Bandiera nera sulla Scala del calcio

di Saverio Ferrari (*)

LA PENETRAZIONE DEI GRUPPI FASCIO-CRIMINALI NELLE CURVE DEGLI STADI: IL CASO MILANESE

Lo scontro violentissimo tra ultras dello scorso 26 dicembre a Milano, fuori dallo stadio, prima di Inter-Napoli, con l’accoltellamento di tre tifosi napoletani e la morte di un interista, prima sbalzato a terra da un’automobile, poi schiacciato da una seconda facente parte della colonna assaltata a colpi di roncole, mazze e coltelli, ha riempito le cronache e suscitato allarme non solo nel mondo del calcio.

Solo dieci giorni prima il Ministro dell’interno, Matteo Salvini, aveva incontrato e stretto la mano al capo della curva milanista Lucca Lucci, pluricondannato per gravi violenze. Una costante, questa, tra chi guida i gruppi organizzati delle tifoserie milanesi, che vedono da tempo la penetrazione di estremisti di destra e criminalità organizzata.

LA SPONDA ROSSONERA

Lo spostamento a destra del tifo organizzato nella curva milanista risale a metà degli anni Novanta ed è all’origine della drammatica vicenda dell’assassinio del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo di 25 anni, il 29 gennaio 1995, nella zona antistante lo stadio Luigi Ferraris, prima dell’inizio della partita di calcio Genoa-Milan. Nel successivo processo conclusosi con diverse condanne (la più alta a 14 anni e otto mesi) si ricostruì la genesi del gruppo degli assalitori, ovvero le “Brigate Rossonere Due” nate a seguito di una scissione dal gruppo storico delle “Brigate Rossonere”, ritenute a quel tempo troppo di sinistra. A ribadirlo fu anche il pm che si occupò della vicenda sottolineando come alla nascita del gruppo «non furono estranee motivazioni politiche». A confermarlo la presenza al suo interno di conosciuti personaggi dell’estrema destra, uno successivamente coinvolto in un caso di omicidio.

Ma la trasformazione definitiva della curva milanista si concretizzò nell’autunno del 2005, con lo scioglimento dello storico gruppo della “Fossa dei Leoni” e l’ingresso al suo posto di una nuova formazione denominata “Guerrieri Ultras”, il cui capo indiscusso, Giancarlo Lombardi, detto Sandokan, aveva precedenti per rapina e porto d’armi. A seguito di alcune aggressioni a esponenti di altre frange organizzate di tifosi, anche a colpi d’arma da fuoco, si appurò che i “Guerrieri Ultras” non erano altro che un sodalizio criminale, dentro al quale figuravano noti esponenti dell’estrema destra, che aveva letteralmente preso possesso della curva ricorrendo a metodi tipici della malavita organizzata. A riprova di questa presenza politica si cita anche la discesa in campo dei “Guerrieri”, nell’aprile del 2006, a sostegno di due candidati nella lista di Alleanza nazionale per il Comune di Milano, con tanto di nomi da votare fatti circolare fra gli adepti.

A far da spalla a Giancarlo Lombardi (poi condannato per tentata estorsione al Milan) emerse la figura di Luca Lucci (quello omaggiato da Matteo Salvini), arrestato lo scorso giugno per spaccio, all’epoca 26enne, già destinatario nel 2004 di un provvedimento di Daspo (Divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive) per la durata di tre anni, ma soprattutto condannato a quattro anni e sei mesi per aver sfondato a pugni l’occhio sinistro di un tifoso interista. Luca Lucci fu inoltre tirato in ballo da un pentito, Luigi Cicalese, killer della ’ndrangheta, che tra decine di crimini confessò anche di aver assassinato il 30 ottobre 2006 l’avvocatessa Maria Spinella, 31 anni, fuggendo dal luogo del delitto con la Clio nera di Lucci. Lucci ovviamente nulla sapeva dell’utilizzo che si voleva fare della sua vettura.

Ora a distanza di anni è la volta di un nuovissimo gruppo a tentare di occupare il primo anello blu della Curva sud dello stadio Meazza, i “Black Devil”, il cui nucleo fondante, secondo alcune informative dell’autorità giudiziaria, sarebbe composto da pregiudicati coinvolti in truffe, rapine e traffico di stupefacenti. Tra le figure di primo piano di questa “batteria criminale” figurerebbe anche Domenico Vottari detto Mimmo, classe 1969, con alle spalle una condanna per omicidio, segnalato dall’autorità giudiziaria per contatti con personaggi di spicco della ‘ndrangheta nel nord Italia.

LA SPONDA NERAZZURRA

La curva dell’Inter è tradizionalmente caratterizzata da un’accentuata inclinazione a destra del proprio tifo organizzato. Emblematici i fatti, avvenuti una dozzina d’anni fa a Milano a seguito della morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, ucciso con un colpo di pistola da un poliziotto in un’area di servizio sull’autostrada nei pressi di Arezzo, l’11 novembre 2007. Nell’occasione, circa 500 tifosi prima lanciarono sassi e fumogeni contro un commissariato di Ps e contro la sede Rai, poi tentarono addirittura di sfondare il portone d’ingresso della caserma dei carabinieri “Montebello”. Alla testa della “manifestazione” i fratelli Todisco, Alessandro e Franco, tra i massimi esponenti del circuito naziskin degli Hammer, nonché fondatori di Cuore nero, nelle intenzioni un centro sociale neofascista. Quando successivamente i carabinieri perquisirono nove abitazioni di ultras interisti, in una di queste furono trovate «alcune bustine di cocaina», «mazze chiodate, tirapugni e bandiere con svastiche e croci celtiche».

Ora le indagini sui fatti di Milano precedenti Inter-Napoli hanno portato a tre arresti e a quasi 50 indagati con l’accusa di rissa, lesioni e omicidio volontario. Il tifoso morto, Daniele Belardinelli, 39 anni, faceva parte dei nazisti di Blood and Honour. Tra gli arrestati due sono esponenti di Lealtà azione (altri sono indagati), un gruppo neofascista che esalta le gesta degli antisemiti della Guardia di ferro rumena negli anni Trenta e Quaranta e del generale delle Waffen-SS Leon Degrelle. I neofascisti sono ormai impiantati dentro la curva nerazzurra, spaziano dai Boys, ai Viking agli Irriducibili.

UN FIUME DI SOLDI

Qualcuno ha calcolato in due milioni di euro i guadagni annuali che garantirebbe una curva come quella dell’Inter o del Milan grazie alla gestione dei biglietti messi a disposizione dalle società e al controllo del merchandising, ma anche, se non soprattutto, al commercio di coca, fumo ed ecstasy. Un fiume di soldi. Anche per questo chi comanda oggi nelle curve delle grandi squadre italiane risulta sempre più legato a potenti organizzazioni criminali. I fascisti spesso sono i loro galoppini.

13 gennaio 2019

(*) pubblicato 7 giorni fa sulla rivista «Left» (numero 3-2019) all’interno del dossier «Salvini in fuori gioco: dallo stadio allo Stato». Dal 2000 Saverio Ferrari dirige l’Osservatorio democratico sulle nuove destre e la “bottega” lo ospita spesso. Sulle tifoserie di destra vedi il suo Blood and Honour, Varese e gli ultrà

LE VIGNETTE – scelte dalla “bottega” – sono di Mauro Biani.

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