o di “sinistra.
    Cosi che la DERIVA della DEMOCRAZIA è stata pericolosamente avviata e gestita con la FURIA DEL NEOFITA proprio dalla “sinistra” che pur di ASCENDERE al vertice di governo, ha APERTO prima una BRECCIA nella CULTURA DELLA DEMOCRAZIA ANTIFASCISTA CONTRARIA ALLA IDEOLOGIA D’IMPRESA E DEL LIBERISMO e poi, in conseguenza, una BRECCIA, via via ampliata, NEI PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE, ALL’OPPOSTO degli anni 60-70, quando in nome dell’IDEOLOGIA ANTIFASCISTA DEMOCRATICA E SOCIALE , si marginalizzava L’IDEOLOGIA LIBERISTA APRENDO BRECCIE NEI PRINCIPI CHE REGGONO LA SOVRANITA’ D’IMPRESA.
    L’ALTERNATIVA, quindi, ERA ED E’NETTA E SENZA QUARTIERE, tra la SOVRANITA’ DELLA SOCIETA’ PER AZIONI e LA SOVRANITA’ DEL POPOLO, e per esso DELLE ISTITUZIONI. Lungi dal consegnare lo stato ai MANAGER – come avviene ancora- occorreva e occorre sottoporre a controllo IL SISTEMA DEL MANAGEMENT: cioè GLI APPARATI dell’impresa, dello stato, dei partiti e dei sindacati.
    Il fatto è che dalla RIVOLUZIONE si è fondata la “SINISTRA” – cosiddetta radicale e di varie specie – ABBANDONANDO LA TEORIA MARXISTA DELLO STATO, e con ciò ha pensato che lo STATO NAZIONE fosse SUPERATO dalla GLOABALIZZAZIONE DEFINITA LIBERISTA NEL MENTRE STESSO IN CUI QUESTA SI AVVALEVA DELLO STATALISMO. SIA per VARARE LE ISITUZIONI DELL’ECONOMIA DI MERCATO che l’ITALIA NON AVEVA MAI AVUTO, SIA per POMPARE RISORSE PUBBLICHE-STATALI NELL’ECONOMIA CAPITALISTICA, come da sempre accade anche nelle fasi cosiddette liberiste: nella metà dell’800, ad es., la fase liberale delle conquiste del mondo da parte delle imprese e compagnie private, è stata finanziata dal debito pubblico più grande, allora, della storia.
    Dunque è per ignoranza della storia ed anche della realtà del momento, che sotto gli occhi della “sinistra” anche cosiddetta alternativa (dal Manifesto ai vari gruppi post comunisti), per LE PARTECIPAZIONI STATALI, dalle banche all’industria, sono state SMANTELLATE DEI CONNOTATI PUBBLICISTICI e sostituiti dal DIRITTO PRIVATO come strumento di regolazione col CODICE CIVILE (tratto nel 1942 dalla Carta del Lavoro fascista del 1927) al posto della COSTITUZIONE. Per mano di Mario DRAGHI, con AMATO, CIAMPI, PRODI, BERSANI, VISCO, D’ALEMA, Enrico LETTA, ecc.: cioè tutti QUEI CAMPIONI DELLA SINISTRA che il Confindustriale Sole 24 Ore ha ELETTI come “DA RICORDARE NELLA STORIA INTERNAZIONALRE COME I COSTRUTTORI DELLE REGOLE DI MERCATO … E DIVULGAZIONE A LIVELLO DI MASSA DELLA CULTURA INNOVATIVA E RIVOLUZIONARIA DELL’IDEOLOGIA LIBERISTA, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO”
    Dovrebbe, almeno ora, essere chiaro come, LIQUIDATO IL PCI, con il pretesto della crisi del socialismo reale”, I SUOI EPIGONI si siano PIU’ CHE ADAGIATI (nella logica del bipolarismo dell’alternanza di governo), in un “COLLATERALISMO” CLASSISTA, da parte di chi SI E’ARRESO SENZA COMBATTERE alla presunta fatalità del superamento della prospettiva della “rivoluzione democratica”, come forse anche D’ERAMO e LAI che non denuncia le carenze che sono state all’origine di una prassi politica-sociale che ha reso la “SINISTRA” ex-post-anti-comunista subalterna ai poteri DOMINANTI E INCLINE ALL’APOLOGIA DELLA “GLOBALIZZAZIONE” scissa da una “FILOSOFIA” CRITICA DEL CAPITALISMO.
