«Babel 17»

Fiorella Iacono sull’introvabile (*) romanzo di Samuel Delany

Che cos’è Babel 17? Un misterioso e indecifrabile linguaggio che fa la sua comparsa durante la guerra fra l’Alleanza terrestre e gli Invasori. Ma il romanzo in realtà non parla di “guerre stellari” perchè Delany costruisce una trama in cui si intrecciano scienza, linguistica, filosofia e poesia in una cosmologia mai vista prima.

Credo che il libro abbia il suo perno in Rydra Wong, una figura femminile come raramente nella storia della fantascienza (maschiocentrica se non misogina). Rydra, la poetessa di fama intergalattica, è il centro di tutte le idee: scrive magnifici versi ma è anche l’unica che sappia decifrare i linguaggi, che conosca sintassi e grammatiche: così sarà direttamente coinvolta nell’assorbimento quasi letale di Babel 17, il linguaggio utilizzato dagli Invasori per impossessarsi delle menti umane e guidarle verso la distruzione dell’Alleanza.
Da sola Rydra Wong vale la ristampa di questo romanzo, ormai introvabile: è lei a guidare la nave Rimbaud; lei che va a cercare la sua “ciurma” nel quartiere malfamato dei Trasporti incontrando chi si è fatto innestare creste, corni, tatuaggi viventi («Il secondo uomo era una fantastica elaborazione delle invenzioni chirurgo-cosmetiche, una specie di grifone o di scimmia, o di cavalluccio marino con scaglie, piume, artigli») con uomini e donne ma anche «rettili e creature anfibie (che) discutevano e ridevano insieme a sfingi dalla pelle metallica».

Rydra attraversa la porta che conduce a Morgue dove vivono coloro che possono essere riportati in vita. Il suo viaggio è anche attraverso l’inconscio: «Lei attraversa i mondi e li unisce, questa è la parte più importante». In uno dei mondi incontriamo si l’altro grande protagonista della storia: il Macellaio… e con lui capiamo davvero qualcosa sulla telepatia.

Un linguaggio usato come virus letale ricorda la famosa «Language is a virus from outer space» di William Burroughs; per lo scrittore statunitense anche il nostro linguaggio viene dallo spazio e provoca danni alla mente umana. Nel romanzo di Delany attiva distruzione. Ed è meglio non fare troppo spoiler.

«Babel 17» fu scritto nel 1966 e Delany vinse il Premio Nebula l’anno dopo. Tradotto da Gianni Montanari, uscì in Italia nel 1971 ma – contrariamente a quanto accade di solito – non risente del passare del tempo. Fra tutte le figure femminili che ho incontrato nelle mie letture di fantascienza, Rydra Wong è sicuramente una delle più interessanti. E la fantasia di Delany nel costruire mondi resta straordinaria.

(*) Forse la parola «introvabile» ha fatto scattare un diiiing nella testa di chi passa spesso in “bottega” visto che ogni due mercoledì stiamo proponendo (abbiamo toccato quota 23, quasi un anno) i «Libri da recuperare». …. L’idea è di Giuliano Spagnul: «una serie di recensioni per spingere alla ristampa (o verso una nuova casa editrice) di libri fuori catalogo, preziosi, da recuperare». Fra quelli proposti ce n’è anche uno di fantascienza: «Le donne del millennio»: un’antologia con…  Allora perchè non pubblicare il testo di Fiorella Iacono in quella rubrica? Vi sveliamo un segreto: «Libri da recuperare» è affollatissima, c’è una coda quasi fino a Todi… ma partendo da Samarcanda. Così il gentile «Marte-dì» si è offerto di ospitare questo appello a ristampare «Babel 17»; chissà se la settantenne Urania ci sente da quell’orecchio…

 

Redazione
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2 commenti

  • Andrea Ettore BERNAGOZZI

    Grazie del post. Mi permetto un commento un po’ a latere. Altre due opere considerate di rilievo tra quelle scritte da Delany sono “Nova”(1968) e “Dhalgren” (1975). Ebbene, il 6 febbraio 1963 una nova (un fenomeno esplosivo che coinvolgeva due astri, da non confondersi con la supernova) fu osservata dall’astrofilo svedese Elis Dahlgren nella costellazione di Ercole. Fu visibile anche a occhio nudo. Tecnicamente nota come V533 Herculis (https://en.wikipedia.org/wiki/V533_Herculis), all’epoca veniva colloquialmente chiamata la “Nova Dahlgren” (https://articles.adsabs.harvard.edu/pdf/1963LAstr..77..377B). Peccato per quella lettera “h” prima della “a” nel romanzo, ma dopo nel cognome dell’astrofilo scandinavo, resta comunque un caso curioso per gli appassionati di fantascienza.

  • Grazie del consiglio, ho appena ordinato Babel-17 su un sito di libri usati. Un ottimo romanzo di ieri, per chi non lo conosce è una incredibile novità.

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