Basta sadismo contro le persone malate di mesotelioma

di Vito Totire (*)

Il malato di mesotelioma o di tumore professionale è oppresso da un infernale iter di valutazione medico-legale che fa venire in mente un appello alla ribellione che Kafka lanciò quando lavorava presso l’Istituto di Assicurazione contro gli infortuni dei lavoratori del regno di Boemia. La persona malata è sottoposta a 4 livelli di valutazione in rapporto alla sua condizione clinica (voci tabellari dal 134 al 137 del decreto 12.7.2000). Ma quattro valutazioni seriate nel tempo per una malattia come il mesotelioma comportano – come denunciò già quasi vent’anni fa Renzo Tomatis direttore della IARC – che spesso nel momento in cui il malato muore la valutazione del danno biologico è il 60%.

Nel tirare a “risparmiare” lo Stato italiano sconfina nel sadismo. Non è questione economicistica ma di civiltà. Peraltro l’Inail, per decreto, non riconosce aggravamenti prima di un anno dalla ultima valutazione! Come se, per morire, ci fosse bisogno di una autorizzazione burocratica. Circa la natura del sadismo propendo per quella dolosa e volontaria in quanto, pur mettendo mano al dpr 1124/1965, il testo unico sull’amianto proposto nel novembre 2016 non cambia questo vincolo capestro.

Si deve dare da subito il massimo supporto socio-economico al malato e non affliggerlo con parametri di valutazione medicolegali fonte di distress e di palese vessazione psicologica. Supporto sociale significa maggiore possibilità di guarigione.

Bologna, 17.5.2017

(*) Vito Totire è medico del lavoro; su questi temi scrive spesso in “bottega”.

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