Italia, fra qualche tempo (forse)

«Sicuri che qui non possiamo essere intercettati?».

L’uomo in divisa quasi sorrise: «Signor ministro se lei non si fida più nemmeno di me…».

«Siete gli unici tre di cui mi fido, oltre al capo».

Risatine.

«A ogni modo… generale, lei da questo momento è Zoppas».

«Posso sapere perchè Zoppas?»

«Solo perchè prima ho visto un frigorifero. Per favore non mi interrompa, il tempo stringe. Lei è Zoppas, i suoi collaboratori Cip e Ciop, D’accordo?».

Tre voci all’unisono: «Certo»

«Bene, ho due domande per Zoppas. Poi ci salutiamo. Tutti i sottintesi, i problemi pratici li vedete voi».

«Ministro…»

«No da adesso io sono Parsifal».

«Bene… le domande sono di Parsifal o del capo?».

«A ognuno il suo mestiere. Il capo decide e io poi penso al modo e al momento. Voi mettete in pratica. Chiaro?».

«Dipende dalle domande».

«Mio caro Zoppas avverto un tono giocoso ma le assicuro che c’è poco da ridere. La situazione nel Paese è drammatica. E stanno per mollarci persino gli Usa e il Vaticano. Gli scommettitori di Londra ci danno a casa fra una settimana… e in galera fra un anno».

Pausa a effetto. E subito con tono più alto.

«Ovviamente se dobbiamo finire in galera tutti i documenti depositati in certe banche svizzere… circoleranno. E con noi salteranno un bel po’ di teste»

«Muoia Sansone con tutti filistei» sussurrò Cip (o forse era Ciop) ma nessuno lo degnò di uno sguardo.

Fra Zoppas e Parsifal ci fu un lungo sguardo poi un cenno.

«Le due domande allora».

«Sì. Prima però il mio grazie e quello del capo per essere qui. Generale lei sa quanto…».

«Ho capito e poi mi chiami Zoppas. Lei dice che il tempo stringe, io non amo i discorsi. Le due domande».

«Lei è in grado di assicurarmi che a livello di servizi segreti, polizia e carabinieri … chi è nei posti-chiave non ci ostacolerà qualunque cosa facciamo?».

«No».

«Cosa vuol dire no?».

«Parsifal… stiamo parlando di un golpe o di una provocazione?».

«Un attentato sanguinoso».

«Quando e contro chi?».

«Il quando lo decido io con il capo. Contro chi invece è affar vostro, intendo suo, di Cip e Ciop. Ripeto: possiamo contare che ai livelli più alti nessuno ci ostacoli?».

«Sinceramente credo di no. Ai vertici ci sono tutte persone di destra o comprabili ma… con idee diverse sulla fase. O forse meno ottimiste di … noi. Sinceramente non scommetterei su un assenso totale». La voce si abbassa ma poi Zoppas conclude deciso: «a meno che non sia credibile, quasi credibile, che sono stati i rossi».

«O gli islamici».

«Sì certo, ma dipende a cosa si vuole arrivare».

«Allo stato d’emergenza».

«Ci vorranno molti morti…».

«Non mi dica che è un problema».

«Il mio solo problema, anzi il nostro, è se la menzogna regge un giorno, un mese o tre anni. Ci bastano 12 mesi?».

«Sì».

«Bene, le faremo un paio di proposte di massima sugli obiettivi. Entro due giorni esatti». Si gira verso Cip e Ciop che muovono il capo in segno di assenso e poi riprende: «Lei sceglie e al resto pensiamo noi».

«Grazie Zoppas e grazie anche a voi».

«La seconda domanda?».

«Se vi beccassero con le mani nel sacco…»

«No, scusi se la interrompo ministro, volevo dire Parsifal: se ci beccassero con le mani nel sacco». L’uomo in divisa è quasi teatrale nel sottolineare con la voce quelle due parole: «ci beccassero».

«Ci beccassero…. appunto. Siamo in grado di fuggire al sicuro?».

«In quanti?»

«Venti, trenta persone non di più… compresi i presenti».

«In luoghi irraggiungibili o senza estradizione?».

«Allo stato dei fatti… cosa è meglio?».

«Sparire nel nulla».

«Ma è tecnicamente possibile?».

«Se centinaia di gerarchi nazisti sono andati a spasso liberi e tranquilli per decenni in America latina…»-

«Ma poi gli ebrei beccarono quel tipo…»

«Eichmann sì, ma fu uno dei 2-3 che scovarono. Tutti gli altri sono morti nelle loro ville. Sereni. Impuniti».

«Zoppas, si può fare? Sparire in poche ore intendo e con la certezza che nessuno ci troverà».

«La certezza no, ma… quasi. Anche perchè molti faranno finta di cercarci al solito, come per i gerarchi nazisti. Lo sa meglio di me.».

«Ma se un gruppo terrorista ci trovasse…» e la frase di Parsifal resta sospesa nell’aria.

«Lei crede ai terroristi veri?».

«Sbaglio?»

«No, signor… Parsifal. Esistono anche quelli ma in Italia non più, di questo sono ben sicuro. Però nel nostro Paese ci sono i gruppi rivali al suo, i cacciatori di taglie, i rancorosi che avrebbero voluto essere i capi e invece hanno fatto i servi. Sono tanti e pericolosi. Ci aggiunga un pugno di giornalisti e giudici fanatici, un po’ di Robin Hood… Ci metta pure i parenti dei morti quando si saprà…. e lei intende che non mi riferisco solo al futuro. Insomma qualcuno ci cercherà, di questo può star sicuro. E non solo per il sangue sparso».

«Zoppas lei a volte mi stupisce».

«Io invece non mi sorprendo di nulla e per questo sono ancora qui, dopo quello che ho visto e fatto».

«In definitiva pensa che possiamo sfangarla?».

«Non abbiamo altra scelta mi pare».

«Bene, buon lavoro. Ci vediamo qui fra 48 ore esatte con le vostre proposte.».

 

UNA BREVE NOTA

Sogni e incubi: nel cuscino della notte o talvolta ad occhi aperti. Su codesto blog le persone più assidue hanno già incontrato Giovanardi e un leghista pentito, il discorso di Pio Laghi, l’articolo di Marie Laveau. la lettera di Michele Santoro che appartengono (e apertamente lo dichiarano per evitare equivoci) a un genere molto particolare: missive e articoli MAI scritti, discorsi che persone “in vista” NON hanno pronunciato, cronache di avvenimenti GIAMMAI accaduti,  recensioni di libri IMPOSSIBILI (un genere in cui anche Umberto Eco si dilettò), discorsi che il papa neanche sognava di fare dal balcone di san Pietro (e infatti li scriveva – sul quotidiano «il manifesto» – la teologa Adriana Zarri).  La totale inattendibilità è dunque ammessa in partenza aleno nei confronti di questo contingente universo. Siamo nel “cuscino della notte” (dove si aggirano desideri e incubi), nella terra degli Elfi o – se vi piace la fantascienza – in un mondo parallelo. Una celebre rubrica della «Settimana enigmistica» si intitola: “Vero o falso?”. Una prospettiva simile appare pedante e limitata. Esistono altre possibilità: il verosimile e suo zio il paradosso; il silenzio che confessa e  il desiderio che nuota controcorrente; lo sberleffo e il viggio. Se non sapete cos’ è il viggio restate sintonizzati: prima o poi sarà svelato su questo blog.(db)

Redazione
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