Aumenta la povertà dei minori

di Gianluca Cicinelli

Nonostante la lenta fuoriuscita dall’emergenza covid l’Istat fotografa un Paese in cui la povertà rimane costante come dato generale ma in realtà aumenta al Sud e tra le famiglie numerose e di stranieri, colpendo in particolare i minori. Soltanto al Nord assistiamo a un lieve calo del dato, che nel complesso racconta un’Italia con il 7,5% di famiglie in povertà assoluta (erano il 7,7% nel 2020) pari a circa 5,6 milioni di persone al di sotto del minimo di sussistenza, il 9,4% del totale. Secondo l’istituto di statistica il dato sarebbe stato meno devastante senza la crescita dei prezzi al consumo che per il 2021 è stata dell’1,9%. Senza quegli aumenti, sostiene l’Istat il dato sarebbe sceso al 7% per le famiglie e all’8,8% a livello individuale.

Una famiglia residente in Italia nel 2021 ha speso come media mensile 2.439 euro (nel 2019 era di 2560 euro), un valore che sarebbe in crescita del 4,7% rispetto al 2020 ma in realtà va decurtato dell’inflazione, valutata al 2,8%, che ha ridotto ulteriormente l’aumento della spesa. E la disparità si nota dividendo i nuclei familiari tra quelli più abbienti, che hanno potuto aumentare le loro spese del 6,2% mentre le famiglie già povere hanno potuto spendere soltanto l’1,7% in più. La divisione geografica poi accentua ancora di più il dato sulla disparità sociale. Al Sud aumentanp le persone in povertà, il 12,1%  contro l’11,1% del 2020, mentre al Nord cala dal 7,6% al 6,7%.

Le famiglie più colpite sono quelle con figli minori, con una povertà assoluta valutata per l’11,5% dei nuclei con almeno un figlio minore, e sale drammaticamente al 20% per le famiglie con 3 o più figli. Al contrario la presenza di un anziano in casa (con la sua pensione come elemento di protezione economica per il resto del nucleo) fa diminuire il valore al 5,5%, in calo dello 0,1% rispetto al 2020. Più colpite le famiglie di stranieri che passano dal dato di povertà del 26,7% nel 2020 a un esponenziale 30,6%. Sbagliate se pensate che la povertà coincida con la mancanza di lavoro. La povertà assoluta riguarda anche le famiglie in cui almeno una persona abbia un lavoro, con un lieve calo, dal 7,3% del 2020 al 7%, peggiorando ulteriormente, come ci si può aspettare, per i nuclei con persona di riferimento in cerca di occupazione, passando dal 19,7% al 22,6%.

La sostanziale stabilità numerica del dato generale può trarre in inganno. Intanto per l’aggravamento della disparità territoriale fra Nord e Sud. Il dato demografico inoltre mostra la crescita impressionante di minori in stato di povertà assoluta e quindi anche con difficoltà di accesso all’istruzione. Sul numero dei poveri assoluti Il totale dei minori ha toccato il 14,2%. In questo caso alla povertà come dato numerico si aggiunge la mancanza di futuro senza istruzione e senza avere certezza di ricevere le cure necessarie al corretto sviluppo psicofisico della persona. Ma l’Istat presenta soltanto cifre, questo è il suo ruolo. Spetterebbe alla politica elaborarle per trasformarle in riforme di sistema.

NB Queste cifre non riguardano in alcun modo la crisi economica accentuata dalla crisi energetica e dagli aumenti dei generi di consumo dovuti all’invasione russa dell’Ucraina. I dati con queste cifre compariranno nel rapporto del prossimo anno. Facile immaginarne le conseguenze.

ciuoti

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