    Almeno ora dovrebbe essere chiaro l’ERRORE in cui da 30 anni persevera tale “sinistra”, nonostante che gli ricordassimo che dalla CRISI del 29 senza il sostegno dello STATO, IL CAPITALISMO NON ESISTEREBBE PIU’ e che IL DEBITO PUBBLICO ALTRO NON E’ CHE UNA FORMA DI VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE: capitale che studiava MARX, LENIN, GRAMSCI E ALTHUSSER, mentre la “sinistra” li metteva in soffitta.
    Sicché non si è capito che le vicende in corso confermavano la concezione critica che da GRAMSCI ed ALTHUSSER indicavano L’ATTITUDINE DELL’ORGANIZZAZIONE DEL POTERE E DELLO STATO CAPITALISTICO ad avvalersi non solo degli APPARATI REPRESSIVI, ma anche DEGLI APPARATI IDEOLOGICI DELLO STATO, che anche tramite Professori e INTELLETTUALI VOLTAGABBANNA puntano alla RIPRODUZIONE DEI RAPPORTI SOCIALI DOMINANTI, RIVENDICANDO LA LEGITTIMAZIONE DEL POTERE VIGENTE – del capitale e dello stato – TANTO PIU’ QUANTO PIU’ESSO PERDA CONSENSO: cioè soprattutto quando IL “DOMINIO” DEI POTENTI E’ IN CRISI.
    Sicché è proprio mentre la c.d. “sinistra” abiurava l’insegnamento MARXIANO e di MARXISTI che hanno colto tale attitudine che i CAPITALISTI, cioè la destra, se ne sono APPROPRIATI per POTENZIARE la LOTTA DI CLASSE dei ricchi. Spiace dire a D’EREMO ché E’ERRATO dire che tutto questo avvenne “SENZA CHE NOI CE NE ACCORGESSIMO”: forse D’EREMO si riferisce ai “sinistri” del suo ambiente.
    Noi non solo ce ne siamo accorti ma abbiamo documentato ciò che stava accadendo e denunciato chi per ripulsa del marxismo subiva l’EGEMONIA dell’IDEOLOGIA “LIBERAL-STATALISTA” più che “neoliberista”. MARTIGNONI può testimoniarlo, come già anche solo i tre “Quaderni” del “Centro IL Lavoratore”: sul conflitto di classe in corso e Costituzione (A. Ruggeri, S.d’Albergo, Pala, Chirico, Agostinelli, ed altri); su l’offensiva ideologica politica economica dei ricchi capitalisti (A. Ruggeri); e sulle lotte internazionali del capitale nel nuovo secolo (M. Sylvers).
    Ci siamo accorti e anche denunciato l’imbelle “sinistra”, che al coperto dell’enfasi (più retorica che scientifica”) sulla cosiddetta “GLOBALIZZAZIONE” che, prima e dopo la “caduta del muro di Berlino”, E’ VALSA AD INFATUARE scienziati e filosofi di ogni indirizzo culturale, con UN FUORVIAMENTO che ha impedito di cogliere la portata effettiva della OPERAZIONE “ECONOMICISTICA” IN CORSO, a SCAPITO della ANALISI corretta dei rapporti tra capitalismo finanziario e sistema istituzionale degli Stati e delle sovranazionalità.
