Archeo-news … infuocate

di Giorgio Chelidonio

Rassegniamoci: anche in preistoria i “sacri testi del sapere consolidato” diventano obsoleti

É circolata il 20 luglio una paleo-notizia “bruciante”: i Neanderthal sapevano accendere il fuoco! Per chi, come me, segue i temi accensivi (preistorici e anche storici, visto che il bimillenario uso di acciarini e pietre focaie è declinato solo 80 anni fa) è una novità che ha significati straordinari ma non una completa sorpresa. Ancora una volta lo studio della preistoria si rivela come “scienza del dubbio”: può bastare un nuovo rinvenimento, magari anche uno studio più approfondito su vecchi dati per sconvolgere certezze ritenute incrollabili. Ma ancora una volta la notizia “gridata” dalle pagine on-line andrebbe verificata nei suoi dettagli consultando più fonti o, se possibile, l’articolo originale [LINK 1]. Ho fatto proprio così e fortunatamente il link [LINK 2] fornito dalla recensione apparsa su “Le Scienze” dà accesso all’intero articolo pubblicato sul “Scientific Reports” della prestigiosa rivista “Nature”: lettura impegnativa e ricca di sottolineature dubbiose, perché chi fa ricerca scientifica spesso propone – correttamente – le nuove scoperte come da sottoporre a ulteriori verifiche.
Nel caso suddetto, l’accensione del fuoco da parte dei Neanderthal si crono-posizionava, ormai da un paio di decenni, tra i focolari della grotta spagnola di Bolomor, datati a 250.000 anni fa circa, e quelli della grotta di Fumane (Verona) datati a circa 50.000 anni e circondati persino da pietre con probabile funzione anti-vento.
Personalmente, alla luce di queste ultime evidenze mi domandavo solo quali tecniche accensive i nostri paleo-parenti avessero – probabilmente da decine di millenni – già acquisito, visto che il fuoco aveva permesso loro di resistere nelle colline veronesi anche quando sul loro orizzonte occidentale si affacciavano le lingue glaciali dell’Adige e del Garda, quest’ultima spessa non meno di 300 metri.
Inoltre, spulciando l’articolo di “
Nature”, risulta evidente che nuove tracce, oltreché dedotte da uno studio preliminare, riguardano solo un certo tipo di manufatti bifacciali esclusivamente prodotti da gruppi neanderthaliani francesi e documentati per ora solo in Dordogna. Quindi la suddetta “archeo-novità” è, per ora, attribuibile solo a una popolazione regionale e per un tempo che rappresenta appena 1/25° del tempo evolutivo finora documentato da focolari neanderthaliani.
Però, fra le pieghe dell’articolo, si scopre un dettaglio che riguarda la loro mobilità territoriale: le usure accensive (prodotte, pare, percuotendo obliquamente con noduli di pirite la faccia semi-piana e non i margini dei bifacciali) sono state rilevate anche sulla faccia dorsale di alcune schegge che erano state staccate da bifacciali per riaffilarne i margini consunti. Quindi i suddetti manufatti erano un tipo di utensili davvero multifunzionali: coltelli, riserva di schegge/coltello (più o meno sottili) ma anche all’occorrenza accenditori. Questo sì che ci dà una ulteriore conferma della complessità delle strategie che hanno permesso la sopravvivenza dei piccoli gruppi di cacciatori neanderthaliani anche in condizioni ambientali davvero difficili.
A dirla tutta, nel 20016 era apparsa un’altra notizia accensiva collocata intorno a 60.000 anni fa circa: il rinvenimento, sempre in grotte della medesima regione francese, di un certo numero di masserelle di diossido di manganese [LINK 3]. Avendovi notato tracce di raschiatura intenzionale si sono fatte varie prove sperimentali, giungendo a concludere che la polvere di quel minerale riduceva a soli 100° la soglia accensiva di un fuoco. Quindi, non si sapeva ancora di una loro tecnica accensiva ma, deducendo un loro frequente uso di questi facilitatori, diventava già allora più probabile ipotizzare che ne avessero scoperta una.
Peraltro, pensando alla percussione di selce contro pirite, si doveva considerare che questo solfuro di ferro si disgrega facilmente, fino a dissolversi, in condizioni ambientali umide, come documentato in alcuni siti neolitici anche italiani. Dunque la pirite usata a quello scopo poteva non essere stata trovata semplicemente perché si era dissolta.
Non meno sorprendente, anche se datata ad “appena” 14.400 anni fa circa, la scoperta divulgata tre giorni fa: nel “deserto nero” (detto così perché costellato di pietre basaltiche grigio-nerastre) della Giordania è stata ritrovata una “focaccina” di frumento cotta su un focolare, il cui piano circolare era stato costruito assemblando pietre basaltiche locali.
Questa archeo-sorpresa è duplice sia perché la suddetta focaccina è stata precisata (però nel testo originario) come “simil-pane” impastato con farina ricavata dall’antenato selvatico del piccolo farro, ma soprattutto perché la sua datazione anticipa di oltre 4 millenni l’avvio delle tecniche alimentari che finora erano credute esclusive dei primi agricoltori neolitici.
Infatti, a quel tempo il Medio Oriente era ancora abitato solo da cacciatori-raccoglitori non sedentari (
facies culturale detta Natufiano). Questo avvio precoce dell’alimentazione cerealicola era però in qualche modo intuibile sia dalla lunghezza evolutiva con cui i cereali selvatici hanno originato nuove specie domesticate (apparse circa 10.000 anni fa) ma anche da una scoperta avvenuta nel 2015: nel sito toscano di Bilancino (situato nel Mugello) di tracce di sfarinatura di radici di tifa, una pianta palustre [LINK 4]; gli indizi erano già emersi 20 anni prima: una macina e un macinello litici rinvenuti in un sito di 30mila anni fa, unitamente alle tracce di un “accampamento” di cacciatori-raccoglitori (Homo sapiens, i suoi paleo-parenti Neanderthal si era estinti 10.000 anni prima) inquadrabili nella facies culturale detta gravettiana. [LINK 5].
Rassegniamoci: anche in preistoria i “sacri testi del sapere consolidato” sono destinati a diventare obsoleti nel giro di pochi anni se non prima.

LINKS

  1. https://www.nature.com/articles/s41598-018-28342-9

(2) http://www.lescienze.it/news/2018/07/19/news/neanderthal_accendere_fuoco_percussione_pietre_pirite-4048525/

3) https://www.nature.com/articles/srep22159

4) http://www.nationalgeographic.it/scienza/2015/04/27/news/in_toscana_la_farina_piu_antica_del_mondo-2583542/

5) https://it.wikipedia.org/wiki/Gravettiano

FIGURA 1: tecnica di scintillazione sperimentale accensiva, ottenuta percuotendo obliquamente la superficie piano-convessa di un bifacciale paleolitico; facies culturale detta “MTA” , cioè “Musteriano di Tradizione Acheuleana” (https://www.extremetech.com/extreme/273831-researchers-claim-neanderthals-could-start-fires-using-stone-tools )

FIGURA 2: il focolare rinvenuto nel sito Giordano di “Shubayqa 1”, datato a 14.400 anni fa circa: sulla sua superficie è stato trovato il “simil-pane” pre-neolitico. (https://www.nature.com/articles/s41598-018-28342-9 )

 

Giorgio Chelidonio

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