Bologna: altri due morti sul lavoro…

… che non compariranno nelle statistiche Inail

di VITO TOTIRE (*)

Poveri “pensionati” allo sbaraglio. Occorre urgentemente un piano nazionale di prevenzione focalizzato agricoltura ed edilizia.

In poche ore in provincia di Bologna sono morte due persone sul lavoro. A differenza di altre due (sulla tangenziale a S.Lazzaro di Savena e sui binari ferroviari) di pochi giorni fa non compariranno nelle statistiche Inail e quindi ufficialmente non risulteranno morti sul lavoro. Una persona aveva 82 anni (Castel Maggiore), l’altra ne aveva 69 (Castel d’Aiano). I sindaci dei rispettivi Comuni – ammesso che non siano troppo distratti – esprimeranno il solito cordoglio?

Se nei posti di lavoro “normali” le norme di prevenzione vengono aggirate spesso nonostante la vigilanza (comunque scarsa: sia come qualità che come quantità) la esistenza del documento di valutazione dei rischi, la presenza dei rappresentanti del lavoratori, la sopravvivenza di una minima (ma sempre più bassa) capacità contrattuale di chi lavora, c’è nel caso dei lavori pseudo-domestici un esercito di pensionati che ogni giorno va allo sbaraglio con mezzi di lavoro micidiali, formazione inadeguata e zero vigilanza pubblica. Che siano lavoratori è ovvio: non vanno a giocare a carte al centro anziani, cavalcano trattori ed escavatori, utilizzano motoseghe e martelli pneumatici per lavori faticosi e rischiosi al fine di acquisire un reddito minimo che consenta di bilanciare pensioni di fame.

Però non meritano attenzione da parte di enti pubblici e organi di vigilanza. Da decenni nelle campagne mezzi insicuri e pericolosi mietono vittime provocando rituali parole di cordoglio. Troppo facile ipotizzare sempre il malore e l’età avanzata come cause uniche di morte.

Occorre un piano nazionale gestito dalle Asl finalizzato alla prevenzione e all’assistenza per revisionare e mettere in sicurezza i mezzi sostenendo anche economicamente, almeno per i meno abbienti, i costi. Certo è più facile controllare nelle strade le cinture di sicurezza, qui invece bisogna andare nei casolari, fare informazione, aprire sportelli gestiti da Comune e Asl per mettere in moto dinamiche di prevenzione.

Il 10 aprile al ministro del Lavoro si parlerà anche di questo? Oppure, visto che i “morituri” non sono iscritti a sindacati e non sono censiti dall’Inail, si continuerà a rimuovere assistendo con cinismo e indifferenza a questa strage di “nonni” che non sono quei pensionati sorridenti propinati da certe pubblicità?

(*) Vito Totire è medico del lavoro a Bologna

LA VIGNETTA – scelta dalla “bottega” – è di MAURO BIANI

 

Redazione
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Un commento

  • domenico stimolo

    CONTINUA LA STRAGE NEI LUOGHI DI LAVORO

    Questa mattina a Scordia ( Catania) è morto Rocco Lanza di 26 anni. Mentre svolgeva le sue funzioni lavorative in un’azienda addetta alla lavorazione di materiale ferroso è rimasto schiacciato da alcuni trafilati trasportati da una imbracatura. E’ deceduto a seguito del trauma cranico riportato.

    L’ “Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro”, così riporta:
    http://cadutisullavoro.blogspot.com/2019/

    “Dall’inizio dell’anno sono morti 424 lavoratori (compresi i morti sulle strade e in itinere) compresi 222 lavoratori morti sui luoghi di lavoro”.

    L’immane strage continua in tutte le Regioni italiane. I partiti che costituiscono il governo nazionale, mentre continuano incessantemente a parlare di “sicurezza” (….dove, come?)…..che dicono, che fanno riguardo la sicurezza nei luoghi di lavoro?
    Anche oggi una famiglia non vede più ritornare un proprio caro!
    La drammatica questione dovrebbe essere una priorità assoluta nella gestione della nostra società.
    Invece, così non è!

    I LUTTI ormai sono proprio tanti, mentre nella “prima pagina” della politica praticata si starnazza sempre d’altro.

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