    Da tale SCORRETTA ANALISI ha potuto prendere piede una operazione condotta da destra e dalla “sinistra”, nel segno dalla cancellazione del “LAVORO” e dello “STATO-NAZIONE”: cioè di quelli CHE SONO i PUNTI DI RIFERIMENTO della LOTTA DI CLASSE sia sul TERRENO direttamente SOCIALE ED ECONOMICO, sia sul terreno POLITICO-ISITUZIONALE. Sicché credendo ormai superato “il lavoro” e lo “Stato-nazione” la “sinistra” ha creduto fosse superata anche la “LOTTA DI CLASSE, che viceversa imperversava da parte dei ricchi …
    Donde che è molto opportuno aver richiamati ATHUSSER, GRAMSCI, LENIN studiati e usati, come Marx, dall’avversario di classe, nel vuoto teorico “DI SINISTRA” che avendoli cassati è, per ciò, CADUTA PREDA DELL’EGEMONIA CULTURALE DEL LIBERISMO, ED HANNO RINUNCIATO AD ATTACCARE IL DOMINIO INTERNAZIONALE E NAZIONALE DEL CAPITALISMO.
    Capitalismo che, dunque, NON HA “VINTO” (come dicono “i sinistri” per giustificare la loro abiura), stante che NON C’è STATA LOTTA MA una UNILATERALE RINUNCIA ALLA LOTTA da parte della cosiddetta “SINISTRA”, in realtà “NUOVA DESTRA”.
    Non solo. Tale “sinistra” abiurava la teoria, la lotta e l’autonomia di classe quando, durante UNA CRISI DI CONSENSO DEL “DOMINIO” CAPITALISTA, si assisteva ,contemporaneamente, alla ELABORAZIONE e poi ad una “ESCALATION” di una STRATEGIA ACCURATAMENTE preparata con STRUMENTI DI ELABORAZIONE DI TIPO “PRIVATO”, e con tanto maggiore potenziale di ricaduta pubblica e sullo Stato.
    STRATEGIA che, fin dal 1973, AVEVA COMINCIATO AD APRIRE una NUOVA FASE DI COMANDO DALL’ALTO, con, appunto, la famosa (e tuttavia da troppi dimenticata) “COMMISSIONE TRILATERALE” – come ben detto da MARTIGNONI – , cioè una COMMISSIONE TRICONTINENTALE di studi, non solo “finanziata dalle più ricche famiglie d’America”, ma FINANZIATA E LANCIATA personalmente dagli esponenti più “lungimiranti” del capitalismo privato di tre Continenti, che in nome della ESIGENZA di CONTENIMENTO DEGLI EFFETTI DELLE LOTTE degli ANNI 60/70 ( che con la DEMOCRAZIA aumentavano la COMPLESSITA’ e la difficoltà della “GOVERNABILITA” – parola coniata dalla Trilateral)), aveva lanciato la PAROLA D’ORDINE DI “RIDURRE LA COMPLESSITA”, CIOE’ LA DEMOCRAZIA “TOUT COURT”.
    Il che consente di meglio intendere che SIA QUEL ROVESCIAMENTO di cui LAI si chiede “come ha potuto succedere”, SIA la situazione odierna SONO LO SBOCCO di una politica euro-americana e DI UNA STRATEGIA IDEOLOGICAMENTE ISPIRATA ALL’ENDIADE “LIBERTA’ DI MERCATO/DIRITTI DELL’UOMO, che già sin DALL’800 – da quando MARX aveva lanciato la controffensiva teorico-politica del Capitale – funge (col c.d. “stato di diritto”) da giustificazione di ogni variabile forma di organizzazione ed uso del potere da parte dei gruppi dirigenti economici e politici delle BORGHESIA NAZIONALI – che proiettano se stesse e i loro vertici di governo nelle sovranazionalità, anche contro la democrazia, spesso o quando serve .
