Luciano Arruga, desaparecido in democrazia

di David Lifodi

Poco più di quattro anni fa, il 31 gennaio 2009, scompariva l’adolescente argentino Luciano Arruga, uno dei casi (purtroppo non l’unico) di desaparición dal ritorno del Paese alla democrazia. Venti giorni fa l’arresto di otto poliziotti della bonaerense (la famigerata polizia di Buenos Aires), incriminati per torture ai danni del giovane, in una storia che presenta ancora molti lati oscuri, ci fa interrogare sullo stato dei diritti umani in Argentina (dove, seppur faticosamente, molti militari di primo piano del regime sono stati condotti a processo), ma soprattutto fa riflettere sul rapporto tra la criminalità organizzata e la stessa bonaerense e sul comportamento di quest’ultima nelle periferie urbane.

Quando Luciano Arruga fu inghiottito nel distaccamento militare di Lomas del Mirador (nella cintura della Gran Buenos Aires), aveva sedici anni e, pare, una storia di piccoli precedenti penali alle spalle. Alcuni mesi prima Arruga era stato fermato dalla polizia bonaerense per un controllo: secondo i militari di Lomas del Mirador era il presunto autore del furto di due telefoni cellulari, rubati ad alcuni studenti nei pressi di una scuola nei dintorni. In quell’occasione Luciano fu condotto in commissariato, minacciato di morte e torturato, tanto da doversi rivolgere ad un ospedale per richiedere cure mediche. Il giovane, racconta la madre Mónica Alegre, le  spiegò che aveva preferito non presentare denuncia proprio in seguito alle ripetute minacce. Per quell’episodio fu incriminato il tenente Juan Diego Torales, che però fu accusato di aver sottomesso il ragazzo soltanto a vessazioni, ma non a torture. Da allora i controlli su Luciano si fecero frequenti, tanto da essere fermato più volte dalla polizia fino a quel 31 gennaio 2009, quando l’adolescente fu condotto di nuovo in commissariato per poi sparire nel nulla. Horacio Verbitsky, uno dei più lucidi giornalisti argentini (autore di numerosi libri che testimoniano il legame tra la chiesa cattolica e la giunta Videla), da tempo sostiene che la polizia bonaerense si è trasformata in una delle organizzazioni criminali più grandi del paese, e in effetti il caso Arruga ne è la cartina di tornasole. Luciano era in strada quando fu fermato dalla polizia, non era la prima volta, ma in questo caso i militari gli fecero una proposta indecente: secondo loro era un piccolo delinquente e quindi avrebbe dovuto compiere dei furti per loro. Non è una novità: la bonaerense nel corso degli anni si è trasformata in un ricettacolo di persone poco raccomandabili, arruolate tra la delinquenza comune, militanti di ex formazioni paramilitari, simpatizzanti della dittatura e via di questo passo.  Non per caso l’ex presidente Nestor Kirchner (ora defunto) aveva cercato in ogni modo di riformare, senza grandi risultati, la polizia bonaerense, conosciuta per i suoi metodi spicci e violenti. Quella sera sembra che Luciano si fosse rifiutato di rubare per la polizia in cambio di copertura e protezione: per questo fu picchiato brutalmente e poi fatto sparire. Gli otto militari indagati sono stati rimossi dall’incarico, ma sono ancora molti gli aspetti da chiarire sulla scomparsa del ragazzo,  a partire dal comportamento del giudice Roxana Castelli, che nel mese e mezzo successivo alla sparizione del giovane non fece praticamente niente per risolvere il caso, derubricandolo addirittura ad una semplice verifica della residenza del giovane e rifiutandosi di considerarla come una desaparición forzada. Anche Castelli è stata rimossa dall’incarico in seguito alle pressioni della famiglia Arruga. La sparizione di Luciano è arrivata fino al Comitato dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza presso l’Onu, che ha ingiunto all’Argentina di compiere un’indagine esaustiva e imparziale, ma avvenuta finora solo in minima parte. Non solo: il 3 Agosto 2012 Mario Arruga, fratello di Luciano, fu seguito da un auto dalla quale scesero due poliziotti, uno in uniforme e l’altro in borghese. Entrambi, appartenenti alla bonaerense, lo picchiarono e lo accusarono di essere il responsabile della morte di un loro collega nella stessa zona dove fu arrestato Luciano. Fortunatamente, Mario fu rilasciato, ma in Argentina resta comunque aperta la questione delle periferie urbane: dal ritorno del paese alla democrazia dopo gli anni della dittatura militare sono più di 3700 i giovani uccisi da poliziotti dal grilletto facile e ben 197 sono i desaparecidos. Il caso più clamoroso riguarda Julio López, sequestrato dalle forze di polizia del regime nel 1976 e sparito di nuovo il 18 Settembre 2006 a La Plata, proprio dopo che era riuscito a portare di fronte alla giustizia l’ex commissario Miguel Etchecolatz, suo aguzzino trenta anni esatti prima. López, del quale tuttora non si hanno notizie,  era il testimone chiave del processo ed è desaparecido dal giorno prima della sentenza contro lo stesso Etchecolatz. Inoltre, la madre e la sorella di Luciano Arruga sottolineano l’assenza di uno stato che pure, a livello di diritti umani, ha fatto molto, ma si è tenuto sempre ben distante dai movimenti sociali. Il caso Julio López per la Casa Rosada non esiste, spiegano le organizzazioni di sinistra, mentre il governatore della Provincia di Buenos Aires, Daniel Scioli, ha addirittura proposto di abbassare l’età di imputabilità dei minori. Nei quartieri più poveri della Gran Buenos Aires è in corso una crescente criminalizzazione dei giovani che vi abitano:  l’equazione poveri=delinquenti  trova sempre più cittadinanza. Lo stesso caso Arruga presenta numerose stranezze, ma la più clamorosa riguarda la sua detenzione, successiva al fermo di polizia la sera del 31 gennaio 2009: in Argentina i minori non possono essere condotti in carcere e i due militari che lo costrinsero a seguirli al distaccamento di Lomas del Mirador sono indagati per omessa denuncia. Nonostante il governatore Scioli abbia sempre eluso la vicenda, le associazioni per i diritti umani e la famiglia di Luciano sono riuscite ad ottenere la chiusura del commissariato di Lomas del Mirador e a trasformarlo in luogo dove possono rivolgersi i giovani delle villas miserias vittime degli abusi della polizia.

Per tutti coloro che credono nel rispetto dei diritti umani, per le famiglie dei desaparecidos e per non dover tornare a vivere incubi del passato, dalla Casa Rosada adesso si attendono risposte concrete: in occasione del quarto anniversario della scomparsa di Luciano Arruga, desaparecido en democracia, è stata  organizzata una giornata che ha avuto come tema principale, oltre al ricordo del ragazzo, la repressione poliziesca nelle periferie urbane.

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