«Avete detto complotto?»

Un ottimo dossier nell’edizione italiana di «Le monde diplomatique»

PeterMartensen-Lmd

«Alcuni giorni dopo il terremoto dello scorso aprile in Nepal, il web è stato invaso da dubbi: la catastrofe potrebbe essere stata provocata dalla riattivazione (a Ginevra) dell’acceleratore di particelle del Cern?». Così si apre un bel dossier su complotti e complottismo in «Le Monde diplomatique» (per gli affezionati «Diplò» o «Lmd»): potete leggerlo nel numero di giugno dell’edizione italiana che esce ogni mese con il quotidiano «il manifesto» (l’ultimo sarà in edicola fino al 10 luglio circa per 3,50 euri).

Da subito il sommario del numero avvisa che il problema non si può liquidare solo con “creduloni e visionari”. Perché queste teorie (spesso senza uno straccio di prova) «trovano tanto più ascolto per il fatto che la storia induce a dubitare delle narrazioni ufficiali e delle infatuazioni mediatiche» spiega «Diplò». Certo si sopravvaluta il ruolo di «potenze occulte» – quando invece i poteri spesso agiscono alla luce del sole, indisturbati anche grazie alla complicità dei media – e di sicuro si inganna chi cerca «una spiegazione semplice a eventi caotici»… però il problema esiste.

Non ritrovo ora nel mio archivio i due teoremi di Watergate (chi mi aiuta?) ma se non sbaglio nel primo si spiegava che “per quanto tu sia paranoico…. il potere realizza mostruosità ben superiori alle tue fantasie”.

In questi giorni in Italia un presunto complotto “gender” (chi? cosa? dove? Quando?) scatena molte famiglie cattoliche in un’allucinante “catena” di messaggi su corsi di masturbazione obbligatoria nelle elementari e simili stronzate. Farebbe ridere che tante persone possano credere al complotto “gender” senza una pur minima prova… se non fosse che in Italia i grandi (presunti grandi) media da tempo lavorano così: quando cantano Renzi o prima Monti, se spiegano l’utilità della Tav, o attaccano l’attuale governo greco… portano forse qualche sostegno alle loro crociate? Se, grazie a questa diseducazione informativa, abbiamo perso l’abitudine di cercare riscontri, verifiche… allora persino le panzane dei catto-integralisti possono circolare indisturbate.

Del complotto “gender” ovviamente il dossier di «Lmd» non parla però mi auguro che prima o poi qualche cacciatore di bufale rintracci i fili che hanno tessuto questa ragnatela. Dovrebbe essere interessante capirne il funzionamento.

Invece gli articoli sul complotto in «Diplò» sono 8, illustrati con le immagini conturbanti di Peter Martensen: «Il sintomo di un’espropriazione» di Frederic Lordon; «Da Santiago a Caracas, la lunga mano di Washington» di Franck Gaudichaud; «Chi crede alla versione ufficiale?» (centrato sull’11 settembre 2001) di Julien Brygo; «Un’ossessione del mondo arabo» di Akram Belkaid; «Non si salva nessuno» di Marina Maestrutti; «Ai confini della realtà» di Evelyne Pieiller (la fiction che spesso viene confusa con la verità, da Balzac a Dan Brown nonché Philip Dick); «I vostri ricordi sono il nostro futuro», un suggestivo racconto di Alain Damasio; infine «I dieci princìpi della retorica complottista» dove Benoit Breville indaga sulla costanza di certi meccanismi pur in situazioni molto diverse.

Il bel ragionare di Lordon a esempio ci ricorda come è più facile a molte persone credere a una sfilza infinita di “segreti e bugie” su ogni tema visto che normalmente «alla cittadinanza sono rifiutati tutti o quasi i mezzi per capire le forze storiche che la dominano e soprattutto per partecipare alle decisioni che determinano il suo destino»; ma ancor meglio di così lo spiega una lunga citazione di Baruch Spinoza, da incorniciare.

Esistono le prove che gli astronauti Usa sono sbarcati sulla Luna ma chi non è abituato a fare verifiche può facilmente pensare anche in questo caso all’ennesimo inganno, come per le tante «operazioni sotto falsa bandiera» che gli Stati Uniti (e altri ovviamente) hanno messo in piedi un po’ ovunque. Per dirla con Gaudichaud «la storia è piena di complotti accertati i quali danno credito alle tesi complottarde. Le relazioni fra gli Stati Uniti e l’America Latina invitano comunque a distinguere fra macchinazioni, strategia di influenza e arte dei rapporti di forza».

Ovviamente se tutto si spiega con l’onnipotenza del gruppo di Bildeberg (o gli ebrei, la Trilaterale, Davos oppure fate voi) questo ci scarica di molte responsabilità nel capire e nell’agire. Senza dubbio Bildeberg o la Trilaterale hanno molto peso ma lo strapotere del capitalismo non è concentrato in due o cinque luoghi. Nel suo articolo sul mondo arabo, Belkaid spiega benissimo che «le teorie del complotto» sono comodissime: «permettono alle popolazioni e ai loro governi di eludere le proprie responsabilità». Ma in fondo vale anche per i popoli europei: se una cupola onnipotente controlla tutto a cosa ci serve informarci e lottare? Un bel pretesto per rintanarci.

Insomma un gran bel dossier, non fatevelo sfuggire. Anche il resto del «Diplò» è, al solito, di gran qualità: una delle poche cose leggibili in circolazione.

L’IMMAGINE (la stessa che apre «Lmd») è di Peter Martensen.

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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