Benetton e le vittime del Rana Plaza

Il meglio (FORSE) del blog-bottega /288…. andando a ritroso nel tempo (*). In coda un aggiornamento della “bottega”

Benetton paghi i risarcimenti alle vittime del Rana Plaza

Comunicato stampa della campagna di «Abiti puliti»


Per i marchi della moda è ora di pagare!
Al via la campagna Pay up!   

Oggi la Clean Clothes Campaign (Ccc) insieme ai lavoratori e alle lavoratrici del Bangladesh, ai sindacati locali e internazionali, lancia una campagna mondiale per chiedere ai marchi della moda che si riforniscono nel Paese di effettuare immediatamente i versamenti nell’apposito Rana Plaza Donors Trust Fund. Nel fondo saranno raccolti i contributi volontari che serviranno per risarcire le vittime, come stabilito dal Rana Plaza Arrangement, supervisionato dall’International Labour Organization (Organizzazione internazionale del lavoro).
La Campagna Pay up! parte esattamente a due mesi dal primo anniversario del catastrofico crollo del Rana Plaza, costato la vita a 1.138 persone e il ferimento di oltre 2.000 lavoratori e lavoratrici. La campagna vuole garantire che il prossimo 24 aprile i sopravvissuti e i familiari delle vittime non siano ancora in attesa dei loro risarcimenti.
La «Campagna Abiti Puliti» chiede ai principali marchi internazionali Benetton, KiK e Children’s Place – oltrechè alle aziende italiane Manifattura Corona e Yes Zee, che avevano tutti ordini presso una delle cinque fabbriche presenti al Rana Plaza al momento del crollo – di aprire la strada ed effettuare significativi versamenti in modo che i risarcimenti possano partire.
40 milioni di dollari è la cifra necessaria a garantire il risarcimento per tutti i feriti e le famiglie delle vittime per la perdita del reddito e per le spese mediche. Il fondo è aperto a tutte le imprese e a donatori che vogliano esprimere solidarietà e supporto alle vittime.
A oggi El Corte Ingles, Mascot, Mango, Inditex e Loblaw si sono pubblicamente impegnate a contribuire al Trust Fund.
«Sono ormai 10 mesi che le vittime del Rana Plaza e le loro famiglie attendono il giusto risarcimento. Questi iniziali contributi sono un primo passo importante» dichiara Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti. «Fino ad oggi sono stati erogati alcuni fondi con modalità del tutto casuali, inique e non trasparenti con il risultato che molte delle vittime sono rimaste a mani vuote. Il meccanismo messo a punto invece consente di porre fine a queste modalità per garantire finalmente un giusto risarcimento. Tutto ciò che occorre adesso è il contributo economico delle imprese».
Quasi tutte le vittime del crollo erano lavoratori e lavoratrici tessili cui era stato ordinato dai loro capi di entrare nell’edificio pericolante.
Shila Begum, addetta alla cucitura in una delle fabbriche, rimasta intrappolata sotto le macerie quando è avvenuto il crollo, ha descritto così la decisione di entrare: «Nessuno voleva entrare nell’edificio quel giorno… [ma] alla fine sono entrata. Se molte persone ti spingono, alla fine fai quello che dicono. Si poteva vedere la tensione negli occhi delle persone». Poco dopo essere arrivata alla sua macchina, l’elettricità è andata via ed è partito il generatore. «Il pavimento ha ceduto… la mia mano è rimasta incastrata ed ho pensato di morire».
Dopo essere rimasta intrappolata per la maggior parte della giornata sotto le macerie, Shila è stata alla fine tratta in salvo, ma le ferite riportate sono state talmente gravi che ha dovuto subire un’isterectomia. Da allora il suo braccio è fonte di dolore costante e non le permette di tornare al lavoro. Il trauma di quel giorno non l’abbandonerà mai. «Non so se riuscirò mai a rientrare in una fabbrica».
A Dhaka, lavoratori e lavoratrici tessili, insieme ai loro sindacati, creeranno una catena umana e terranno una conferenza stampa chiedendo interventi rapidi in risposta alle richieste di risarcimento. Hameeda Hossein del Snf (il Bangladesh Worker’s Safety Forum) ha dichiarato: «I lavoratori e le lavoratrici del Rana Plaza hanno atteso pazientemente per dieci mesi che le loro richieste di risarcimento venissero soddisfatte. I Commissari inizieranno presto ad esaminare ciascuna richiesta in modo che i fondi possano essere erogati. È ora che i marchi internazionali contribuiscano al Fondo Rana Plaza affinché quelle persone non soffrano ancora».
Il Rana Plaza Arrangement rappresenta un innovativo meccanismo collaborativo che permette a tutti i marchi e anche ad altri donatori di effettuare versamenti volontari nel Rana Plaza Donors Trust Fund per garantire che le perdite dei sopravvissuti e delle vittime siano risarcite.
Roy Ramesh Chandra, Presidente di United Federation of Garment Workers e Segretario Generale dell’IndustriALL Bangladesh Council (Ibc) ha dichiarato: «Questo è un passo senza precedenti che permette ai marchi, al governo, alle organizzazioni dei lavoratori e ai sindacati di lavorare insieme per garantire un risultato adeguato per le vittime del Rana Plaza».
Dieci mesi dopo il peggior disastro che ha colpito l’industria tessile, non ci possono essere scuse. I marchi devono dimostrare che possono essere parte della soluzione pagando e impegnandosi pubblicamente a sostegno del Rana Plaza Arrangement.

