«Battiato, i Nirvana, Usw»

Fare l’editore alternativo è uno stranissimo mestiere che a volte dà soddidsfazioni enooooooooooooooormi. Come racconta Claud’io qui sotto … per lasciare poi la parola a Stefano Orofino.

BATTIATO, I NIRVANA, USW

tracce utopiche nell’industria musicale

di Stefano Orofino

ed. BRUNO ALPINI

per informazioni : claudio.mazzolani@libero.it

Conosco Stefano da alcuni anni e mi ha sempre affascinato la sua profonda cultura filosofica e trasversale. Da tempo aspettavo che mi inviasse un suo scritto da pubblicare, finalmente anche per merito di Roby, mia signora e sua amica, mi arriva questo suo scritto che aveva in pancia da tempo.

Il titolo è stupendo e se il testo è la metà della metà del titolo mi sa che mi diverto. Previsione centrata, è una mezcla tra Battiato, Kurt Cobain, Adorno e altro.

Vi garantisco che è un bel viaggio.

Gli USW lascio a voi scoprire chi sono. Bella intuizione.

Di seguito una parte della sua introduzione.

Quella che presento è un’analisi filosofica, piuttosto distaccata, che riguarda prevalentemente – ma non esclusivamente – la musica di Battiato. Il nucleo tematico di questo lavoro affonda le sue radici negli anni Novanta, quando avvertii il nesso, ma al contempo il contrasto interiore generatosi in me, tra la condivisione teorica della visione filosofica dialettico-materialistica di Theodor W. Adorno e della sua concezione sociologica della musica, da una parte, e dall’altra l’amore sconfinato per tutta la produzione musicale di Battiato, cantautore e musicista dalla forte tensione spiritualistica. Condivido la diffidenza di Nietzsche nei confronti dei libri nati dall’intenzione del loro autore di scrivere un libro1: il mio scritto non nasce infatti con l’idea di farne scaturire un libro da pubblicare, bensì esclusivamente dalla necessità interiore di cercare di chiarire per iscritto anzitutto a me stesso come i due “amori” potessero coesistere, tenendo presente oltretutto la circostanza biografica che fu quasi contemporaneo il mio appassionarmi per la filosofia e per l’opera musicale del Maestro catanese. Certo, credo che sia quasi naturale, in molti studenti di filosofia, innamorarsi di una musica il cui legame col pensiero filosofico è unico nel panorama musicale italiano, qual è quella di Battiato. Tuttavia, la mia successiva adesione alla teoria critica della Scuola di Francoforte, in particolare proprio alla versione del maggior esperto di musica del famoso gruppo di studiosi di tendenza marxista, il summenzionato Adorno, non ha per nulla scalfito, se non allargato e approfondito il mio amore per Battiato, fino alla sua produzione sperimentalista degli anni Settanta, in cui tra l’altro si può rintracciare forse il maggiore punto di congiunzione fra le mie due grandi passioni: mi riferisco alla musica elettronica di Karl Heinz Stockhausen, in cui il maestro filosofico Adorno individuava la più elevata espressione di musica “critica” del suo tempo; e che rappresentò una luce anche per il giovane Battiato. A partire da questo punto di tangenza, nonché dalla concezione dello stesso Adorno secondo cui bisogna tenere fermamente distinte l’ideologia soggettiva di un musicista (e di un artista in genere) dalla funzione sociale oggettiva della sua opera, mi avviai a realizzare questo studio, nel periodo che coincideva con la mia laurea in filosofia, che ottenni a fine 1997, uno studio che conclusi in una prima versione all’inizio del 1999. Innegabile, tuttavia, che oltre all’aspetto filosofico, l’impulso da cui nasceva questo scritto era l’intimo bisogno di rendere un tributo a quel musicista che accompagnava per ore le mie giornate, allietando i miei sensi, ma colpendo anche il mio cervello, al quale l’arte si rivolge sempre di più a partire dal post-impressionismo e dalle avanguardie, anche musicali, del primo Novecento.

Redazione
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Un commento

  • molto bene, è la prima volta che mi capita di non soffrire per la partenza in sé di un grande artista e uomo, di non sentirne l’assenza, visto quel che ci lascia in termini di approccio alla musica e al mondo, gli sono grato per il suo atteggiamento culturale, che contribuisce a mutare me stesso, e considero magistrale la sua esperienza terrena, a rivederci

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