Bologna: carceri-Ausl, la strana coppia

Osservazioni al rapporto Ausl del secondo semestre 2024 relativo alle carceri di Bologna

di Vito Totire (*)

Di respirare la stessa aria di un secondino non gli va,

decise quindi di rinunciare alla sua ora di libertà”

Fabrizio De André

PREMESSA

Commentiamo il rapporto semestrale della Ausl di Bologna dai primi anni 2000. Le nostre osservazioni hanno avuto qualche eco sulla stampa nei primi anni ma successivamente reiterare le osservazioni e le denunce non ha avuto una eco particolare. Ringraziamo la rivista VOCI DI DENTRO e il suo direttore Francesco Lo piccolo per aver ospitato un nostro commento nel numero 51. Peraltro il nostro contributo di idee e di azioni si è riversato a sostengo del «gruppo di autoaiuto tra detenuti e familiari» che si riunisce da remoto tutti i venerdì ormai dal luglio 2023. Le nostre osservazioni non sono mai state prese in considerazione dalle istituzioni e dal ceto politico di ogni colore. Eppure dalle esse emerge una proposta di metodo e di contenuto che potrebbe “bonificare” la drammatica situazione delle carceri italiane più propriamente definibili penitenziari che debordano spesso in luoghi di tortura e di violenza. Esistono alcuni nodi che non si vogliono affrontare e – come per le stragi e lo stillicidio quotidiano sui luoghi di lavoro – le dichiarazioni o le lacrime (pure poche) arrivano sempre il giorno dopo (the day after). Nonostante la totale sordità del ceto politico e delle istituzioni noi continuiamo a osservare, criticare e proporre un cambiamento che avvicinerebbe l’Italia a quel paese civile che oggi è molto lontano dall’essere.

Introduzione / Osservazioni della AUSL

Le osservazioni della Ausl vertono su una parte (una piccola parte) delle contraddizioni ben visibili nel carcere; diciamo da sempre che il rapporto semestrale è molto superficiale e paradossalmente meno informativo delle relazioni fatte per esempio da Antigone. Quindi oggi commentiamo il rapporto della Ausl ma abbiamo una idea precisa di cosa questo rapporto dovrebbe diventare (torneremo sull’argomento nelle conclusioni).

Il rapporto relativo al secondo semestre 2024 esordisce dichiarando che è in corso una «visita ispettiva». Un termine altisonante e incongruo; l’ispezione è infatti una prassi che prevede non solo osservazione e “proposte” ma anche eventuali disposizioni-prescrizioni-sanzioni. Cioè prevede la emanazione, da parte degli ispettori, di atti vincolanti. Qui invece il ruolo (attuale) della Ausl è “osservare” e, timidamente, suggerire e proporre qualche cambiamento che rimane sostanzialmente facoltativo. In verità la condotta della Ausl ripropone la impostazione ottocentesca della visita alle carceri fatta dal medico condotto (che riferiva al sindaco) e che era orientativamente mirata solo alle problematiche igienistiche. Una impostazione motivata (nell’Ottocento) dalla preoccupazione che nel carcere potesse nascere un focolaio di colera o di vaiolo col rischio di estendersi alla collettività esterna. E comunque, stante questa ottica, limitata. Vediamo cosa è stato osservato, questa volta dalla Ausl di Bologna:

  • Sovraffollamento ; ricettività dichiarata per 523 persone, 846 quelle effettivamente presenti ; in teoria vi sono dunque 323 persone in più rispetto alla ricettività ottimale dichiarata ; sulla ricettività dichiarata in realtà ci sono alcune questoni da chiarire : se essa sia di 483 o di 523 , ma lo faremo in altra circostanza; qualunque struttura ricettiva , in queste condizioni, verrebbe immediatamente chiusa dalla autorità sanitaria locale; qui invece “lo Stato” un occhio; tuttavia il sovraffollamento è peggiore di quello che appare dai “numeri” e la ricettività del pachidermico edificio di via del Gomito è inferiore alle dichiarate 523 unità; vedremo perché più avanti; il carcere di Bologna ha avuto momenti peggiori, con picchi nel 2005 di 1030 persone nel primo e di 1045 nel secondo semestre; ma questo non è motivo per abbassare la guardia;
  • Non è garantita la possibilità di isolamento in casi di malattia contagiosa; in caso di necessità si deve ricorrere a strategie compensative: per esempio lasciare il detenuto “contagioso” da solo nella sua cella; misura paradossale in quanto la cella dovrebbe comunque in ogni caso ospitare una sola persona
  • I blocchi doccia comuni del settore giudiziario sono in cattive condizioni igienico-sanitarie; la Ausl attribuisce una parte dei problemi ad atti vandalici ; il rapporto semestrale suggerisce , più volte, nella rassegna delle varie sezioni del carcere ad assumere «diverse modalità gestionali anche attraverso il coinvolgimento attivo della popolazione detenuta tramite informazione/progetti formativi e condivisione di buone pratiche quotidiane e di convivio». Questo pare un appello, ancorché in buona fede, molto naif; i descritti “atti di vandalismo” riportati criticamente dal rapporto Ausl (solita domanda: i detenuti e i loro portavoce sono stati sentiti in merito?) vanno anzitutto verificati, esaminati criticamente e analizzati nella loro dinamica. Auspicare il «coinvolgimento attivo della popolazione detenuta» è un messaggio che deve essere concretizzato in un contesto in cui risulta che il metro di misura della cosiddetta “buona condotta” è la obbedienza assoluta nonché la tolleranza alle frustrazioni e ai divieti, anche quelli del tutto privi di senso; lo standard “pedagogico” nelle carceri è ispirato alla subordinazione e alla infantilizzazione del detenuto che passa anche attraverso precisi rituali come quello della «domandina»; in questi giorni abbiamo constatato, non che la cosa ci abbia sorpreso, che un detenuto per ricevere copia di un referto medico deve fare la “domandina “, una prassi sconosciuta fuori dal carcere. Comunque ci pare di fare proposte concrete – vedi le conclusioni di questo documento – per rendere possibile «il coinvolgimento attivo della popolazione detenuta» piuttosto che auspicarlo in maniera irrealistica o miracolistica.
  • Presenza abbondante di muffa in diversi contesti; la presenza di muffa è segnalata infatti a pagina 2, pagina 24, pagina 31 del rapporto, ecc.
  • Materassi marcescenti : «in alcune camere muffa e condensa interessavano i materassi che risultavano marcescenti» (pag. 2) 4 camere di pernottamento femminile”) ; ogni commento è superfluo
  • Sezione infermeria e sezione «nuovi giunti» condizioni igienico-sanitarie scadenti : per altri reparti la (non condivisibile) valutazione della Ausl è “sufficiente”; in questo caso la casella (a pagina 41 del rapporto ) non è compilata ed è rimasta in bianco! Rimozione, dimenticanza o scelta volutamente pilatesca?
  • Diversi locali inagibili: questo stato di fatto, come abbiamo anticipato, ovviamente riduce la capienza teorica dichiarata per 523 persone (o 483?)
  • Importante infestazione di ratti nella aree esterne nonostante gli otto interventi annuali di derattizzazione dichiarati; non manca una nutrita popolazione di blatte oltre alla nidificazione di piccioni con guano che necessitano di bonifica rilevate alle finestre nel braccio 3C del settore giudiziario (p. 31 del rapporto)
  • Non viene rispettato il divieto di fumo (con qualche eccezione) anche se, dice la Ausl, viene riferito (da chi?) un certo miglioramento ; la brillante proposta della Ausl è di incrementare la cartellonistica di divieto; non è dato di sapere se si intenda proteggere i non fumatori anche dal tabacco riscaldato e dalle emissioni delle cosiddette sigarette elettroniche; viene dichiarato invece rispettato il divieto di fumo nella sezione penale ma occorre verificare cosa intenda la Ausl per rispetto del divieto di fumo se , contestualmente, non esistono sale fumatori che, come è noto, devono essere gestite in condizioni di depressione d’aria e dotate di un particolare regime di estrazione dell’aria (legge 3/2003) che a sua volta deve essere commisurato al numero di utenti presenti nella sala ; salvo che la Ausl non ritenga nulla la legge 3/2003 nelle carceri, coerentemente con alcune recenti affermazioni del ministro Nordio con le quali il ministro è riuscito a irritare anche alcuni sponenti di alcuni sindacati degli agenti penitenziari; la occasione della esternazione del “nordio-pensiero” si è avuta nel momento in cui un tribunale ha deliberato di risarcire i familiari di un agente penitenziario deceduto per tumore da esposizione a fumo passivo; il ministro ha espresso una posizione che nega di fatto il diritto alla salubrità dell’aria per chi lavora o risiede nelle mura carcerarie
