Animato arrabbiato alle nove di sera.. Alessandro Pedretta

di Sandro Sardella
Hold on.. tieni duro .. poesie di un conquistare quasi
clandestino in un silenzio rumoroso

che accerchia ..
uno scrivere a mano .. un esibire uno sguardo complice ..
suono condiviso .. di contrabbando .. che passa di mano
in mano .. parole superstiti .. nel sobborgo varesino ..
non risolvono trasportano .. vivide .. animate ..
arrabbiate .. in un insistente misurarsi con la miseria
e la gloria del vivere ..

da «CONTA FINO A Z E R O»
(edizione L’ArgoLibro – Agropoli/Salerno – 2013)

LA ROSA
A lei non piace
che le si dica buongiorno.
Lei scivola per la sera
e si racconta delle storie.
Si arrabbia, ti offende
poi ti guarda
come un cielo sereno.
Non parla con gli altri
ma con i fantasmi
che da anni si porta.
Beve serena il suo whiskey
poi con calma si siede.
Rosa è una donna
che il mondo non vede
e che lei osserva
solo di striscio.
Poi di colpo si sveglia,
cammina per strada,
cerca un’alcova,
un doloroso successo.
Forse Rosa
non lo sa neanche lei,
per me questo
è un cuore perfetto,
un’indole distratta.
Rosa respira
e si cuoce nei suoi umori.

UN’UBRIACATURA ANTROPOLOGICA
Io sono come
un’ubriacatura antropologica
che ti prende e ti schiaccia
o ti frusta e poi ti innalza,
qualcosa che la natura
mi ha diabolicamente concesso
o che la mia stirpe da sottosuolo
mi ha donato con cura.
Ho nel sangue
molti effetti tanti eccessi
gesti fessi.
Non avrò altra ebbrezza
al di fuori di me,
nugoli di paranoie
e amplessi col cielo.
E’ una morfologia esuberante,
scontri encefalici,
piroette in pensieri calpestati,
la psicomotricità dell’insano.
Sono come
un’ubriacatura antropologica,
la preistoria urlante
della mia razza,
un milione di dubbi, tante grida,
un capogiro che dura
per sempre.

LA MIA PENNA ATROCE
La mia penna atroce
scavalca i muri,
si prende gioco di me
saltandomi addosso all’improvviso.
La mia penna atroce
è un teorema decretato
da uno squilibrio ignoto.
La mia penna atroce
si fa beffe del poeta noto
degli spettacoli in equilibrio
dei giganti morti con tomi in cenere.
La mia penna atroce
è una fuga veloce
da ogni cosa.
È un sistema deviante,
una coda che frusta,
tante lettere
e un fuoco
dentro.
La mia penna atroce
non mi chiede perdono
e mi alita in faccia,
mi innalza e tira schiaffi,
è un gioco tremendo,
un boato perduto,
la scala dei tuoi valori
capovolta.

Alessandro Pedretta .. (mi scrive): Sono nato a Como 39
anni fa, vissuto a Milano fino a 33 anni, ora a Varese. ..
Ho sempre scritto tra i fumi di tossicodipendenze varie –
quelle delle droghe e quelle del lavoro sottopagato.
Lascio i fumi delle droghe ma non quelli dello sfruttamento
del lavoro, trasferendomi da MI a VA. .. Attualmente
pulisco ditte, fabbriche e stabilimenti con macchinari di
ultima generazione, assomigliando asetticamente sempre
più a queste ma cercando di tener viva dentro me una
fiamma diciamo almeno umana. .. Pubblico tre libri di
poesie e creo un collettivo di scrittori chiamato Nucleo
Negazioni, col quale pubblico 2 libri. In uscita a breve il
terzo: «Effetti Munroe», una raccolta di racconti.
L’ultimo mio libro di poesie è pubblicato con Edizioni
Le Gru: «Non chiedetemi il significato».

Redazione
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