Aspromonte – La terra degli ultimi – Mimmo Calopresti

(visto da Francesco Masala)

negli anni ’50 del XX° secolo certe parti d’Italia erano come molti villaggi dell’Afghanistan di oggi, Africo era uno di quelli.

il film racconta di quel paese, senza servizi, senza futuro, in balia di una natura matrigna, di uno stato indifferente, di un signorotto che sembra di qualche secolo prima.

eppure il poeta del villaggio (un bravissimo Marcello Fonte), e tutti gli abitanti amano la loro terra e ci stanno attaccati come possono.

poi un’alluvione, una frana, nel 1951, li costringe a scendere a valle, lasciandosi un buio medioevo alle spalle, senza un posto dove poter morire.

(nello stesso anno è successo lo stesso, coincidenza, in un paese della Sardegna che si chiamava Gairo, una frana costrinse gli abitanti a lasciare il loro paese, abitato dalla notte dei tempi, e a scendere a valle).

vedendo il film ti affezioni agli abitanti di Africo, ai bambini, e al poeta, lucciole ormai estinte, per usare le parole di Pasolini.

un film che non sarà perfetto, ma che merita molto – Ismaele


ps: nel 1979 Corrado Stajano scrisse Africo

un libro da non perdere, come tutti i suoi libri.

 

https://markx7.blogspot.com/2019/11/aspromonte-la-terra-degli-ultimi-mimmo_29.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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