    Sicché nemmeno è sufficiente dire (giustamente), del “patrimonio delle fondazioni sottratto ogni anno al Tesoro pubblico” (come cita LAI): le FONDAZIONI sono in sé uno STRUMENTO PROPRIO del CAPITALISMO. Ma va aggiunto che :
    1) anche nella fase della “LIBERTA’ DI MERCATO” sempre vigente sia col liberismo che col keynesismo, LO STATO non solo si è fatto sottrarre ma A TENUTO ATTIVA LA POMPA”FINANZA PUBBLICA”, CONTINUANDO A POMPARE, LE GOMME SGONFIE DELL’ECONOMIA CAPITALISTICA, che è sempre in crisi: LA CRISE’ ECONOMICA DELLA MACCHINA CAPITALISTA che – liberismo o keynesismo – SE NON SI VULE CHE SI FERMI DEL TUTTO, DEVE ESSERE CONTINUAMENTE GONFIATA: sicché non si deve chiamarlo ”liberismo”, ma, sempre, “statal-liberismo” e/o “statal-keynesismo” : donde la crescita esponenziale del debito pubblico e dei deficit di bilancio in tutti i Paesi che, nel capitalismo, è la condizione normale di ogni stato. In secondo luogo:
    2) si deve dire che e’ la cosiddetta “sinistra” che POMPA SOLDI DELLO STATO MENTRE SMANTLLA LO STATO ANCORA OGGI. Si perché LAI saprà, che TUTTO AVVIENE DA QUEL DECENNIO IN CUI GOVERNO’ LA “SINISTRA” CON DIRETTORE DEL TESORO MARIO DRAGHI, che ORA LA “NUOVA DESTRA” chiamata “SINISTRA” l’ha MESSO A “CAPO DEL GOVERNO”.
    Sempre a proposito del POTERE E DELLO STATO dimenticato DA D’EREMO, l’analisi di MARTIGNONI ci consento di ricordare ciò che è ben noto, credo, anche a D’ERAMO; e cioè che il DIBATTITO TEORICO della CULTURA DEI DOMINANTI , ha fatto leva – in nome del primato del “mercato (sia nei sistemi di tipo ‘liberaldemocratico’, sia nei sistemi di tipo “fascista ) – sulla CENTRALITA’ della “QUESTIONE DELLO STATO”, presentatasi come il ”TALLONE D’ACHILLE” della “sinistra” non di MARX (come si tende a far credere alle masse), ma di quella larga (e rivelatasi prevalente) parte dei gruppi dirigenti dei partiti e dei sindacati comunisti che hanno abiurato, e che non hanno mai assimilato, in nome dei tatticismi documentati dalla storia, la lezione di MARX, ENGELS, LENIN e più di recente di GRAMSCI E ALTHUSSER che, con varietà di elaborazione, hanno contribuito a precisare contro i LIMITI “DELL’ECONOMICISMO”, come la LOTTA DI CLASSE (vale anche per D’ERAMO), si esplichi convergentemente SUL TERRENO “SOCIALE” nei luoghi di lavoro e nel territorio e SUL TERRENO “POLITICO” nelle istituzioni. A partire da quelle radicate nelle organizzazioni di base e nei movimenti, per poi risalire coerentemente al CUORE dello STATO, attraverso il sistema istituzionale della Repubblica delle autonomie della nostra Costituzione di SOVRANITA POPOLARE, che viene MUTILATA E CANCELLATA dalla ABDICAZIONE della SOVRANITA’ NAZIONALE fatta in nome dell’IDEOLOGIA LIBERISTA, ISTITUZIONALIZZATA NELL’EUROPEISMO DEGLI APPARATI della UE dei riformisti e liberisti. Mentre gli intellettuali di destra e DI SINISTRA, accreditando che MARX era “un cane morto”, si CROGIOLAVANO SULLA C.D. “DETERRITORIALIZZAZIONE” fraintendendo il fenomeno della TRASFORMAZIONE DELLA SOVRANITA’ DEGLI STATI (niente affatto scomparsi come asserivano) NELLE NUOVE FORME DELL’IMPERIALISMO.

  • Ringrazio Angelo Ruggeri per i suoi preziosi commenti ricchi, per me, di spunti per ulteriori approfondimenti.
    Trovo molto interessanti anche le osservazioni di Gian Marco Mantignoni. Desidero segnalare un piccolo errore numerico, che nulla toglie al valore delle sue considerazioni. A metà testo Mantignoni scrive che nel 2015 le fondazioni USA ammontavano a “86203”. Il dato riportato da Marco D’Eramo nel suo “Dominio”, a p. 29, si riferisce al 2019 ed è di 1871 think tank USA, 8248 in tutto il mondo. Ho controllato la fonte che cita D’Eramo, il “2019 Global Go To Think Tank Index Report” (https://repository.upenn.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1018&context=think_tanks), che dà le stesse cifre correttamente riportate da D’Eramo.
    Grazie per l’attenzione.

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