Andria e San Lazzaro: ancora morti sul lavoro
di Vito Totire (*)
MORTE A SAN LAZZARO (E ANDRIA): SI POTEVA E DOVEVA PREVENIRE
Abbiamo sempre detto che il cordoglio del “giorno dopo” (manifestato dalle istituzioni) anche quando è sincero non serve quasi a nulla.
Per l’ennesimo morto sul lavoro, questa volta a San Lazzaro di Savena (Bologna) – Ait El Hajjam Brahim, 48 anni, è morto in un cantiere sotto il sole a San Lazzaro – come per il decesso di Andria (Vincenzo Conversano di 59 anni) occorre fare una indagine approfondita senza limitarsi a frasi di circostanza.
Come è noto, ad Andria solo qualche giorno fa, è morto un bracciante. Erano le sei del mattino; non tutto si spiega e si previene pensando al caldo. Le ordinanze che vietano di lavorare in alcune fasce orarie sono ormai indispensabili ma non risolvono tutto e peraltro inducono contraddizioni che non possono essere rimosse come se le ordinanze fossero bacchette magiche. In particolare in Puglia, diversi anni fa – prima che le istituzioni si accorgessero del “caldo” – abbiamo fatto una proposta , rimasta inascoltata, su come approcciare e contenere i rischi lavorativi. Ora sappiamo che a Molfetta è in programma una riunione dell’ordine degli ingegneri in una sala della Ausl : buon lavoro!
Auspichiamo l’avvio di un dialogo sulle nostre proposte sul lavoro in agricoltura e in postazioni isolate e in generale sul lavoro a rischio.
Alcune precisazioni:
• I mutamenti climatici non sono stati causati dai lavoratori ma da un sistema
produttivo capitalistico scellerato; tuttavia lavoratori e “poveri” in generale ne subiscono le conseguenze se pensiamo anche alla strage che si è verificata in queste settimane di giovani annegati (troppo poveri per andare in piscina)
• Fatta questa constatazione occorre mettere in chiaro che gli effetti dei mutamenti climatici non devono pagarla i lavoratori
• Per esempio la cassa integrazione per alte temperature deve comportare SALARIO PIENO COSI’ COME DEVONO ESSERE GARANTITE AI LAVORATORI REIDRATAZIONE, PAUSE E DPI (cioè dispostivi individuali di prevenzione) ADEGUATI
• L’anno scorso un imprenditore del ferrarese ha lamentato il fatto che non riusciva a trovare braccianti; qualcuno nel “palazzo” ha ascoltato? si è posto le domande necessarie? Pare di no: il bracciante dalle 12.30 alle 16 viene retribuito ? e cosa fa: aspetta sotto un albero ? va a casa in bici e ritorna alle ore 16?
• In Puglia l’anno scorso una coraggiosa giornalista free-lance ha documentato e denunciato che nella frazione di Monopoli detta «il capitolo» (e chissà dove altro ancora) braccianti schiavizzati lavoravano ignari della ordinanza del “governatore”
• DOMANDE e FATTI CONCRETI VENGONO RIMOSSI DALLE ISTITUZIONI
• NOI NON RIMUOVIAMO LA ANALISI DELLE CONDIZIONI MATERIALI DEI LAVORATORI E STIAMO RIPETENDO NELLE ASSEMBLEE OPERAIE, CHE LE PAUSE DEVONO ESSERE RETRIBUITE
SIGNORI GOVERNATORI CHE EMANATE ORDINANZE DA SITI CON ARIA CONDIZIONATA SENZA VIGILARE CHE VENGANO RISPETTATE E SENZA PREOCCUPARVI DEI LORO EFFETTI CONCRETI !
• arrivati a questo livello di schiavismo e di deregulation le ordinanze appaiono come un possibile salvavita ma non si può rimuovere una domanda : il sistema imprenditoriale è così cinico econfuso da non aver capito che la questione delle alte temperature è un fattore di rischio che deve essere incluso nella valutazione del rischio?
• Le ordinanze regionali sono state emanate perché si deve prendere atto che le cosiddette “imprese” – spesso temerarie e sempre pronte ad autocelebrarsi – non sono capaci e soprattutto non intendono fare prevenzione , c’è quindi bisogno di ordinanze come una sorta di protesi giuridiche istituzionali che peerò NON SONO SUFFICIENTI A VENIRE A CAPO DEI PROBLEMI
• PER VENIRE ALL’ULTIMO LUTTO DI S.LAZZARO : la causa è stata il caldo? Non bisogna approfondire se quel lavoratore/imprenditore marocchino fosse portatore di qualche forma di vulnerabilità? Gli organi di stampa preannunciano la effettuazione della autopsia; ne prendiamo atto: ma come per la strage di Suviana LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO GIA’ EFFETTUATA NON CI DICE NULLA?
• Nelle assemblee operaie stiamo sostenendo che il medico aziendale deve convocare a colloquio e visitare tutti gli operai che gli risultino a particolare rischio per ragionare con loro e con il medico di base di eventuali precauzioni da adottare oltre a quelle utili per tutti i lavoratori a prescindere da condizioni soggettive di maggiore vulnerabilità
• E veniamo al punto : Ait El Ajjam Brahim AVEVA FATTO VISITE DI IDONENITA’ AL LAVORO? La stessa domanda ce la siamo posta per il povero bracciante morto ad Andria. Ma nel caso di Brahim la questione potrebbe essere più complicata; può accadere che un “imprenditore” come Brahim non abbia fatto visite di idoneità per “risparmiare”? Non sarà che questo possa avere comportato una
soluzione di continuità nella catena della sicurezza, che è peraltro storicamente peculiare del sistema dei sub-sub-appalti?
• Che Brahim fosse un imprenditore non saremo noi a metterlo in dubbio ma non sarà uno di quei cosiddetti “padroncini” che nella disgregazione del marcato del lavoro hanno occupato le nicchie lasciate vuote dalla “grande fabbrica” del secolo scorso?
• Il committente (Comune di San Lazzaro) non avrebbe dovuto sincerarsi del fatto che TUTTI I LAVORATORI OPERANTI IN CANTIERE FOSSERO NELLE CONDIZIONI PSICOFISICHE IDEALI PER SOPPORTARE RISCHI E CARICHI DI LAVORO ?
• Non se ne è occupato oggi? Non sappiamo; lo farà domani? Si vedrà
• Esprimiamo la nostra solidarietà ai familiari del povero lavoratore deceduto a siamo disponibili al supporto, ovviamente pro bono, per eventuali questioni di copertura assicurativa.
Come RETE NAZIONALE LAVORO SICURO DAL GIORNO DELLA NOSTRA FONDAZIONE (26 MAGGIO 2022) PROPONIAMO TRE PUNTI
• Garantire uguale speranza di vita , di salute e di benessere lavorativo a tutti/e senza alcuna discriminazione
• Sulla sicurezza intervenire il “giorno prima” e non “il giorno dopo”
• La strada maestra della prevenzione è rafforzare il potere dei lavoratori senza deleghe attraverso la convocazione delle ASSEMBLEE DI GRUPPO OPERAIO OMOGENEO…se vogliamo davvero fermare la strage nei luoghi di lavoro.
(*) Vito Totire è portavoce della Rete Nazionale Lavoro Sicuro
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La “coraggiosa giornalista freelance” citata da Totire è Valentina Furlanetto: il suo filmato apparve su X nell’agosto 2024 e venne poi ripreso da molti media. Ha scritto diversi libri di inchiesta tra cui “L’industria della carità” e “Noi schiavisti di massa” che consigliamo.