Ancora su uno straordinario artista: Jacek Yerka (33)

di Mauro Antonio Miglieruolo

k7Il vero artista (e Yerka lo è, uno dei più grandi del Novecento) trascende le condizioni del vissuto che sperimenta. Vede il reale, che ai suoi occhi appare del tutto irrazionale (Hegel li perdoni tutti questi artistacci che ignorano le implicazioni ultime di ciò fanno, ma sanno bene – quasi bene – ciò che creano), per quello che effettivamente è. Viaggia inoltre tra svariati cosmi e moltiplici esistenze: quelle dei suoi personaggi, le altre che deduce dagli accidenti della Storia e quelli incidenti che incontra nelle altrui storie. Dal pedestre ordinario va direttamente all’ideale e alle possibili alternative utopiche. Costruisce mondi che finiranno per influenzare quelli condensati dalla fluttuante progressione quantistica del processo di costruzione dell’universo.

bb14L’arte certamente è un processo di forme, la forma essendo l’aspetto suo più peculiare; ma è anche funzione di vita allargata, espansione del pensiero, elasticizzazione delle coscienze (cioè, la fantascienza, essenza dell’arte contemporanea!). In altri termini, più brutali e forse fuorvianti, è anche contenuto. È proposta ideologica, asserzione di valori, riflessione sulla vita.

k9*

DOZYWOTNIE WAKACIE*

DROGA*

HOLENDERSKI BUKIET*

JacekYerka-Polishcuisine*

med_26In questa prospettiva possiamo vedere (e ammirare) la tendenza di Yerka al superamento, mentre le rappresenta, delle ossessioni che hanno caratterizzato il Novecento; ossessioni che poi non sono altro che il riflesso di quell’altra ossessione, l’accumulare grandi ricchezze, che tutto corrompe, che crea grandi squilibri e nasconde sotto il diluvio del virtuale (il danaro, che da tempo ha ormai perso ogni riferimento alla produzione materiale), le sofferenze delle persone reali.

SHED OF REBELLIONUn Yerka che dunque va oltre. Che rappresenta ciò che è non edulcorando come avvieni in certi narratori di favole, ma collocando queste contraddizioni produttrici di orrori (da cui la letteratura dell’horror?) dentro prospettive alquanto differenti. Egli avvolge il reale nello sfondo ideale, che in buona sostanza non è altro che l’invito a una serena contemplazione delle cose e sulle cose. Non perché crede o vuole far credere che esse siano effettivamente come le rappresenta (a tale fine, per desiderio di onestà – ma direi anche per far sfoggio di virtuosismo – esaspera, con inaudita eleganza, gli elementi onirici, per ricordarci che siamo in un sogno, in un racconto, in una proiezione), ma per il desiderio di risvegliare le ambizioni delle persone, per indurle a passare dal sogno dell’idillio (spesso in Yerka è presente l’idillio) e dall’idillio all’azione.

SIEDLISKOEssendo la sua un’azione tutta concentrata sul piano estetico, l’azione a cui invita ha un valore estetico, senza alcun risvolto politico immediato, collocata nell’ambito della visione del mondo presente in tanta fantascienza: tensione verso la bellezza e contro le brutture del quotidiano. L’uomo della strada (spesso il giovane adolescente) proprio questo cerca nella fantascienza. Le istanze di bellezza e l’istanza di potere da cui è priovato. Eccolo allora andare in cerca di un riscatto virtuale appassionandosi ai supereroi, oppure meglio, non appena cresce, alla supertecnologia, la cui efficacia pserimenta tutti i gionri e il cui uso è alla portata di tutti, attribuendo a tutti potenzialità paragonabili a quelle “magiche” attribuite a, solo per fare un esempio, Nembo Kid e simili. Il riscatto che suggerisce Yerka però è un po’ più complesso. Non potere, ma NON-necessità del potere. Non il mirabolante, la concitazione, ma la pace. il ristore. Le atmosfere che crea sono le medesime tipica dell’arte naif: scene buloche, lentezza, contemplazione, ideillio, riposo.

SILENCE

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SMIERC MIASTA*

SLIMAK CZYNSZOWYPer quanto attiene invece alle frustrazioni dell’uomo della strada le soluzioni che propone sono le stesse, quelle tipiche della fantascienza (la poesia dei mondi, la forza del divenire, l’inarrestabile procedere dell’utopia): la scomposizione della realtà per ricomporla sulla base delle speranze, della aspirazioni e dell’intuizione dell’uomo medio, in vista di un mondo non migliore per l’eroe, migliore per noi. Per tutti.
Di un mondo pacificato perché dentro la sua opera c’è la pace dell’arte, del sogno e della bellezza che pochi come lui sanno rappresentare.

STWORZENIE WODY*

vedi anche: https://miglieruolo.wordpress.com/

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

Un commento

  • lascia ester(re)’fatti’…grande tecnica e fantasia ma anche grande…pusher…

    Grazie per queste segnalazioni lisergiche
    di somma arte

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