Basta armi al colonialismo israeliano

di Rossana De Simone (*)

Il business israeliano e la cooperazione con l’Italia. L’accordo per la cooperazione scientifica e tecnologica si integra con quello specificamente militare poiché le armi son sempre più legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e alla robotica

Da lunedì 25 marzo Israele ha cominciato a bombardare la Striscia di Gaza, poco prima il presidente degli Stati Uniti aveva firmato la proclamazione con cui Washington riconosce la sovranità di Israele sulle alture del Golan. L’Egitto sta mediando fra Israele e Hamas per un cessate il fuoco a Gaza, ma si aspettano le manifestazioni indette dai palestinesi della Striscia in occasione del “Land Day” (Giornata della Terra oggi Grande Marcia del Ritorno) in ricordo del 30 marzo 1976, quando la polizia israeliana sparò e uccise sei cittadini palestinesi di Israele mentre protestavano contro l’espropriazione da parte del governo israeliano di 5.189 acri di terra palestinese].

Basta armi al colonialismo è il tema centrale che Israeli Apartheid Week (Settimana dell’apartheid israeliano) ha voluto proporre a livello mondiale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle politiche di colonizzazione, di occupazione e di apartheid attuate dallo stato israeliano contro i palestinesi.
A Bologna, come in altre città, il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) ha promosso quattro serate per presentare il rapporto ONU “Pratiche israeliane nei confronti del popolo palestinese e questione dell’apartheid”, il libro di Gianluca Staderini “Salam e i bambini che volevano giocare”, approfondire l’argomento del business israeliano degli armamenti e sicurezza e la cooperazione con l’Italia e infine conoscere “La resistenza popolare palestinese. La situazione nei villaggi palestinesi di Tuba e At-Tuwani”.

Nel primo incontro, Virginia Tilley, professoressa di scienze politiche alla Southern Illinois University, coautrice insieme al giurista Richard Falk del rapporto commissionato dall’ONU poi ritirato su pressioni di Israele dopo 48 ore, ha spiegato che “Con il paradigma dell’apartheid si supera il paradigma dei due Stati, con uno palestinese che in futuro nascerà. C’è invece un unico stato, quello di Palestina, creato come una nazione legalmente riconosciuta nel 1922. Israele diventa così un progetto etno-nazionale interno allo stato di Palestina, una segregazione razziale proprio come quella del Sudafrica: un crimine contro l’umanità”*.

Per quanto riguarda il business israeliano degli armamenti e sicurezza e la cooperazione con l’Italia, questi sono appunti del mio intervento realizzato prima che fosse uscita la notizia che per Washington Gaza, Cisgiordania e Golan non sono più “territori occupati”. Per la prima volta, l’amministrazione Trump si è riferita al Golan come “controllata da Israele” e ha cessato di riferirsi alla West Bank come “occupata” nel rapporto annuale del Dipartimento di Stato sui diritti umani in tutto il mondo. La possibile annessione della Cisgiordania, caldeggiata dalla destra radicale israeliana, ha infatti nell’amministrazione americana di Trump, la più filoisraeliana di sempre, il miglior sostenitore (ha annullato l’accordo con l’Iran sul nucleare e spostato l’ambasciata Usa a Gerusalemme). E’ storia che il sostegno politico e militare degli USA ha radici antiche e ha permesso ad Israele di crescere e diventare un importante creatore e produttore di sofisticate armi e sistemi d’arma.

