Argo Secondari e gli «Arditi del Popolo»

di Mauro Antonio Miglieruolo (*)

Il 17 giugno 1921 vengono fondati «Gli arditi del popolo»

Prima di essere un organizzatore della resistenza popolare al fascismo e suo dirigente organico, Argo Secondari (Roma, 12 settembre 1895-Rieti, 17 marzo 1942) è lo specchio nel quale appaiono i limiti dell’appena costituito PcdI (Partito Comunista d’Italia). Di fronte al montare della canea fascista Argo è quasi l’unico in Italia a comprenderne la pericolosità e la natura eversiva. Tutti gli altri – a partire dai “cugini” socialisti – si baloccano con ideologie democraticistiche, dimenticando che, in ultima analisi, sono i rapporti di forza a garantire le libertà e fondare gli obblighi alle quali le masse sono soggette.

Argo Secondari di fronte alla palese volontà del padronato di schiacciare, con le squadracce, il Movimento Operaio reagisce nell’unico modo in quel momento possibile e utile. Offrendo al popolo la possibilità di non essere vittima passiva ma di “battersela” sul terreno dello scontro scelto dal padronato, e vincere. Purtroppo deve affidarsi al solo contributo dell’entusiasmo, della combattività e dello spirito di sacrificio. Ciò nonostante gli «Arditi del popolo» riescono lo stesso a sconfiggere sul campo le milizie fasciste (a Parma dell’agosto del 1922 e non solo lì) anche quando esse sono sostenute, come accadeva, dall’ausilio delle Forze del Disordine Capitalista (la Borghesia ama definirle: Forze dell’Ordine). Dimostrando nel concreto della lotta che il ventennio fascista non era un inevitabile al quale la storia doveva assoggettarsi per la volontà della monarchia e dei settori dominanti del capitale ma anche per la forza di penetrazione dell’ideologia borghese (tendente sistematicamente a disarmare le masse) nel proletariato.

Nemmeno l’appena costituito Partito Comunista d’Italia (Livorno, 21 gennaio 1921) riesce a comprendere il ruolo e l’importanza degli Arditi. Le pur brillanti menti che lo guidano (Bordiga, Gramsci, Terracini ecc.) sono più o meno consapevolmente prigioniere di una visione del mondo nella quale l’ideologia è prevalente; più importante del ruolo decisivo delle masse, la cui presenza nelle lotte è condizione sine qua non per arrivare a una resa dei conti vincente con il nemico di classe. In buona sostanza i dirigenti comunisti italiani di allora non sapevano, con la chiarezza con la quale appare a alcuni di noi oggi, che non tutto quello che si muove nei partiti (anche quelli effettivamente comunisti) ha un valore rivoluzionario; e non tutto quello che si muove fuori dai partiti (e a volte lontano dalla loro linea) è insignificante rispetto al progetto di emancipazione del proletariato.

I dirigenti di allora delegittimarono gli Arditi, formatisi indipendentemente dall’appena costituito Partito Comunista d’Italia ma con la presenza di molti suoi militanti. Lo stesso Gramsci ebbe nei loro confronti – nonostante l’accoglienza positiva con la quale Lenin salutò il sorgere del movimento – una posizione attendista, che contribuì a comprometterne l’efficacia. La mancata saldatura fra «Arditi» e Movimento Operaio costituisce una tragedia immane per le sorti della rivoluzione italiana. Non si tratta qui di stabilire, discussione sterile, se questa saldatura avrebbe prodotto una effettiva rottura all’interno del sistema; ma è certo che impedì si aprissero finestre su panorami differenti da quelli della mera difesa dell’ordine borghese. Allora (ma anche nel corso della Resistenza) lo sviluppo degli Arditi avrebbe certamente indotto la borghesia a moderarsi, a scendere a patti con il proletariato. Di questa mancata saldatura paghiamo ancora oggi le conseguenze.

Argo Secondari quinto di sette figli, nacque a Roma in una famiglia di estrazione borghese. Il padre Giuseppe fu tra i primi omeopati italiani e medico di Giolitti, mentre la madre, Aede Mattoli, era da famiglia benestante. Giovanissimo si imbarcò come mozzo su una nave verso il Sudamerica. Esercitò qui anche la professione del pugile ed entrò in contatto con i circoli sovversivi dell’emigrazione italiana. Tornò in Italia per arruolarsi come soldato durante la Prima Guerra Mondiale.

Nei giorni successivi alla Marcia su Roma, più precisamente il 31 ottobre 1922, fu aggredito da alcuni fascisti armati di mazze che, colpendolo ripetutamente sulla testa, gli provocarono una commozione cerebrale. Secondari non si riprese più dall’ aggressione subita, tanto da doversi trasferire a Camerino con il fratello Biante, su consiglio del deputato Umberto Tupini. Il 20 giugno 1924, come descritto da un’informativa del questore di Roma nel 1931, reca segni di squilibrio mentale per i quali fu ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Camerino. Successivamente trasferito nel manicomio di Montefiascone, fu infine internato definitivamente nel manicomio di Rieti. Il fratello Epaminonda, medico cardiologo negli Usa, tentò invano di farlo espatriare per poterlo curare, ma il regime fascista negò sempre il permesso.

Rimase nel manicomio di Rieti per diciotto anni, fino al 17 marzo 1942, dove morì all’età di quarantasei anni.

Il suo funerale per ordine della questura, che temeva il verificarsi di disordini, si svolse in forma privata. (informazioni riprese da Wikipedia).

In “bottega” ne abbiamo scritto più volte. Cfr a esempio «Gli arditi del popolo» di Luigi Balsamini, Antonio Cieri nella Parma del 1922, «Unità e riscossa proletaria»: la bussola di Guido Picelli e Guido Picelli.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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