«Assedio al Venezuela»: un libro di …

… Geraldina Colotti, Veronica Díaz e Gustavo Villapol  racconta – attraverso dodici interviste a personalità di primo piano del chavismo – la resistenza della rivoluzione bolivariana di fronte ai tentativi di destabilizzazione e di strangolamento economico promossi dagli Stati Uniti. 

di David Lifodi

Assedio al Venezuela è un libro coraggioso che racconta la rivoluzione bolivariana e il proceso chavista da un punto di vista altro rispetto alla costante disinformazione dei media mainstream. Geraldina Colotti, Veronica Díaz e Gustavo Villapol evidenziano la resistenza di un paese di fronte al tentativo di strangolarne l’economia, e creare così le prerogative per destabilizzare e far cadere Maduro attraverso dodici interviste a esponenti di primo piano del chavismo.

Giornalisti di Cuatro F, il settimanale del Psuv – Partito Socialista Unito del Venezuela, Geraldina Colotti, Veronica Díaz e Gustavo Villapol danno voce, per prima a Tania Díaz, giornalista di El Correo, Venezolana de Televisión, Agencia de Noticias Venpres e, attualmente, deputata e rettrice dell’Università Internazionale della Comunicazione che spiega come contro il Venezuela sia in corso un assedio per riportare il paese al colonialismo.

In particolare, Tania Díaz denuncia l’aggressione al proprio paese dal punto di vista della comunicazione, tramite «una vera e propria strategia di propaganda di guerra». Non si tratta dell’unica forma di aggressione al Venezuela. Alla stessa Tania Díaz, in qualità di vicepresidenta dell’Assemblea Nazionale Costituente è stato impedito di effettuare transazioni commerciali o spostare conti bancari nell’Unione europea, in Svizzera e in Canada, come se fosse una pericolosa terrorista in procinto di acquistare armi. Non è un caso che gli autori di Assedio al Venezuela parlino, nella prefazione, di «mostrificazione del processo bolivariano» e, del resto, a sperimentarne in prima persona le conseguenze è una di loro, Geraldina Colotti, colpita da sanzioni ad personam che le impediscono di tornare a Cuba e in Venezuela.

Eppure, nonostante tutto, gli editori venezuelani di Vadell Hermanos Editores, che hanno dato vita al libro in collaborazione con il settimanale Cuatro F, guardano con fiducia al futuro e scommettono su «quella forza rivoluzionaria che ha aperto la possibilità di strade originali e piene di speranze per il nostro popolo, che oggi si sta giocando il futuro». Tra i primi a ricordarlo Adán Chávez, fratello di Hugo Chávez e ambasciatore a Cuba, il quale si dichiara convinto che la rivoluzione bolivariana non tornerà indietro. A rafforzare l’identità del chavismo nel paese hanno contribuito le varie misiones nell’ambito della cooperazione tra Cuba e Venezuela, a partire dalla tutela della salute, sancito dalla Costituzione bolivariana. Di fronte al collasso della sanità in Europa, dovuto a gran parte della privatizzazione dei servizi sanitari, in Venezuela, rivendica con orgoglio Adán Chávez, solo nel 2020 la percentuale del bilancio annuale destinato ai programmi sociali è stata del 75,9%.

A fare notizia, però non sono le conquiste sociali della rivoluzione bolivariana, ma le guarimbas, le incursioni mercenarie e “aiuti umanitari mascherati” presentati, almeno da gran parte della stampa europea e latinoamericana, come attività condotte da sinceri democratici. Ad esempio, è molto difficile leggere una condanna al bloqueo, altro stratagemma utilizzato dall’opposizione per spingere la popolazione a ribellarsi contro Maduro. Lo spiega bene Carolys Pérez, ex ministra del Potere popolare per la donna e l’uguaglianza di genere, e lo ribadisce Jesús Farías, tra i fondatori del Psuv. Ancora più grave è la volontà delle destre di destabilizzare il proprio paese dall’interno, in primo luogo rendendo difficoltoso l’accesso al cibo e ai prodotti per l’igiene personale e, in secondo luogo, asfissiando «la nostra economia e il nostro apparato produttivo» allo scopo di provocare il caos e determinare un’esplosione sociale per far cadere Maduro. Tutto ciò è ben sintetizzato da Ricardo Molina, che presiede la Commissione permanente di Ecosocialismo all’Assemblea nazionale: «Ti strangolo e, se vuoi respirare, sei tu il colpevole».

Nel libro non manca, inoltre, una particolare attenzione al ruolo delle donne nella rivoluzione bolivariana. Sandra Oblitas Ruzza, sociologa e rettrice dell’Università bolivariana, esperta di media e femminismo, rivendica la partecipazione delle donne nella rivoluzione bolivariana, mentre Carolys Pérez ricorda che l’80% della dirigenza di base bolivariana è composta da donne, nelle misiones, nei Comitati di rifornimento e produzione e nei Consigli comunali.

Se la legge contro la violenza di genere contempla già 21 forme di violenza contro le donne, un dato sicuramente rilevante ed un aspetto di un processo di certo avanzato, anche rispetto al vecchio continente, resta ancora difficoltosa la crescita femminile negli organismi del potere popolare. Tuttavia, attualmente, il 43% dei seggi è occupato da donne, un altro segnale significativo sulla strada di quello che le donne definiscono come socialismo femminista bolivariano. Peraltro, fa notare Sandra Oblitas, la trincea non è solo quella di affermare sempre più i diritti delle donne in seno alla rivoluzione, ma anche contro gli attacchi violenti, e maschilisti, scatenati dal golpismo venezuelano e che la stessa rettrice dell’Università bolivariana ha dovuto combattere in prima persona.

Se è vero, come afferma William Castillo, direttore dell’Osservatorio anti-bloqueo, che “il Venezuela è effettivamente un laboratorio di sperimentazione politica di ogni forma di aggressione imperialista”, dal golpe mediatico a quello economico finanziario, dai tentativi di invasione paramilitare a quelli di sabotaggio provenienti dall’interno, dagli Stati uniti e dai paesi latinoamericani i cui governi sono allineati agli Usa, c’è una cosa che accomuna tutti gli intervistati: difendere la verità del Venezuela e “quel laboratorio bolivariano” a cui guarda, con speranza, quella parte di continente latinoamericano che rifiuta di essere sottomesso alle logiche neoliberiste.

Assedio al Venezuela

di Geraldina Colotti, Veronica Díaz e Gustavo Villapol

Mimesis Edizioni

Ottobre 2022

Pagine 137

14

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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