Nel “Global Arms Trade: Commerce in Advanced Military Technology and Weapon” del 1991, preceduto dal rapporto provvisorio “Armando i nostri alleati: cooperazione e concorrenza in difesa Tecnologia” pubblicato nel maggio 1990, si descrive non solo della collaborazione industriale e politica con Israele, ma dei ritorni in termini di benefici, vista la sua capacità innovativa nei campi dei materiali semiconduttori e circuiti elettromagnetici, software, macchine intelligenti e robotica. Da questo punto di vista importante sarà l’accordo fra le diverse industrie nazionali stipulato nel 1979 (Amministrazione Carter) quando Israele firma la pace con l’Egitto che permetterà poi alle società israeliane di entrate nel mercato americano anche attraverso contatti diretti con le filiali degli Stati Uniti. Lockheed Martin, insieme ad altre corporazioni maggiori, sfrutterà l’abilità di quelle israeliane di aggiornare velocemente a costi contenuti le proprie piattaforme e la possibilità di testarle sul campo contro i palestinesi. Un esempio attuale è il caccia F-35. Israele è l’unico paese autorizzato a modificare hardware e software del caccia entrando di fatto nel codice sorgente gelosamente custodito dagli USA. E’ anche il primo paese ad aver utilizzato un F-35 in combattimento in Siria, dove Israele negli ultimi mesi ha effettuato ripetutamente delle azioni di bombardamento contro obiettivi siriani e iraniani, e nel Sinai egiziano, dove con l’accordo dell’esercito egiziano, gli israeliani hanno condotto molte operazioni di bombardamento contro gruppi islamici. L’economista israeliano Shir Hever ha affermato che se ogni due anni Israele attacca la Striscia di Gaza, subito dopo c’è una fiera d’armi nel quale può dire di averle già verificate. Dunque Israele ha tutto da guadagnare a mantenere Gaza sul baratro di una catastrofe umanitaria. L’ultimo Memorandum di aiuti finanziari con gli USA è stato quello firmato con Obama nel 2016 per 38 miliardi in dieci anni (sta decidendo come usarne 11, se con contratti con Lockheed o Boeing). Parte di questi aiuti dovrebbero servire per integrare gli immigrati, ma sappiamo che vengono devoluti ai coloni per nuove occupazioni nei territori palestinesi. La politica del ritiro per fasi dai territori palestinesi occupati, promessa da Israele ma rimasta ferma ad uno stadio iniziale e quella di aiutare agli immigrati, tranne poi rimpatriarli coattivamente, viene chiamata “pace in cambio di armi”.

Rendere impossibile la sopravvivenza della popolazione palestinese ha come obiettivo il loro abbandono, più o meno volontario, dei territori. Un contesto di rivolta e resistenza serve a Israele per sperimentare diverse tattiche e strategie finalizzate al controllo e condizionamento della vita di una intera popolazione. Lo sviluppo di teorie moderne sulla guerra urbana vede in Gaza un esempio da studiare (come lo è stata Stalingrado o recentemente Fallujah). Per disarticolare le infrastrutture e colpire i vertici delle organizzazioni Israele testa nuove armi o aggiornamenti che non riguardano solo aerei ed elicotteri di attacco o missili, ma anche tutti quei dispositivi e sistemi di comando, controllo, riconoscimento e sorveglianza che fanno parte della guerra elettronica e della net-guerra.
Con il MoU sul commercio bilaterale con gli USA Israele diverrà di fatto fra i primi dieci esportatori di sistemi d’arma nel mondo che comprendono sia tecnologie offensive che difensive: droni, satelliti, missili, “macchine intelligenti” e virus informatici. Il Guardium fa parte di una nuova categoria di armi robotiche conosciute come Unmanned Ground Vehicles o UGVs. Israele è il primo paese al mondo che usa questi robot per sostituire i soldati in missioni come le pattuglie di confine. Vengono schierati lungo il confine israeliano con la Siria nel nord e la striscia di Gaza nel sud. Il Guardium è dotato di una gamma di sensori, fotocamere e armi. Può essere guidato da un soldato seduto in un centro di comando a miglia di distanza o ricevere un percorso prestabilito per la sua pattuglia, rendendolo completamente autonomo. Tutto ciò di cui ha bisogno Guardium è un pieno di gas. Altri UGV in uso dall’IDF includono il Segev, basato su un camioncino F-350 Ford. Serve per affrontare uomini armati che usano i tunnel per infiltrarsi in Israele da luoghi come la Striscia di Gaza. Altri robot servono a mappare le strutture, per dare ai soldati un’immagine dell’area prima che il luogo venga preso d’assalto. Anche nel mare la ditta Rafael ha sviluppato una nave pattuglia senza equipaggio chiamata Protector. Viene utilizzata per proteggere porti strategici e per pattugliare la lunga costa mediterranea del paese. Oltre ai missili, Israele ha vari sistemi per intercettare missili balistici a lungo raggio o razzi a medio raggio, e missili da crociera. Usa sistemi di mini satelliti spia che pesano circa 300 chilogrammi (661 libbre) rispetto ai satelliti americani da 25 tonnellate. I satelliti spia israeliani sono divisi in due categorie: modello Tecsar che utilizza il radar invece di una telecamera per creare immagini di alta qualità e il TecSar che utilizza sensori di apertura sintetico, un sistema radar in grado di creare immagini ad alta risoluzione quasi alla stessa qualità di una normale macchina fotografica. Per quanto riguarda i droni armati è stato il primo paese al mondo a gestire droni in operazioni di combattimento (1982 Libano).

