Appello urgente alla holding Amadori

di Davide Fabbri

Appello urgente al presidente della holding Amadori spa Flavio Amadori e al vicepresidente Denis Amadori.
Occorre rallentare la produzione.
Occorre ridurre il numero degli operai e degli impiegati sul posto di lavoro.
Sia nei reparti dello stabilimento Avi.Coop a San Vittore di Cesena, che nello stabilimento di Santa Sofia.
E’ urgente la messa in sicurezza dei reparti.
Se non si è in grado di fare questo, occorre fermare temporaneamente la produzione e fare ricorso agli ammortizzatori sociali.
Al primo posto – in maniera assoluta – viene la salute. Solo dopo vengono il profitto e la rendita del Gruppo Amadori. Nessuna commessa vale più della salute dei lavoratori.
La situazione emergenziale da Covid-19 deve imporre ad Amadori misure scrupolose per garantire la sicurezza e la salute di chi si reca al lavoro.
Sono in contatto con decine e decine di lavoratori del gruppo. I lavoratori sono fortemente preoccupati per le scarse condizioni di sicurezza. Il loro stato d’animo è di forte paura, angoscia, incertezza.
Molti di loro sono arrabbiati poiché stanno chiedendo inutilmente provvedimenti urgenti e massime garanzie per lavorare a contatto con altri colleghi senza ammalarsi di Covid-19.
Ai sensi dell’accordo nazionale sulla sicurezza del 14 marzo scorso fra Governo, Imprese e Sindacati, le aziende non sono obbligate a sospendere la propria attività a causa della pandemia ufficializzata dall’OMS. Chi rimane aperto – però – deve garantire tutte le misure di sicurezza per i lavoratori, garanzie attualmente non presenti all’interno degli stabilimenti di Amadori: distanze di sicurezza e presidi necessari per non essere contagiati.
Questo perché il luogo di lavoro non può trasformarsi in un luogo di contagio. Se non si è in grado di garantire rigorosamente la sicurezza dei lavoratori, l’azienda deve sospendere la propria attività.
Nello stabilimento di San Vittore di Cesena i dipendenti sono circa 2.600 e lavorano suddivisi in diversi reparti produttivi (macello, taglio polli, tacchini, elaborati crudi, wurtstel, prodotti speciali, spedizioni, magazzini).
Tanti lavoratori del gruppo Amadori lavorano a Santa Sofia, nello stabilimento dell’ex “Pollo del Campo” (azienda acquisita nel 2005).
Le forti criticità segnalate dai lavoratori sono:
– Difficoltà a garantire le distanze di sicurezza degli operai all’interno delle linee produttive (e negli uffici) poiché non sono state allargate le postazioni di lavoro nelle linee di produzione.
– Le mascherine protettive consegnate ai lavoratori non sono adeguate al caso: sono quelle antipolvere FFP1, insufficienti per proteggere dal virus.
– I lavoratori devono avere tutti i DPI (Dispostivi di Protezione Individuali) adeguati; è possibile infatti che si rechino al lavoro persone contagiate positive asintomatiche o con sintomi simil influenzali lievi, che possono inconsapevolmente provocare danni gravi; pertanto è necessario utilizzare mascherine adeguate e omologate FFP3 o FFP2 con marcatura CE.
– Assembramento dei lavoratori nelle aree comuni: spogliatoi nei cambi/turno e sale ristoro/mensa non molto capienti.
– Organizzazione e turni di lavoro. In diversi reparti vi sono tre turni di lavoro giornaliero, con un turno notturno; tutto ciò sta servendo a poco, non è sufficiente: quello che serve è il rallentamento della produzione e il ridimensionamento del numero dei lavoratori presenti sul posto di lavoro.

Occorre pertanto ridurre il numero dei lavoratori da far convogliare sul posto di lavoro, rallentare la produzione, sospendere parzialmente le attività non ritenute prioritarie.

