Ancora su «Io non sono come voi» di Bonera

di Gian Filippo Pizzo (*)

Se è vero che i piccoli scrittori copiano mentre i grandi prendono a prestito allora Italo Bonera è un Grande, perché non nasconde le sue fonti di ispirazione, anzi si fa un vanto di essersi appropriato di «parole, frasi, situazioni» di autori quali André Héléna, Leo Malet e Ross MacDonald, fra i massimi esponenti del noir. Naturalmente poi assemblando il tutto con una sua visione personale in una trama non originalissima ma sicuramente ben architettata.

Questo romanzo di Bonera era giunto in finale al premio Urania 2012, come già gli era successo qualche anno prima (2006) con il precedente «Ph0xGen!» scritto in collaborazione con Paolo Frusca; al contrario di altri finalisti le cui opere sono passate nel dimenticatoio, lui però è riuscito a pubblicarle, anzi «Ph0xGen!» diventerà anche un graphic novel per Multiplayer Edizioni (in cofanetto insieme al romanzo, 2014). Conoscendo i romanzi che in quegli anni hanno vinto il premio Urania, da parte nostra possiamo solo dire che come valore assoluto erano inferiori a quelli di Bonera, ma ovviamente la giuria deve aver tenuto conto anche di altri fattori e dunque penalizzato sia «Ph0xGen!» – forse perché si trattava di una ucronia in un periodo in cui ne uscivano già troppe – sia il presente «Io non sono come voi» (Gargoyle, 2013, pagg 256, per 14,90 euro) in questo caso forse perché anche il fanta-noir sembra inflazionato oppure perché l’aspetto fantascientifico può sembrare secondario.

In effetti, anche se ambientato nel 2059, il romanzo è decisamente un noir in piena regola, gli ingredienti ci sono tutti: un ergastolano che dopo una fuga rocambolesca si vendica di coloro che l’avevano fatto – ingiustamente – condannare, la femme fatale di turno, il sottobosco della microcriminalità della periferia urbana, la polizia corrotta, i giochi di potere ai livelli più alti della scala sociale, omicidi sanguinari, armi micidiali, violenza spesso gratuita, eccetera. Tutto ciò confezionato in una vicenda piena di azione, sesso e morte, un thriller ben calibrato la cui lettura scorre dall’inizio alla fine.

Ma in realtà c’è di più: una metafora impietosa della realtà che stiamo vivendo, in una proiezione futuriale che rispecchia ed esaspera le contraddizioni del nostro presente. C’è un nuovo assetto sociale il cui nome mette già i brividi, la “totaldemocrazia”; c’è la “Divisione Terza”, una sorta di Legione Straniera dedita a tutelare lo status quo con tutti i mezzi e in tutte le parti del mondo; c’è lo strapotere del mezzo televisivo, amplificato grazie a nuovi modelli di talk show di notizie e all’integrazione fra tv e internet, condizionato da giornalisti e presentatori alla ricerca continua di notizie sensazionali e senza nessun rispetto per gli esseri umani. C’è – soprattutto – una società abulica, indifferente, dedita solo al piacere (sesso, alcol, droga), senza qualità, senza prospettive, corrotta e corruttibile.

In questo scenario si muove il protagonista, giovane professore universitario un po’ anarchico – condannato per oltraggio per aver difeso un extracomunitario da un poliziotto prepotente, costretto ad arruolarsi nella Divisione Terza che ne cambierà completamente il carattere – il quale si vendica atrocemente di tutti coloro che hanno contribuito alla sua rovina. «Io non sono come voi» (il titolo è dovuto al fatto che nelle parti in cui è di scena il protagonista il libro è scritto in prima persona) è una sorta di romanzo di formazione a rovescio: non si tratta di acquistare la maturità, ma la consapevolezza di cosa sia il mondo in cui viviamo. Brutto.

(*) Questa recensione di Gian Filippo Pizzo è già uscita su «Carmilla» (ottimo punto di riferimento; se ancora non la conoscete…. andate a vedere). Ricordo che del romanzo di Bonera avevo parlato anche io: quiCi resta solo la rappresaglia la mia recensione. (db)

 

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