Argentina: gli anarcosocialisti dell’Argentinos Juniors
Le origini della squadra di calcio dove Maradona e altri grandi campioni hanno mosso i loro primi passi risale alla fusione tra i club Mártires de Chicago e Sol de la Victoria. Una storia poco nota che vale ripercorrere a partire dalla pubblicazione del libro di Federico Pogoriles Bichos, lágrimas y sonrisas.
di David Lifodi
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Bichos, lágrimas y sonrisas (Dunken, 2024) è un libro scritto dal giornalista e avvocato Federico Pogoriles che racconta la storia dell’Argentinos Juniors, uno dei club di Buenos Aires militanti nel massimo campionato di calcio argentino, la Primera División, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche, e soprattutto, da quello sociale.
Pochi sanno che il club di cui anche Diego Armando Maradona ha indossato la maglia ai suoi esordi trae origine dalla squadra Mártires de Chicago, fondata nel 1901 da un gruppo di giovani dagli ideali socialisti e anarchici in omaggio ai lavoratori anarchici impiccati a Chicago nel 1887.
Noto, sportivamente parlando, per i successi raggiunti soprattutto negli anni Ottanta e per una cantera di primo livello, l’ Argentinos Juniors è nato dalla fusione tra i Mártires de Chicago, provenienti dal quartiere di Villa Crespo, e il Sol de la Victoria (La Paternal), i cui fondatori erano di origine italiana e anch’essi influenzati dal socialismo e dall’anarchismo. A seguito di un match amichevole disputato tra le due squadre, il 15 agosto 1904 fu presa la decisione di riunirsi in un unico club denominato, per esteso, Asociación Atlética y Futbolística Argentinos Unidos de Villa Crespo. La scelta di definirsi come “associazione” non era affatto casuale, ma ricordava che i valori del club non erano soltanto sportivi, ma rivolti anche alle tematiche del lavoro e alla tutela dei diritti.
Del resto, sia i Mártires de Chicago sia il Sol de la Victoria avevano in comune la forte territorializzazione del quartiere di provenienza, rispettivamente Villa Crespo e La Paternal, come luoghi dove portare avanti il conflitto sociale, soprattutto in contrapposizione con i governi e le loro forze di polizia, non a caso il colore adottato per la maglia dell’Argentinos Juniors fu il rosso, proprio per rimarcare lo strettissimo legame con il movimento operaio e rivoluzionario.
In Primera División dagli anni Cinquanta del Novecento, dopo aver abbandonato progressivamente il mondo del calcio amatoriale e dilettantistico, negli ultimi anni l’Argentinos Juniors, conosciuto popolarmente come bichos colorados (insetti rossi) ha visto crescere sulle gradinate del proprio stadio, oggi intitolato a Diego Armando Maradona, club organizzati di donne che hanno trasformato le gradinate in uno spazio di lotta e resistenza contro il machismo.
Si tratta di un aspetto importante perché, con l’avvento del professionismo, a partire dal 1930, progressivamente lo spirito dell’Argentinos Juniors delle origini andava pian piano scomparendo, anche a causa dei costanti tentativi di edulcorare le radici anarchiche del club.
Le tifose dell’ Argentinos Juniors si sono caratterizzate per campagne contro l’Afa – Asociación del Fútbol Argentino, corrispondente alla nostra Fgci, occupata interamente da uomini e nota per la scarsa trasparenza e la volontà di snaturare il calcio da sport popolare a competizione dominata esclusivamente dai fini di lucro.
È in questo contesto che gli stadi sono divenuti un terreno dove denunciare la violenza patriarcale e rivendicare diritti e uguaglianza di genere. La tifoseria femminile dell’Argentinos Juniors è stata in prima fila nella costituzione della Coordinadora de Hinchas e della Coordinadora sin fronteras de fútbol feminista, alle quali hanno partecipato anche le sostenitrici di altri club della Primera División quali Racing Avellaneda, San Lorenzo e River Plate.
Le loro battaglie hanno ottenuto dei risultati concreti. Il Vélez Sarsfield ha ospitato il Primer Encuentro Nacional de Género y Feminismo de Clubes all’insegna di un calcio senza canti xenofobi o inneggiante all’omofobia, bensì inclusivo e tollerante.
E tuttavia, nonostante l’Argentinos Juniors, ma anche altre squadre, sia in Argentina sia nel resto dell’America latina siano nate dai valori dell’antifascismo e all’insegna dell’internazionalismo e dell’antiautoritarismo, non bisogna nemmeno dimenticare lo scrittore e giornalista Osvaldo Bayer, il quale una volta sottolineò che gli anarchici argentini capirono presto come fosse più difficile cambiare il calcio che fare la rivoluzione.