Due accordi di partnership siglati fra Italia e Israele:

Era il dicembre 2018 quando, alla fine di un incontro fra il ministro dell’Interno italiano con il governo di Netanyahu, Salvini dichiarò che siamo entrati nel merito della cooperazione economica e industriale fra i due paesi. La questione discussa più importante era stata il gasdotto East-Med che dovrebbe portare il gas dai giacimenti del Mediterraneo orientale in Europa (il Memorandum fra Cipro, Grecia e Italia è stato sottoscritto nel 2017). Il gasdotto ha ricevuto il sostegno di Washington.
Dal 2000 il ritmo degli scambi fra i due paesi è proceduto velocemente. Due accordi di cooperazione bilaterali che spaziano dal campo della ricerca e sviluppo a quello della difesa lo hanno permesso.
Anno 2003: “Interscambio di materiali di armamento, formazione e addestramento del personale e la ricerca e sviluppo in campo industriale” sottoscritto a Parigi il 16 giugno 2003 e approvato definitivamente tramite Legge del 3 maggio 2005

Sulla base di questo accordo nel 2012 Israele sigla un contratto con Leonardo-Aermacchi per 30 addestratori 346 dal valore di 750 milioni (2014-2016). Benchè venduto come addestratore il 346 LAVI è stato modificato per la versione di attacco (FA) in seguito integrato anche in Italia (un data link tattico, un sistema di autoprotezione completo, un sistema di presentazione dei dati integrato nel casco del pilota (Helmet Mounted Display), comandi vocali, un sistema di identificazione amico nemico (IFF) ed uno di comunicazioni criptate, un pod per guerra elettronica ed un kit di riduzione della traccia radar, 7 punti di attacco esterni per l’impiego di una grande varietà di munizionamento di tipo aria-aria ed aria-suolo (a guida laser/GPS e non guidato) e diversi carichi esterni inclusi pod cannone, pod ricognizione o designazione bersagli). L’Italia ha ricevuto in cambio satelliti spia OPTSAT3000, due Gulfstream 550 (piattaforma americana modificata) con sistema radar per sorveglianza aerea, missili anticarro Spike, sistemi multisensori con funzioni di sorveglianza aerea e supporto a terra e navale per impianti fissili e mobili (radar) capaci di individuare bersagli veloci e furtivi. Dal punto di vista commerciale AleniaAermacchi è diventata partner per l’esportazione del casco Targo prodotto da Israele per la versione di attacco.

In quel caso ci fu una denuncia da parte di alcuni componenti del Forum contro la guerra di Varese (l’8 luglio 2014 Israele lanciò nella Striscia di Gaza l’operazione “Margine Protettivo” provocando in poche settimane quasi 2 mila morti, la maggior parte civili e bambini), ma la denuncia fu archiviata perché la vendita non violava alcuna legge poiché l’articolo 51 della Carta dell’Onu garantisce il diritto di uno stato a difendersi: “E’ tutelato il diritto di autotutela dello stato di Israele, e di conseguenza i rapporti commerciali in tema di armamenti in gli altri paese non sono vietati in via generale”.