In gioco non c’è “solo” la salute dei tanti lavoratori che si recano sul posto di lavoro a San Vittore di Cesena e a Santa Sofia, ma di tutte le nostre comunità; perché continuare a uscire di casa per andare al lavoro aumenta notevolmente il rischio di contagio.

Cesena, 17 marzo 2020

Davide Fabbri, blogger indipendente

Davide Fabbri

3 commenti

  • Davide Fabbri

    GRUPPO AMADORI. DONAZIONI SPOT PER FARSI PUBBLICITA’
    Le cospicue donazioni degli imprenditori, quelle autentiche, si effettuano senza raccontarlo a nessuno. Senza farsi pubblicità. Pertanto stona il fatto che il presidente della gigantesca holding AMADORI spa (Flavio Amadori), in pompa magna, trasformi di fatto le proprie donazioni finalizzate ad acquistare attrezzature medicali per diverse strutture sanitarie, in trovate pubblicitarie a vantaggio del proprio gruppo imprenditoriale, in operazioni ben azzeccate di marketing.
    Se il gruppo AMADORI ha veramente a cuore i propri dipendenti, faccia queste semplicissime azioni, richieste da centinaia e centinaia di lavoratori dello stabilimento di San Vittore di Cesena e di quello di Santa Sofia. Sarebbero azioni molto più utili:
    – Si rallenti la produzione di carne, al fine di ridurre i ritmi di lavoro, al fine di garantire maggiore sicurezza per gli operai;
    – Si riduca il numero degli operai da collocare nei vari reparti di produzione, al fine di tentare di arginare – in questo periodo di emergenza – il contagio da corona virus.
    Davide Fabbri, blogger indipendente

  • Maria Teresa Messidoro

    ti siamo accanto in questa lotta, solo apparentemente impari. In Val di Susa diciamo che resistere è esistere. Siamo disponibili a diffondere la tua voce. Ci piacerebbe raccontare la tua storia,, cocciutamente, perchè sì, restiamo in casa, ma non spegnamo il cervello

  • Davide Fabbri

    Grazie Maria Teresa. Diffondere la mia voce – ignorata dall’informazione mainstream di regime – è cosa buona e giusta. A fronte della pubblicazione delle mie ultime inchieste pubblicate qui in Bottega (non solo la holding della carne Amadori, ma anche Technogym e Bcube, Cafar di Gatteo, Iper a Savignano sul Rubicone, Nuovo stabilimento Arca in area agricola a Cesena, azienda Giuseppe Zanotti di San Mauro Pascoli, Soilmec del Gruppo Trevi a Cesena, Laboratorio Unico AUSL della Romagna, etc.) sto ricevendo tantissimi messaggi e telefonate di apprezzamento. Le mie inchieste sono semplici affreschi sulla voracità e sull’ingordigia del potere. Io sono semplicemente un cittadino attivo, frenetico, intransigente, che si fa guidare dalla curiosità, al servizio della collettività, un cittadino ben informato, un attivista politico, un blogger indipendente che fa informazione non allineata, non asservita ai poteri del territorio. Un uomo libero, non ricattabile. Che fa, che agisce, che si spende, senza risparmiarsi, senza chiedersi se tutto questo conviene. Anche tu Maria Teresa (salutami la splendida Val di Susa) mi incoraggi di fatto ad essere ancora di più coerente, lucido, mai convenzionale. Pertanto sono ovviamente disponibile a raccontare la mia storia, il mio impegno per il bene del mio territorio. Trovi tutti i miei riferimenti in fondo a questo mio commento. “La storia italiana ci racconta che c’è sempre l’ossessione di un uomo dietro una vicenda collettiva. C’è sempre un visionario che è costretto a vedere prima degli altri e che denuncia tutto correndo il rischio di non essere creduto”. (Angelo Ferracuti, scrittore)
    Davide Fabbri, blogger indipendente
    Telefono e WhatsApp 333 1296915
    Email: davidefabbriblogger@gmail.com

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