Bertolt Brecht: «I funerali di un agitatore»

Versi ripresi da “Lieder Gedichte Chöre”, nella traduzione di Franco Fortini (*)

FUNERALE DELL’AGITATORE NELLA CASSA DI ZINCO
Qui, in questo zinco
un uomo morto,
o le sue gambe o la sua testa,
o di lui anche qualcosa di meno,
o nulla, perché era
un agitatore.‎

Fu riconosciuto fondamento del male.
Sotterratelo. E’ meglio
che solo la moglie vada con lui allo scorticatoio.
Chi altri ci vada
è segnato.‎

Quel che è lì dentro
a tante cose vi ha aizzati:
a saziarvi
e a dormire all’asciutto
e a dar da mangiare ai figliuoli
e a non mollare di una lira
e alla solidarietà con tutti
gli oppressi simili a voi, e
a pensare.‎

Quel che è lì dentro vi ha detto
che ci vuole un altro sistema nella produzione
e che voi, le masse del lavoro, milioni,
dovete prendere il potere.
Per voi, prima non andrà mai meglio.‎

E siccome quel che è lì dentro ha parlato così,
l’hanno messo lì dentro e dev’esser sotterrato,
l’agitatore che vi ha aizzati.
E chi parlerà di saziarsi
e chi di voi vorrà dormire all’asciutto
e chi di voi non mollerà di una lira
e chi di voi vorrà dar da mangiare ai figliuoli
e chi pensa e si dice solidale
e tutti coloro che sono oppressi,
quello, da ora fino all’eternità,
dovrà essere chiuso nella cassa di zinco
come questo che è qui,
perché agitatore; e sarà sotterrato.‎

(*) Traduzione di Franco Fortini da «Brecht, Poesie e canzoni» a cura di R. Leiser e F. ‎Fortini (Einaudi, 1959). I versi sono ripresi da Lieder Gedichte Chöre, raccolta di composizioni scritte fra il 1918 e ‎il 1933 che fu pubblicata nel 1934‎ con la
musica di Hanns Eisler nella «Deutsche Sinfonie, Op. 50».‎ Se cercate l’originale tedesco (o le traduzioni in francese e inglese) andate su www.antiwarsongs.org – un ottimo sito – dove trovate anche altre informazioni e video su questi versi.

L’IMMAGINE QUI SOPRA è “Väter und Söhne” del 1924: opera dell’artista tedesco John Heartfield (si firmava così anglicizzando il nome tedesco cioè Helmut Herzfeld).

LA CICALA ovvero POESIA IN “BOTTEGA”

Qui il sabato di solito regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie inviate quella da regalare alla “bottega” e io posto. Ma le cicale ogni tanto riposano… alla faccia delle formiche. Così, aspettando che lei torni, la “bottega” si arrangia come può. Sono sempre gradite collaborazioni e consigli. [db]

 

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