Basta con l’infamia dei Cie

Sono carceri, anzi peggio. E anticostituzionali.

di Vito Totire (*)

Una linea politica pare emergere nella confusione del governo Gentiloni. Ironia della sorte: il cognome del presidente del Consiglio non coincide con i modi pochissimo gentili che la “maggioranza” politica ha con i più deboli. Rozzoni, altro che gentiloni…

La linea, inaugurata dal signor Poletti, pare essere: “i disturbatori e i poveri che vadano all’estero; spontaneamente o li espelliamo noi”.

Rispetto alla proposta gattopardesca dei “nuovi Cie” (**) vengono diffuse fandonie e sono rimossi nodi che però torneranno inevitabilmente al pettine.

I nuovi Cie saranno “piccoli” dice il signor Minniti. Ma piccoli significa nulla; 100 persone in una struttura che ne potrebbe ospitare 50 rappresentano comunque una condizione di sovraffollamento. Ora se già per le carceri “normali” – che preesistono alla repubblica italiana – i veri governi non hanno saputo o voluto garantire condizioni umanamente accettabili come faranno a garantirle per queste “nuove galere”?

Quanto all’istituzione di un “garante” sembra la foglia di fico della peggiore ipocrisia istituzionale. I garanti sono nominati dai partiti; finora si sono “garantiti” parcelle e poltrone. Minniti finge di non saperlo.

Rimane un problema ed è insormontabile: i Cie sono anticostituzionali; le persone vengono rinchiuse contro la loro volontà in assenza di “motivazioni” inerenti a una condanna relativa a responsabilità penali personali della persona reclusa.

I nodi vengono al pettine: a nulla serve RIMUOVERE, RIMANDARE, NON RISPONDERE.

Le istituzioni, in primis la “democratica” Regione Emilia-Romagna, hanno sempre negato che il Cie sia un carcere. Con una perversa coerenza il Cie bolognese non è stato incluso nel report semestrale carceri della Ausl previsto dalla legge di riforma penitenziaria. Se il Cie non è un carcere,infatti non è incluso nel rapporto semestrale Ausl, perchè il signor Minniti ci vuole piazzare un garante?

Per due volte è stato negato – nel caso di “ospiti” cioè detenuti nel Cie di Bologna – l’accesso a un medico di fiducia (si trattava del sottoscritto) della persona rinchiusa; dunque il Cie è un “non carcere” però peggio delle carceri e degli OPG di infausta memoria. Signor Minniti si informi: in quella circostanza (diniego di un diritto) nelle istituzioni nessuno fiatò. Prefetto, Regione, governo, presidente della Repubblica: silenzio di tomba. L’unica persona che rispose – anche se per dichiarare il rammarico di non avere il potere di intervenire – fu l’assessora Amelia Frascaroli; la Regione E-R interrogata insistette sulla sua posizione: il Cie non è un carcere…

 Esprimiamo la nostra assoluta contrarietà alla apertura (o riapertura) di Cie, che siano a Bologna, a Modena, o ovunque.

Il governo e l’Europa devono cambiare politica e accogliere i “frutti” delle politiche colonialiste degli ultimi secoli e delle guerre recenti da loro provocate.

Basta con la demagogia, basta con le disuguaglianze e le discriminazioni.

A ognuno secondo i suoi bisogni, da ognuno secondo le sue capacità (fu detto tanto tempo fa ma rimane giusto…).

(*) Vito Totire a nome del circolo “Chico” Mendes e del Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria “Francesco Lorusso”

(**) Ma delle infamie dei Cie poco sa chi si “informa” ai media presunti grandi; dunque leggete anche  Alessandro Dal Lago: CIE, un’ipocrisia tutta italiana; più in generale consigliamo un’occhiata a www.lasciatecientrare.it

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