Altri contratti siglati sulla base di questo accordo intergovernativo:
Nel 2018 Elbit Systems e Leonardo firmano un accordo per sviluppare nuove capacità di lancio siluri del SeagullTM, il veicolo navale a pilotaggio remoto di Elbit (drone subacqueo).
Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, dopo aver incontrato nel 2018 i responsabili della difesa israeliana e delle grandi società di settore, ha dichiarato che “Israele per noi è un partner di eccellenza: il Paese, le sue forze armate e le imprese giocano un ruolo chiave per Leonardo in molte aree differenti”. Con Oto Melara Israele collabora sui sistemi di difesa (suoi sono i cannoni per corvette tedesche), Drs collabora con l’israeliana Rafael (per commercializzare e sviluppare congiuntamente capacità di protezione attiva per il mercato dei sistemi di terra negli Stati Uniti) e con Telespazio con il satellite per l’osservazione della Terra OPTSAT-3000. L’intero sistema viene fornito da Leonardo attraverso Telespazio (Leonardo 67%, Thales 33%), primo contraente alla guida di un gruppo internazionale di aziende tra cui Israel Aerospace Industries (IAI). Attualmente si sta lavorando sulla seconda generazione dello strumento per la successiva missione Shalom, realizzata in cooperazione bilaterale con l’Agenzia spaziale israeliana.Infine notevoli sono i rapporti sulla cybersicurezza.

Nel mese di febbraio 2019 AgustaWestland sigla un accordo di scambio per sette (fino a 16) elicotteri Aw119 Koala per 309 milioni. In cambio l’Italia dovrebbe ricevere la versione Gulfstream con il sistema di ascolto elettronico, missili anticarro Spike, simulatori prodotti da Elbit per addestrare piloti di elicottero Nh90 e Awioi.

Nello stesso mese l’ambasciatore israeliano visita l’aerospazio pugliese, rafforza la collaborazione su ricerca e innovazione tecnologica fra l’università di Bari e Tel Aviv e avvia incontri con aziende del settore (Leonardo, Sipal, Ids). L’aeroporto di Taranto-Grottaglie diverrà nel 2020 un hub europeo per droni e voli suborbitali (porzione di spazio compresa tra i 15 e i 100 km) e servirà per attività di sperimentazione e test di nuove soluzioni aerospaziali. Per il console italiano De Santis “La visita dell’ambasciatore arriva a suggello di una serie di visite in diversi settori. Tre settimane fa abbiamo avuto il direttore generale del ministero dei trasporti che ha visitato il sistema portuale pugliese. Abbiamo collaborazioni con il Politecnico, nel settore biomedicale e della medicina: ci sarà una delegazione di medici pugliesi che sarà presto in Israele. Questa è la dimostrazione di come concretamente ci si metta al lavoro. Oggi si parla di aerospazio e delle tante occasioni di lavoro non solo per i grandi players internazionali ma anche per un indotto sia pugliese che israeliano, con nuovi posti di lavoro, per il benessere della nostra regione con partner affidabili e credibili come lo Stato di Israele”.

Anno 2000: Di rilevante importanza è l’accordo siglato nel 2000 a Bologna (ratifica 2002). “Cooperazione nel campo della ricerca e dello sviluppo industriale, scientifico e tecnologico” tra Italia e Israele nei settori che vanno dalla biotecnologia e salute pubblica, agricoltura e scienze dell’alimentazione e tecnologie dell’informazione e comunicazioni di dati, software, sicurezza cibernetica e spazio, qualunque altro settore di reciproco interesse.

