«Bah, la realtà»: Andrea Pazienza, anarchia nelle nuvole

di Fabrizio Melodia

Il 16 giugno 1988 Andrea Pazienza a 32 anni muore per un’overdose.
A distanza di altri 32 anni ancora scandalizza, esalta, fa discutere. Fra reticenze e retorica, fra incomprensioni e un mercato che tutto digerisce.
Passatemi il gioco di parole, ogni pazienza ha un limite. Lui l’aveva superato da molto varcando quel confine che consente di uscire dalle regole e da ogni imposizione: leggi scritte e non scritte del fumetto ma anche del modo di narrare le storie e mettersi in gioco.
Un po’ come se il filosofo Ludwig Wittgenstein, invece che tastare con mano i limiti del linguaggio, iniziasse a pigliarlo a pugni e a farlo saltare con la dinamite di Nietzsche (o il martello di Derrida) oppure a tagliuzzarlo con il rasoio di Occam.
Tutto è non senso? Forse era questo che l’impaziente Pazienza cercava – con humor e passione – di trasmettere con il suo disegno così sperimentale.

Zanardi, uno dei suoi personaggi più noti, è disilluso, anarchico con bombe e sigarette, alle prese con stupri, omicidi, tradimenti, sesso, droga e chi più ne ha più ne metta. Ma in realtà è solo l’apoteosi ultima del nichilismo, dove la realtà è solo la tomba di un Dio che forse non c’è mai stato. «Bah! La realtà» concludeva amaro Zanardi.
Paz, come era soprannominato, trasforma il fumetto in un infinito flusso di coscienza, in un viaggio psichedelico, in riflessioni filosofiche sull’amore e sulla morte dove il corpo ha un dinamismo poetico.
Cosa sarebbe un ribelle se fosse mangiato dal sistema? O se vivesse ai margini? Paz era un alieno caduto sulla Terra ma assai vivo e battagliero; estraneo ma calato nel suo tempo, ai margini eppure al centro. Mollata l’università a un solo esame, viene proposto da uno dei suoi professori, tale Umberto Eco, proprio come disegnatore, e darà inizio a una mirabile parabola, che racconterà la deriva dell’impegno politico e il naufragio di una generazione “suicidata” da droga e da degrado, in mezzo alla guerra fra due eserciti con trapposti e feroci.
Vale salutarlo con uno dei suoi colpi di coda sinfonici e ironici (in bocca a professori tromboni): «È assurdo pensare di ritrovarsi un giorno colti, quando non si è letto un libro; o rispettati, se ci si è sempre comportati ingiustamente. Questi sono miracoli che non possono succedere, come dal giallo con l’azzurro nascerà sempre il verde, non il rosa o il marrone: è verde. Verde matematico»

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *