Appello da Cagliari degli Hibakusha

«Italia abbia coraggio di sostenere la messa al bando delle armi nucleari»

comunicato della Rete italiana per il disarmo

Calorosa accoglienza agli Hibakusha (sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki) in viaggio con la Peace Boat da parte delle organizzazioni pacifiste nazionali e sarde. Cagliari è stata l’unica tappa italiana del tour 2017.

Nell’anniversario del devastante bombardamento sulla città nel corso della Seconda guerra mondiale – 13 maggio 1943 (*) – ha attraccato ieri a Cagliari (per la prima tappa europea ed unica italiana del tour 2017) la Peace Boat, la nave che ospita e porta in tutto il mondo le testimonianze dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki. Una viva e vibrante testimonianza della piena inumanità degli ordigni nucleari che si è snodata per tutta la giornata in numerosi incontri ed eventi promossi ed organizzati da Rete Italiana per il Disarmo e Senzatomica in collaborazione con le organizzazioni pacifiste sarde (Emergency, ARCI, Tavola Sarda della pace, Movimento Nonviolento, Associazione Culturale Theandric, GIT Sardegna Sud – Gruppo delle socie e dei soci di Banca Popolare Etica, CSS con l’adesione inoltre di Amnesty International, ANPI, Comitato d’Iniziativa Costituzionale e Statutaria, Rete della Pace, Assotziu Consumadoris Sardigna).

Dal 2008 l’ONG internazionale con sede in Giappone “Peace Boat Hibakusha Project” organizza periodicamente con i sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki (gli Hibakusha) un viaggio globale per un mondo libero dal nucleare. Il progetto “Global Voyage for a Nuclear-Free World” è accreditato presso le Nazioni Unite e rilancia attivamente attività educative e tematiche relative al Disarmo e allo Sviluppo Sostenibile, attraverso campagne internazionali di abolizione delle armi nucleari e prevenzione dei conflitti armati. Fino all’agosto 2016, circa 160 Hibakusha hanno già percorso le rotte di tutto il mondo dando testimonianza sugli effetti della bomba atomica e richiedendo l’abolizione degli armamenti nucleari.

«La tappa in Sardegna è particolarmente appropriata per la grande attenzione che questi temi sollevano in una terra che da troppi anni é stata obbligata a cedere una larga parte del proprio territorio a poligoni e basi militari, spogliando di qualsiasi potestà le istituzioni locali e i cittadini sardi» afferma Franco Uda, responsabile nazionale Pace dell’ARCI (e segretario regionale per la Sardegna) una delle organizzazioni territoriali che hanno promosso le iniziative cagliaritane a corollario dell’arrivo della Peace Boat.

Dopo una prima calorosa accoglienza da parte di oltre 150 persone, nella meravigliosa cornice della Basilica della Bonaria, la delegazione della Peace Boat (composta da 3 diretti sopravvissuti alle atomiche del 1945 e da altri Hibakusha di seconda e terza generazione) ha incontrato in mattinata i ragazzi dell’Istituto Superiore Buccari, per una toccante testimonianza della loro esperienza di vittime. E per passare il testimone dello sforzo per la Pace e per la cancellazione della guerra dalla storia anche alle giovani generazioni.

Importante dal punto di vista politico l’incontro del primo pomeriggio con i rappresentanti delle Amministrazioni territoriali (l’assessore regionale Filippo Spanu e quello comunale Ferdinando Secchi) ed alcuni parlamentari sardi: i deputati Michele Piras e Gian Piero Scanu e il Senatore Roberto Cotti.

Dopo l’ascolto degli Hibakusha è stata sottolineata la consonanza di origine (isolana, con grande longevità che porta saggezza) e di prospettiva nella volontà di costruzione della pace.

«Per questi motivi è importante che tutta la politica, certamente quella nazionale ma anche quella locale sotto la spinta della società civile di ciascun territorio, si faccia carico di questo percorso di disarmo nucleare» commenta Francesco Vignarca coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo: «noi, insieme a Senzatomica, saremo a New York per la prossima sessione di negoziati e ci piacerebbe vedere la presenza anche di alcuni parlamentari, come forma di pressione sul Governo italiano affinché inverta la rotta su questo tema. Anche perché siamo convinti che la maggioranza dei nostri concittadini sia convinta della necessità del disarmo nucleare, a partire dall’eliminazione degli ordigni presenti sul nostro territorio».

La serie di eventi della giornata si è conclusa nel pomeriggio con un partecipatissimo evento pubblico, aperto dalle note verdiane con cui alcuni elementi dell’Orchestra Nazionale Venezuelana (che sta accompagnando il viaggio della Peace Boat) hanno voluto omaggiare la sala MiniMax del Teatro Massimo di Cagliari riempita in ogni posto disponibile da oltre 200 persone. Ancora una volta le asciutte ma profonde parole degli Hibakusha hanno dimostrato l’inumanità delle armi nucleari, capaci di cancellare in pochi secondi intere città e provocare centinaia di migliaia di vittime, e sono risuonate chiare le parole della loro richiesta di fondo: «Lavoriamo insieme per una messa al bando delle armi nucleari! Italia e Giappone non dovrebbero frenare il tentativo di un Trattato internazionale ma al contrario avere il coraggio di favorirlo». L’appello anche al nostro governo è cambiare la posizione espressa negli ultimi mesi partecipando attivamente alla prossima sessione di negoziati che si terrà a New York da metà giugno 2017.

Un impegno contro la guerra e per la costruzione della pace che deve partire da ciascun territorio. «Gli Hibakusha che hanno voluto fare tappa nella nostra terra – commenta Carlo Bellisai del Movimento Nonviolento di Cagliari – con le loro toccanti testimonianze ci hanno ricordato che il pericolo della guerra nucleare è più attuale che mai. Noi sardi dobbiamo trovare la forza, l’unità, il coraggio e la migliore strategia per fare la nostra parte: l’ingombrante presenza delle basi militari e la produzione di ordigni della RWM di Domusnovas, complici della strage di civili yemeniti, sono pesi di cui vogliamo liberarci per un futuro senza più guerre».

(*) Sui bombardamenti a Cagliari vedi in “bottega” Scor-data: dal 17 febbraio 1943  e  Dimenticare la guerra (in casa), recensione a «Cagliari 1943: la guerra dentro casa», un lavoro sulla memoria di Pier Paolo Piludu. [db]

 

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