Nel 2015 ASI (Agenzia spaziale italiana) ha formalizzato tre importanti accordi bilaterali a Gerusalemme, nel corso della 66ma edizione dello IAC. Si tratta di tre diversi Memorandum di Intesa. Il primo, siglato con l’Agenzia Spaziale Israeliana (ISA), riguarda lo sviluppo della missione congiunta SHALOM (Spaceborne Hyperspectral Applicative Land And Ocean Mission). La Missione SHALOM sarà operativa nel 2021 con un singolo satellite e sfrutterà le tecnologie iperspettrali nelle bande VNIR / SWIR / PAN per applicazioni scientifiche e commerciali. Il commissario straordinario dell’Agenzia spaziale italiana Piero Benvenuti nel 2019 ha dichiarato che dopo il lancio del satellite Prisma (PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa), realizzato da un raggruppamento di imprese guidato da OHB Italia, Leonardo e altre PMI “Stiamo già collaborando con Israele per costruire uno strumento simile che si chiama ‘Shalom’, che sfrutterà tutta l’esperienza accumulata nella realizzazione di Prisma, quindi sarà più avanzato, potremo migliorare le prestazioni”. Gli altri due memorandum, formalizzati a Gerusalemme e riguardanti diversi ambiti della formazione, sono stati siglati con l’ISU (International Space University, istituzione multidisciplinare di Alta formazione dedicata all’uso pacifico dello Spazio, basata a Strasburgo) e con SGAC (Space Generation Advisory Committee), organizzazione non governativa supportata da una larga rete internazionale di studenti e professionisti del settore spaziale, tra i 18 e i 35 anni di età. Nella missione che porterà sul suolo lunare il primo veicolo di un’azienda privata israeliana (SpaceIL, un’organizzazione no-profit israeliana che ha raccolto 100 milioni di dollari daa imprenditori, istituti di ricerca, Industrie Aerospaziali Israeliane e Agenzia Spaziale Israeliana) con un razzo Falcon 9 della Space X, la società privata fondata da Elon Musk, l’Italia partecipa con pannelli solari realizzati da Leonardo Company a Nerviano (Milano).

L’accordo per la cooperazione scientifica e tecnologica si integra con quello specificamente militare poiché le armi sono sempre più legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e alla robotica. Bisogna tenere presente tre elementi: autonomia, selezione dell’obiettivo e attacco, intervento umano (o decisione lasciata ad un algoritmo).

Israele spende il 4,3% del pil in ricerca e sviluppo ed è il primo paese del mondo per startup per abitante. Ahron Ahron, direttore dell’Autorità per l’Innovazione dello Stato d’Israele che raccoglie l’eredità dell’Office of the Chief Scientist, organizzazione afferente al ministero dell’Economia israeliano che per oltre 45 anni ha sostenuto e di fatto reso possibile la trasformazione del Paese in un ecosistema dell’innovazione, ha partecipato a Roma ad un incontro della Commissione Mista di Cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia ed Israele per spiegare come far funzionare un ecosistema dell’innovazione.
La questione delle startup diviene una opportunità per l’Ambasciata d’Italia in Israele, su impulso del MISE e in collaborazione con Intesa Sanpaolo, di emettere un bando per trasferire alcune italiane in Israele. Israele e Italia amplieranno la loro collaborazione anche nell’ambito del programma Horizon 2020 in particolare sempre sul fronte startup.

Il Ministero israeliano della Scienza, Tecnologia e Spazio contribuirà a finanziare la creazione di laboratori congiunti. Il laboratorio congiunto sulla biorobotica “Artificial somatosensation for humans and humanoids” che punta a sviluppare dispositivi bionici e robot umanoidi, è coordinato dall’Università di Genova e dalla Ben Gurion University.

Per quanto riguarda l’ambito “Microtechnology for Neuroelectronics”, l’Istituto italiano di tecnologia di Genova collabora con Israele sul progetto “Italian Ministry of Science and Technology (MEA-MOST).
A Modena è nato il primo CyberLab sulla sicurezza in collaborazione con la Tel Aviv University per la realizzazione di un laboratorio di “sicurezza informatica”. Il laboratorio ha sede presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”. Il prof. Michele Colajanni di UniMoRe, Direttore del CyberLab, ha affermato “Tutto il mondo che sta integrando elettronica ed informatica nei sistemi di produzione, controllo, logistica, comunicazione e finanziario, sarà soggetto ad attacchi. E’ arrivato il momento di ripensare il progetto di tali sistemi dalla base”. Il prof. Sergio Ferrari, Pro Rettore e Delegato del Rettore per l’internazionalizzazione, ha messo in evidenza che “la Tel Aviv University costituisce un’eccellenza mondiale in campo di cybersecurity e rappresenta il centro vitale della cosiddetta start-up nation che Israele rappresenta. Siamo pertanto onorati dal fatto che il primo laboratorio di ricerca congiunto voluto da questa prestigiosa istituzione israeliana possa appoggiarsi sulle competenze presenti nel nostro Ateneo. E’ davvero un bel segnale della qualità raggiunta dai nostri ricercatori in questo campo”.

