Argentina 1907: la protesta delle scope…

… che culminò il 28 ottobre con l’assassinio di un ragazzo

di Maria Teresa Messidoro (*)

Nel 1852, Buenos Aires aveva 76 mila abitanti, di origine creola. Nel 1869 gli abitanti erano passati a 951 mila, ma nel censimento del 1914 la capitale argentina contava  1 milione e 577 mila abitanti, di cui 778 mila stranieri. Nella città si riversò il 50% dell’afflusso migratorio. Questa enorme quantità di stranieri, senza casa e piani sociali di inserimento, venne sistemata nei conventillos, uno degli affari più redditizi dell’epoca.

I conventillos erano le case in cui si affittavano stanze agli immigrati a partire dagli ultimi anni del 1800. A Buenos Aires, per la grande epidemia di febbre gialla del 1871, le famiglie patrizie si spostarono nel Barrio Norte, abbandonando le proprie precedenti residenze. Questa situazione fece sì che numerose famiglie si sistemassero nei casermoni già obsoleti della zona sud della città. Inoltre, alcuni commercianti e speculatori adattarono vecchi edifici o iniziarono a costruire precarie sistemazioni per i lavoratori, soprattutto immigrati. Tra di loro, il possidente terriero Anchorena ed il banchiere musicista Don Pedro Esnaola, arrangiatore dell’inno nazionale argentino.

La foto, come le due seguenti, è tratta da https://pelotadetrapo.org.ar/la-huelga-de-las-escobas-de-1907/?fbclid=IwAR23ZVEFZ2YaCG84fB4v9BmuMfNYN6QzAJxjNmnhK3x4hG9K2GP5HwmYN2w , dalla cui lettura nasce l’idea di questo articolo

 

La differenza nella vita quotidiana era enorme: in un caso automobili moderne, pomeriggi passati nel Jockey Club, dove si manifestava il disprezzo per gli anarchisti e si parlava di concessioni forestali e dei nuovi affari legati alla ferrovia. Dall’ altra parte, l’89 % delle famiglie operaie vivevano in una sola stanza, spendendo per questo misero spazio il 30% del proprio salario. Bambini mescolati per età e lingua, completamente abbandonati a sé stessi, costantemente affamati e senza il tempo del gioco, proibito dai proprietari nei cortili comuni.

Secondo le stime ufficiali, nel 1880 a Buenos Aires c’erano 1770 conventillos, corrispondenti a 24 mila stanze: in questa architettura della povertà, abitavano 52 mila persone. Nel 1904, i conventillos erano 2462, con 138 mila persone alloggiate in 44 mila stanze: in quell’anno, si registrano 500 stanze senza bagno. Dove ne erano dotate, i servizi erano usufruibili solo dagli adulti.

In questo contesto di degrado e sofferenza, nel 1907, incomincia quello che sarà ricordato come lo sciopero delle scope, che durerà fino ad ottobre.

Lo sciopero inizia nel Conventillo “Los Cuatro Diques”, il 13 settembre, con l’appoggio della Federación Obrera Regional Argentina (F.O.R.A), di ispirazione anarchica; lo sciopero si traduce concretamente nel non pagare l’affitto fino a quando non sarebbe stato ribassato del 30%, cercare di ottenere migliorie sanitarie, eliminare i tre mesi di cauzione ed avere la garanzia di nessuna rappresaglia nei confronti dei partecipanti allo sciopero.

L’iniziativa si diffuse rapidamente, sorprendendo proprietari e governo. In pochi giorni lo sciopero coinvolse 500 conventillos e a fine settembre erano già 2 mila. Allo sciopero inoltre ben presto aderirono abitanti di Avellaneda, Lomas de Zamora, Rosario, Bahía Blanca, Mar del Plata, La Plata, Mendoza e Córdoba. Milioni di inquilini scoprono nei cortili sporchi e disumani dei conventillos una nuova solidarietà fraterna che li rende finalmente più umani.

Donne e bambini ebbero un ruolo determinante durante lo sciopero. La valorizzazione dell’infanzia come soggetto di diritti e non solo come oggetti di politiche assistenziali, presente nei movimenti anarchici e in alcune correnti del primo socialismo, viene messa in evidenza nella partecipazione dei bambini ed adolescenti in iniziative politiche e sociali, come appunto lo sciopero delle scope. Essendo assenti gli uomini durante il giorno, in quanto impegnati sul lavoro, furono le donne ed i ragazzi ad assumere la difesa degli alloggi, affrontando poliziotti ed autorità giuridiche presenti quando veniva emanato l’ordine di sgombero. Quando nel conventillo della calle Chile 864,  si presentò un ufficiale di giustizia con un ordine di arresto nei confronti di uno scioperante, furono le donne ed i bambini, armati soltanto di scope e pale, ad ottenerne la ritirata.

La rivista argentina Caras y Caretas, nell’edizione del 21/9/1907, pubblica la seguente nota: “Di fronte alle nostre macchine fotografiche hanno sfilato circa 300 bambine e bambini di tutte le età, che percorrevano le strade di Boca manifestando, alzando al cielo le proprie scope per pulire i conventillos”.

La manifestazione, passando davanti ad un altro conventillo, riceveva un nuovo contingente di giovani manifestanti, che si aggregavano alla protesta, tra gli applausi della folla.

Le donne organizzavano turni continui, giorno e notte, pronte con scope, bastoni e grosse tinozze di acqua calda ad allontanare chi tentasse lo sgombero. Il 21 ottobre, la polizia che cercò di entrare in un conventillo fu respinta da un vero bombardamento di ogni tipo di proiettile dalle donne che presidiavano la casa.

foto tratta da un altro articolo che racconta l’episodio, https://www.anred.org/2019/08/10/la-huelga-de-las-escobas/

 

Non ci fu nessuno sgombero. Ma pochi giorni dopo, probabilmente il 28 ottobre, durante il nuovo tentativo di sgombero del conventillo “14 Provincias”, che ospitava circa 200 famiglie, la polizia aprì il fuoco, ammazzando Miguel Pepe, un ragazzo di 17 anni.

La resistenza non cessò, nonostante la Ley de Residencia del 1902 permettesse che molti manifestanti fossero deportati, come successe alla diciottenne Juana Rouco Buela, una adolescente diventata un riferimento durante lo sciopero, deportata il 25 gennaio del 1908.

Gli inquilini ottennero alcuni risultati, anche se non si ebbe una soluzione definitiva del problema dei conventillos; occorrerà aspettare almeno dieci anni, quando verrà approvata dal parlamento argentino il progetto di costruzione di case operaie.

Ma l’importanza di quella rivolta popolare di donne e ragazzi, chiamata lo sciopero delle scope, rimane ancora oggi nella memoria collettiva. O almeno lo speriamo.

tratta da https://www.anred.org/2019/08/10/la-huelga-de-las-escobas/

 

(*) Vicepresidentessa Associazione Lisangà culture in movimento OdV

La grafica dell’immagine di copertina è di Carlo Cumino, che ringrazio per la disponibilità nell’interpretare ciò che io desidero.

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Teresa Messidoro

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