Banda POPolare dell’Emilia Rossa

 

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si presentano così:

Da un’idea del pazzo dottor Osvaldo Calveri (noto, anzi notissimo alle larghe masse per la sua antaniproduzioni), nasce nel febbraio del 2009 la Banda POPolare dell’Emilia Rossa.

Il nostro intento è stato fin dal primo momento cercare di fare politica attraverso una delle arti più belle che siano mai state scoperte: la musica.

la Banda è un gruppo proletario composto da delegati Rsu Fiom delle più importanti fabbriche metalmeccaniche di Modena, tra cui Ferrari, Maserati, Terim, nonchè da un Rsu COBAS del 118 (ASL), un insegnante rigorosamente e perennemente precario e da una studentessa in attesa chimerica di futura occupazione (“fragile desiderio e mai niente di più”).
Attraverso la musica vogliamo fare politica divertendo e facendo ballare. Riproponiamo le canzoni di lotta tradizionali del movimento operaio, riarrangiate in chiave rock, ska, folk ecc. facendo tesoro anche di importanti ricerche in materia di canzoni popolari come quelle svolte da Gianni Bosio e dall’istituto De Martino negli anni sessanta. La sillaba “POP” di “POPolare” nel nome della Banda è un chiaro quanto umile riferimento ed omaggio agli “Area”, Band rivoluzionaria cui NON ci rifacciamo (non ne saremmo in grado) in termini di stile perchè assolutamente inimitabili e non più riproducibili ma cui ci rifacciamo in quanto a spirito e a carica sovversiva e anticapitalista.

Il 25 aprile 2009 la Banda POPolare dell’Emilia Rossa ha fatto la sua prima apparizione in piazza Grande a Modena.

Oggi la Banda continua a suonare e a studiare nuovi pezzi delle tradizioni di lotta.

Mai come in questa nostra epoca è necessario alzare la testa e difendere con orgoglio le tradizioni di lotta del movimento operaio anche dal punto di vista culturale e artistico. Da troppi anni stanno cercando di cancellare l’identità del proletariato. Con orgoglio e in ogni ambito dobbiamo impedirlo e continuare a sostenere che è la classe operaia il motore di questa società ed è la classe operaia che può guidare l’umanità all’abbattimento del capitalismo per costruire una società nuova, diversa, migliore; una società comunista! Per questo oggi più che mai sono attuali le ragioni e gli ideali della Resistenza e per questo noi oggi vogliamo riproporre anche e soprattutto quei canti di lotta.

La Banda POPolare dell’Emilia Rossa si esibisce rigorosamente e per principio gratis. Come sosteneva Karl Marx “il denaro deve essere solo un mezzo per l’arte che deve essere il fine e non viceversa”. Per questo, al massimo chiediamo un rimborso spese per il viaggio e un bel piatto tipico dei luoghi dove abbiamo l’onore di poter suonare.

Chiariamo a scanso di equivoci che non ci interessa “diventare famosi” e per questo non accettiamo di suonare ovunque ci chiedano di andare. Non suoniamo in feste di partiti o movimenti che, come il PD, appoggiano la linea di Marchionne, il liberismo, votano la cancellazione dell’art.18, la privatizzazione di ogni bene pubblico, la TAV ecc. Gli ideali vengono prima di tutto e noi non siamo in vendita…

Concludendo…tremate!!!!…perchè la banda potrebbe presto suonare anche nella vostra città…se la invitate….

I componenti della Banda sono:

Francesca Parlati, studentessa precarissima
(Tastiera e Voce)
Giuseppe Violante, Rsu Fiom Maserati
(Batteria)
Matteo Parlati, Rsu Fiom Ferrari
(Basso)
Daniele Prampolini operaio Fiom Terim
(Chitarra Ritmica)
Antonio Negrogno Rsu Cobas Asl Modena
(Chitarra Solista)
Federico Ferrara, insegnante precarissimo
(Tastiera)
Paolo Brini, Comitato Centrale Fiom
(Voce)

da qui

 

ecco la loro pagina facebook: qui

e il loro canale youtube: qui

 

qui ne parla Valerio Evangelisti

Accade un fenomeno inatteso. L’ho constatato di persona, con una certa sorpresa. Nel periodo più oscuro della storia della sinistra in questo povero paese, nascono gruppi di artisti che ripropongono il canto popolare socialista (dei primi del ‘900), anarchico, comunista, della Resistenza. Inossidabili alle risibili “controstorie “ di Pansa, alla diffamazione ormai quotidiana dei partigiani, alle truffaldine “giornate del ricordo”, cercano nel canto un filo che si cerca di interrompere. Si esibiscono in circoli, osterie, centri sociali o nelle Case del Popolo sopravvissute.