Annualmente sono indetti bandi dal Ministero dell’Economia e dell’Industria di Israele e dal Ministero degli Affari Esteri italiano. E’ importante quello relativo alla selezione di proposte per la costituzione di un laboratorio congiunto di ricerca in materia di Intelligenza Artificiale. A marzo 2019 si sono incontrati nel campus dell’Università di Tel Aviv, quartier generale della politica scientifica di Israele, i massimi esperti italiani e israeliani in intelligenza artificiale per individuare una strategia comune e affrontare insieme la più grande sfida tecnologica del momento. Il direttore del Laboratorio Nazionale AIIS (Artificial Intelligence and Intelligent Systems) del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) ha guidato in Israele una delegazione di massimi esperti di intelligenza artificiale da tutta Italia, dalla Sapienza Università di Roma, di Bari, Milano e Trento, alla Fondazione Bruno Kessler, dall’Istituto Italiano di Tecnologia all’osservatorio in AI del CNR. Durante i lavori sono emerse eccellenze comuni nella teoria del machine learning, nella visione computazionale, nell’elaborazione del linguaggio naturale e nei sistemi di pianificazione. Vi sono altri progetti condivisi con Israele, dai beni culturali alla robotica, dalla finanza alla salute e a diversi i settori di interesse comune.

A Bologna nasce il centro Tecnopolo nell’area ex Manifattura Tabacchi, qui non si ospiterà solo il data center del centro Meteo europeo, ma diverrà anche hub della Rete dei tecnopoli (10 tecnopoli in 14 sedi fisiche in Emilia Romagna) per l’analisi big data e supercalcolo. Sarà un’area di 13 ettari che punterà ad attrarre le migliori competenze a livello mondo. Per rendere possibile questo progetto l’assessore regionale Patrizio Bianchi ha già avviato contatti in diversi parti del globo come Israele, Cina e Usa e con le multinazionali di settore.

Riferimenti:
https://www.bdsitalia.org/index.php/la-campagna-bds/comunicati/2469-iaw-2019
“Pratiche israeliane nei confronti del popolo palestinese e questione dell’apartheid” https://www.mokazine.com/read/progettopalestinabds/pratiche-israeliane-nei-confronti-del-popolo-palestinese-e-questione-dell-apartheid-di-richard-falk-e-virginia-tilley?fbclid=IwAR3CKw8R3bIDwZbFRqt6NVZmNDTA20YB-YlmA7W8bsWWzanPktF1tNMn3Ic
Rapporto diritti umani “Israel, Golan Heights, West Bank, and Gaza” https://www.state.gov/j/drl/rls/hrrpt/2018/nea/289209.htm
Due report USA 1990 e 1991. Arming Our Allies: Cooperation and Competition in Defense Technology http://govinfo.library.unt.edu/ota/Ota_2/DATA/1990/9005.PDFhttps://ota.fas.org/reports/9122.pdf
Ratifica ed esecuzione del Memorandum d’intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa, fatto a Parigi il 16 giugno 2003 https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2005;94
ACCORDO DI COOPERAZIONE NEL CAMPO DELLA RICERCA E DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE, SCIENTIFICO E TECNOLOGICO TRA ITALIA E ISRAELE http://www.miur.it/UserFiles/2184.pdfhttps://www.esteri.it/mae/resource/garegemellaggi/2018/06/file1_bando_industriale_2019.pdf
Bando per il finanziamento della mobilità in Israele delle giovani start-up italiane sulla base dell’accordo italo-israeliano di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica https://ambtelaviv.esteri.it/ambasciata_telaviv/it/ambasciata/news/dall_ambasciata/2019/01/bando-per-il-finanziamento-della.html
Laboratorio congiunto con IIT di Genova https://www.iit.it/it/ricerca/linee-di-ricerca/microtechnology-for-neuroelectronics
Laboratorio congiunto con Università di Modena http://www.modenatoday.it/cronaca/unimore-nasce-primo-laboratorio-sicurezza-informatica-cyberlab.html
http://www.infomercatiesteri.it/scheda_sintesi.php?id_paesi=10

(*) articolo tratto da Peacelink

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *