Appello per Sultana Khaya

Diritti umani violati nel Sahara occidentale occupato dal Marocco – Appello al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli

a cura della Rete Saharawi ODV

 

La Rete Saharawi ODV e le 62 Associazioni impegnate nei settori della solidarietà e la difesa dei diritti umani chiedono, e tramite Lei al Parlamento Europeo estendendo la richiesta all’intera Unione Europea, di intervenire umanamente e politicamente presso il Regno del Marocco sulla grave situazione determinata dalla prigionia di fatto a domicilio di Sultana Khaya, attivista saharawi per i diritti umani dei nativi saharawi, vittima con la sua famiglia di repressione e di persecuzione politica, confinata presso la propria abitazione.

Sultana è costretta dal 19 novembre 2020, all’isolamento domiciliare, nonostante nessuna accusa né atto formale di detenzione le siano stati notificati.
Di seguito le invio informazioni sintetiche sulla situazione generale di violazione dei diritti umani e sulle persecuzioni subite da Sultana e la sua famiglia, situazione ampiamente documentata da 2 foto e video online e da rapporti di organizzazioni internazionali per i diritti umani come Amnesty International (1); Front Line Defenders (2); Human Rights Watch (3).

Prima della rottura del cessate il fuoco del 13 novembre 2020, le forze di occupazione marocchine hanno avviato una campagna contro i giornalisti e i difensori dei diritti umani saharawi, in particolare i membri dell’Instancia Saharawi contra la Ocupación Marroqui (ISACOM). Negli ultimi 6 mesi sono stati registrati più di 720 incidenti che restano impuniti. Sono ad oggi oltre 30 i prigionieri politici di origine saharawi condannati per aver difeso il diritto all’autodeterminazione del loro Popolo, nativo del Sahara Occidentale.
Da molti anni il Sahara Occidentale occupato è rigorosamente chiuso al controllo internazionale (giornalisti, parlamentari, europei, osservatori ai processi), compreso l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani.

La potenza occupante, il Marocco, sebbene non abbia alcun mandato, amministra la giustizia, gli affari interni l’economia e viola ripetutamente i diritti umani con campagne sistematiche di vessazioni e terrore contro gli attivisti non violenti saharawi, per soffocare proteste pacifiche e manifestazioni di opinione. La repressione non risparmia nessuno, le donne sono le più bersagliate, come l’attivista dei diritti umani saharawi Sultana Khaya e della sua famiglia – compresa la madre di 84 anni e i bambini di cui il più piccolo di 2 anni. La famiglia dal 19 novembre 2020, subisce l’isolamento domiciliare ed è sottoposta a gravi violenze fisiche, psicologiche e aggressioni gravissime come il contagio indotto per contrarre il virus del Covid 19, documentato dal report di CODESA (Collectif des Difenseurs Saharaouis des Droits Humains) dell’11 aprile 2021 (di seguito) e da recenti comunicazioni apparse su riviste internazionali e sui social, di seguito evidenziate:
– Il 10 e il 12 maggio, decine di agenti di polizia marocchini incappucciati hanno fatto
irruzione all’alba nella casa a Boujdour di Khaya, mentre la famiglia dormiva e hanno
arrestato Babuizid Mohammed Saaed Labhi (Presidente del CODESA), Salek Baber e Khaled Boucraya che vivevano lì per sostenere la famiglia costretta all’isolamento forzato da parte delle autorità del Regno del Marocco; hanno picchiato due membri della famiglia, distrutto mobili e oggetti e rubato documenti, denaro, computer e il telefono di Sultana diffondendo online l’audio di conversazioni private con la sua psicologa e la nipote, circa lo stupro subito dalla giovane.
– Il 22 agosto all’alba agenti di sicurezza marocchini hanno fatto una nuova incursione a casa di Sultana facendo razzia, aggredendo i familiari e lanciando sostanze tossiche non
identificate e che possono aver provocato il Covid sia lei sia alla madre. Queste le parole di Sultana rivolge in una lettera aperta all’ONU e al Congresso USA: “La sofferenza che io e la mia famiglia sopportiamo è un test sulla capacità della Comunità Internazionale e del sistema giuridico, di dare protezione ai civili del Sahara occupato”.
– Il 1° luglio 2021, un appello (4) viene lanciato da Mary Lawlor, Relatrice speciale delle
Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, Clément Nyaletsossi
Voule, Relatore Speciale sui diritti alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di
associazione, Morris Tidball-Binz, Relatore Speciale sulle esecuzioni extragiudiziali,
sommarie o arbitrarie e Melissa Upreti (presidente), Dorothy Estrada-Tanck
(vicepresidente), Elizabeth Broderick, Ivana Radačić e l Meskerem Geset Techane,
gruppo di lavoro sulla discriminazione contro le donne e le ragazze.

Si legge nell’appello:
“Il Marocco deve smettere di prendere di mira i difensori dei diritti umani e i giornalisti che
difendono le questioni relative ai diritti umani relative al Sahara occidentale e consentire loro di lavorare senza rappresaglie, ha affermato Mary Lawlor, relatrice speciale oggi riunione sulla situazione dei difensori dei diritti umani”.
– Il 15 settembre il Fronte del Polisario, legittimo rappresentante politico della R.AS.D., ha
inviato alla vostra attenzione la richiesta di candidatura di Sultana al Premio Sarajov.
In considerazione dei fatti sopra esposti siamo a chiedere che:
• sia assicurato da tutte le parti coinvolte nel conflitto che il Regno del Marocco rispetti le
norme del Diritto Internazionale Umanitario, inclusa la Quarta Convenzione di Ginevra, nel Sahara Occidentale relativa al rispetto della nativa popolazione saharawi, residente nel territorio del Sahara Occidentale;
• l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani invii urgentemente una missione di osservatori nel territorio non autonomo del Sahara Occidentale occupato dal Regno del Marocco e riferisca alla prossima Sessione del Consiglio per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani nel territorio del Sahara Occidentale;
• il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite organizzi un dibattito sulla situazione nel Sahara Occidentale e definisca il mandato di Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori occupati non autonomi del Sahara occidentale.

RingraziandoLa per l’attenzione, conoscendo la sua sensibilità per la tutela dei diritti, che accorderà alle nostre segnalazioni e richieste, Le invio i più sentiti saluti

Il Presidente della Rete
Ivan Lisanti

NOTE:

  1. MDE 29/4404/202; https://www.amnesty.org/en/documents/mde29/4198/2021/en/

2) https://www.frontlinedefenders.org/en/case/woman-human-rights-defender-sultana-khaya-was-sexuallyassaulted?fbclid=IwAR1rws57IpEWfo3LMIGW-QUhfPvVlCvQ-WT_tQbNr7bJj3GvE8M7EmnAjtY

3) https://www.hrw.org/news/2021/03/05/western-sahara-harassment-independence-activist

4) https://srdefenders.org/maroc-un-expert-des-droits-de-lhomme-de-lonu-denonce-la-repression-contre-les-defenseurs-desdroits-de-lhomme/

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