Per approfondimenti:
27 marchi sono stati collegati direttamente alle fabbriche del Rana Plaza attraverso recenti ordini, campionature o precedenti produzioni. Crediamo che tutti debbano pubblicamente contribuire al Rana Plaza Donor’s Trust Fund. Questi sono:
Adler Modemärkte (Germany), Auchan (France), Ascena Retail (USA), C&A (Belgium), Benetton (Italy), Bon Marche (UK) , Camaieu (France), Cato Fashions (USA), The Children’s Place (USA), LPP (Cropp, Poland), El Corte Ingles (Spain), Gueldenpfennig (Germany), Inditex (Spain), Loblaws (Canada), Kids for Fashion (Germany),Kik (Germany), Mango (Spain), Manifattura Corona (Italy), Mascot (Denmark), Matalan (UK), NKD (Germany), Premier Clothing (UK), Primark (UK/Ireland), Grabalok (UK), PWT (Denmark), Walmart (USA) e YesZee (Italy).

Link utili
· Visita il sito del Rana Plaza Arrangement <http://www.ranaplaza-arrangement.org >
· Visita il sito del Accord on Fire and Building Safety in Bangladesh <http://www.bangladeshaccord.org>
· Sito della Campagna Abiti Puliti <http://www.abitipuliti.org>
· Pagina Facebook <https://www.facebook.com/pages/Campagna-Abiti-Puliti/201303306547982 >

Per tutti coloro che vogliono attivarsi e sostenere la campagna, ecco come fare

http://www.abitipuliti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=412:rana-plaza-per-i-marchi-della-moda-e-ora-di-pagare-al-via-la-campagna-pay-up&catid=109:bangladesh-rana-plaza&Itemid=31

Il nostro primo passo sarà di chiedere a Benetton di contribuire al fondo.

Sei sui social networks?

scarica e posta il logo Pay up! ( http://www.abitipuliti.org/images/rana_plaza/pay_up/logo_payup_facebook.jpg ) sul tuo profilo facebook citando Benetton e chiedendogli di effettuare un versamento: “@Benetton PAY UP! Paga i risarcimenti alle vittime del Rana Plaza!”

-Twitta: @Benetton sei pregato di pagare per le vittime del Rana Plaza. Aspettano da troppo tempo #payup

Hai un negozio Benetton vicino?
– Se sei vicino a un negozio Benetton, scarica la lettera QUI <http://www.abitipuliti.org/images/rana_plaza/pay_up/Lettera_a_Benetton.doc > allegata e portala al responsabile del punto vendita, fai sentire la tua voce!

Manderemo aggiornamenti costanti sulla situazione.
Grazie per il sostegno – Deborah Lucchetti

AGGIORNAMENTI IN “BOTTEGA”

I vestiti rosso sangue (aprile 2013), Dillo a Lily (settembre 2013), La strage di Rana Plaza e i grandi marchi della moda (aprile 2014), Rana Plaza 5 anni dopo (aprile 2018) e Rana Plaza: la strage continua (maggio 2021) ma anche Abiti Puliti? (aprile 2020), Perché protestano le lavoratrici di Dhaka: il virus… (maggio 2020) e questa serie su Dacca: primo post, su Dacca: secondo post, su Dacca: terzo post, su Dacca: quarto post, Su Dacca: quinto post del luglio 2016

LA VIGNETTA E’ di ENERGU

 

(*) Anche quest’anno la “bottega” recupera – nel pieno dell’estate – alcuni vecchi articoli che a rileggerli, anni dopo, ci sembrano interessanti. Il motivo? Un po’ perché 20 mila articoli (appena superati) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché d’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che – il maledetto Covid permettendo – dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda (ma un po’ alla volta siamo arrivati al 2014) valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto ritrovare semi, ponti, pensieri, ornitorinchi (cioè stranezze eppur vere) perduti; ove possibile accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente. Con le firme più varie, con stili assai differenti e con quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. Al solito verso l’inizio di settembre termineremo questo (forse) “meglio”. Per rivederci presumibilmente la prossima estate. O chissà. [db]

 

 

Redazione
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