Argentina: la colpa è di un bacio

Le violenze di genere che si vivono nel calcio

di Maria Teresa Messidoro (*)

A fine 2021 si diffonde la notizia che Il Comitato olimpico internazionale (CIO) ha rilasciato una dichiarazione che va a rendere più inclusive le Olimpiadi per lə atletə transgender e per lə atletə che hanno variazioni nelle caratteristiche di sesso.

Il nuovo approccio riconosce infatti i diritti umani nella regolamentazione sportiva. Concretamente lə atletə non dovrebbero essere più esclusə sulla base del loro essere transgender o delle loro caratteristiche sessuali non conformi. Mira a garantire che tuttə possano praticare lo sport in modo sicuro e libero da molestie, indipendentemente dal genere o dai tratti legati al sesso. (1)

Ma la realtà non è così semplice. E’ di pochi giorni fa la notizia che in Argentina quindici giocatrici della squadra Rosario Central hanno denunciato vessazioni e discriminazione all’interno del loro club sportivo.

Commenti inappropriati, maltrattamenti, minacce, sovraccarico sportivo: queste sono alcune delle azioni che hanno portato il gruppo di giocatrici a presentare una denuncia contro la dirigenza della squadra nell’INADI, l’Instituto Nacional contra la discriminación, la Xenofobia y el Racismo (2).

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la discriminazione nei confronti di Maira Sánchez, lasciata fuori dall’organico della squadra perché “colpevole” di aver baciato la propria compagna durante un allenamento. Ma le giocatrici insistono nell’affermare che la denuncia è collettiva, anche se a partire dal caso eclatante di Maira. Fin dagli inizi del 2021 infatti,  alcune ragazze sono state vittime di atteggiamenti maschilisti, nonostante il Rosario Central sia uno dei pochi club sportivi argentini ad aver creato una Secretaria de Género y Diversidad; la stessa segreteria ha emesso un comunicato in cui si denuncia il gesto, definito omo-odiante, rimarcando il proprio tentativo di creare all’interno del club uno spazio aperto a tutte le persone che desiderano farne parte, rifiutando qualsiasi gesto di violenza patriarcale.

Prova ne è che le giocatrici rischiano di essere licenziate a partire dai primi mesi del 2022, dimostrando ancora una volta le disparità e le disuguaglianze tra il calcio femminile e quello maschile.

Ma Maira non si arrende: ha iniziato a giocare a 13 anni, e da quando ha compiuto 24 anni ha iniziato a giocare nel Rosario Central, la sua squadra del cuore. In attesa della presa di posizione dell’INADI e quindi della dirigenza tecnica del Rosario Central, ha dichiarato: “Mi piacerebbe che questa squadra tenesse una dirigenza professionalmente capace di gestire la situazione. Che non perché siamo donne dovremmo continuare a subire in silenzio qualunque tipo di abuso. Lo vogliamo non solo per noi ma soprattutto per le ragazze che si avvicineranno in futuro al calcio femminile” (3)

Senza la paura di esprimere pubblicamente i propri sentimenti, anche solo con un bacio.

Verso chi vogliamo .

 

  1. https://www.bossy.it/una-vittoria-per-linclusione-di-tutt%c9%99-l%c9%99-atlet%c9%99-le-olimpiadi-si-allontanano-dai-test-del-testosterone-e-si-avvicinano-ai-diritti-umani.html
  2. l’INADI è un organismo decentralizzato, creato nel 1995, alle dipendenze del Ministero di Giustizia argentino.
  3. Intervista riportata nell’articolo https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/01/06/feminismos-un-beso-dejo-al-descubierto-las-violencias-que-se-viven-en-el-futbol-femenino/

 

(*) Vicepresidentessa Associazione Lisangà culture in movimento OdV, tifosa per un calcio senza confini e discriminazioni di genere

Teresa Messidoro

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