L’impressione è che, nel volgersi alle tradizioni passate, cerchino l’antitesi a ciò che manca al presente. La nozione di una solidarietà fra sfruttati che nasceva, prima dell’ideologia, da un vivere comune. E che trovava cemento per sussistere nel vivere insieme e, tra le altre cose, nel cantare insieme. Nelle antiche Leghe di resistenza o Camere del lavoro non mancavano mai il mazzo di carte e il quartino. Nelle formazioni partigiane ogni (raro) momento di pausa consisteva in fraternizzazione e in momenti di gioia. L’ultima cagata di Pansa (Bella ciao, ha avuto il coraggio di intitolarla)  stigmatizza le feste continue cui si abbandonava la repubblica partigiana di Montefiorino. Non era un surplus, Era l’essenza stessa della Liberazione.

Presentiamo uno di questi gruppi, la modenese Banda POPolare dell’Emilia Rossa, che coniuga la modernità degli arrangiamenti al rispetto  assoluto della tradizione, per quanto aveva di allegramente combattivo. Ecco come descrive se stessa e il suo CD “Rivoluzione permanente”:

“Da un’idea del pazzo dottor Osvaldo Calveri (noto, anzi notissimo alle larghe masse per la sua antiproduzioni), nasce nel febbraio del 2009 la Banda POPolare dell’Emilia Rossa. Il nostro intento è stato fin dal primo momento cercare di fare politica attraverso una delle arti più belle che siano mai state scoperte: la musica. La Banda è un gruppo proletario composto da delegati Rsu Fiom delle più importanti fabbriche metalmeccaniche di Modena, tra cui Ferrari, Maserati, Terim, nonchè da un Rsu COBAS del 118 (ASL), un insegnante rigorosamente e perennemente precario e da una studentessa in attesa chimerica di futura occupazione (“fragile desiderio e mai niente di più”). Attraverso la musica vogliamo fare politica divertendo e facendo ballare. Riproponiamo le canzoni di lotta tradizionali del movimento operaio, riarrangiate in chiave rock, ska, folk ecc. facendo tesoro anche di importanti ricerche in materia di canzoni popolari come quelle svolte da Gianni Bosio e dall’istituto De Martino negli anni Sessanta. La sillaba “POP” di “POPolare” nel nome della Banda è un chiaro quanto umile riferimento e omaggio agli “Area”, Band rivoluzionaria cui NON ci rifacciamo (non ne saremmo in grado) in termini di stile perché assolutamente inimitabili e non più riproducibili ma cui ci rifacciamo in quanto a spirito e a carica sovversiva e anticapitalista. Il 25 aprile 2009 la Banda POPolare dell’Emilia Rossa ha fatto la sua prima apparizione in piazza Grande a Modena. Oggi la Banda continua a suonare e a studiare nuovi pezzi delle tradizioni di lotta. Mai come in questa nostra epoca è necessario alzare la testa e difendere con orgoglio le tradizioni di lotta del movimento operaio anche dal punto di vista culturale e artistico. Da troppi anni stanno cercando di cancellare l’identità del proletariato. Con orgoglio e in ogni ambito dobbiamo impedirlo e continuare a sostenere che è la classe operaia il motore di questa società ed è la classe operaia che può guidare l’umanità all’abbattimento del capitalismo per costruire una società nuova, diversa, migliore; una società comunista! Per questo oggi più che mai sono attuali le ragioni e gli ideali della Resistenza e per questo noi oggi vogliamo riproporre anche e soprattutto quei canti di lotta. La Banda POPolare dell’Emilia Rossa si esibisce rigorosamente e per principio gratis o per pochi spicci. Come sosteneva Karl Marx “il denaro deve essere solo un mezzo per l’arte che deve essere il fine e non viceversa”. Per questo, al massimo chiediamo un rimborso spese e un bel piatto tipico dei luoghi dove abbiamo l’onore di poter suonare. Chiariamo a scanso di equivoci che non ci interessa “diventare famosi” e per questo non accettiamo di suonare ovunque ci chiedano di andare. Non suoniamo in feste di quei partiti o movimenti che appoggiano la linea di Marchionne, il liberismo, votano la cancellazione dell’art.18, la privatizzazione di ogni bene pubblico, la TAV ecc. Gli ideali vengono prima di tutto e noi non siamo in vendita… Concludendo…tremate!!!!…perché la banda potrebbe presto suonare anche nella vostra città…se la invitate….”

da qui

 

e, finalmente, alcune loro canzoni:

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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