  • Nella sezione infermeria una sola camera di pernottamento risulta adeguata per l’utilizzo di persona disabile/grande obeso più un accompagnatore; sul ruolo e sul profilo del cosiddetto accompagnatore ci sarebbe molto da approfondire; risulta che l’accompagnatore detto in gergo carcerario “piantone” non abbia sempre il profilo professionale adeguato per svolgere questo ruolo e che , di fatto sia il compagno di cella che capita per caso; in sostanza il piantone incaricato è il «con-cellino» a prescindere dalle sue capacità di svolgere un ruolo da caregiver; in un carcere emiliano nel 2024 è accaduto che il detenuto in teoria assistito dal piantone abbia invece dovuto assistere alla morte di quest’ultimo , di notte, all’improvviso… TALE CAMERA – continuano gli operatori della Ausl – RISULTAVA INAGIBILE AL MOMENTO DEL SOPRALLUOGO CAUSA INFILTRAZIONI. La dotazione di camere fruibili da persone disabili, visto l’alto numero di detenuti presenti, si ritiene insufficiente…sono in corso interventi di adeguamento…; quando questi lavori di adeguamento termineranno non si sa ma rimane la anomalia che la visita (importante ma solo apparentemente “ispettiva”) non si conclude definendo i tempi di attuazione della bonifica pur necessaria e urgente
  • In merito alla mitigazione delle alte temperature nel periodo estivo risulta assente una procedura per tutelare detenuti più fragili (ultrasettantenni, cardiopatici, persone con disabilità). Nell’ultimo anno sono state però effettuate una serie di azioni migliorative a tutela della popolazione generale detenuta…con significativi benefici per la popolazione stessa (sempre secondo la Ausl) ; si dichiara che sono stati introdotti dei rimedi : a) predisposte prese elettriche che permettono ai detenuti l’acquisizione di ventilatori per alleviare l’effetto caldo ( il lettore di questo commento ha capito bene: bisogna farsi portare un ventilatore dai familiari) b) i detenuti possono effettuare docce in qualsiasi orario della giornata (sicuro?) c) i blindi vengono tenuti aperti anche nelle ore notturne (confermato dai detenuti?) d) sono a disposizione lavatrici , frigo e congelatori comuni in numero variabile per disponibilità, risorse e distribuzione (un po’ vago) e colonnine dispenser di acqua fredda (dotazioni variabili e in alcuni casi oggetto di vandalismo, secondo la Ausl f) le attività in corso tutto l’anno non vengono ridotte durante l’estate per consentire maggiore movimento fuori dalle celle g) viene favorita a permanenza in spazi comuni dove sono presenti ventilatori e frigo h) ai detenuti è consentito acquistare a loro spese ventilatori a batteria di piccole dimensioni (domanda: quante batterie esauste occorre smaltire nei mesi estivi?) i) sono previsti i menu estivi ad alto contenuto idrico. Con questi “rattoppi” scontati e insufficienti la situazione rimane molto precaria ; tenendo conto della sedentarietà e della popolazione detenuta lo standard igienistico accettabile è di 28-30 °C nel caso di attività lavorative con impegno fisico moderato; nel carcere molte persone non lavorano , altre si , ma al di là della definizione dello standard adeguato, al momento, non sappiamo quali temperature siano state misurate nel luglio-agosto 2024; motivo per il quale è necessario , come ribadiremo più avanti, fare sopralluoghi nel 2025 anche in questo periodo; abbiamo peraltro sempre sottolineato che la visita alle carceri deve essere almeno semestrale e non al massimo semestrale; se c’è bisogno la Ausl può entrare ogni volta che lo ritiene opportuno. Il rapporto , ancora sul problema delle alte temperature estive , continua così «si raccomanda (l’Italia è il paese delle raccomandazioni) di tenere alta la attenzione su questi aspetti»; da decenni sosteniamo che alla Ausl si devono conferire “veri poteri ispettivi” come quelli conferiti ai servizi di medicina del lavoro con la legge 833/1978 in modo che gli operatori , a partire da una linea guida nazionale ed europea (che deve essere elaborata e applicata in tutta Italia) mettano da parte consigli, auspici e “raccomandazioni” per fare posto a disposizioni, prescrizioni e ove necessario sanzioni. «Dal punto di vista strutturale si propone di valutare…». La Ausl percepisce chiaramente che, al di là della politica dei pannicelli caldi o pannicelli freschi che siano , la “carcassa” di via del Gomito andrebbe totalmente ristrutturata , ma il tema viene introdotto troppo timidamente; viceversa, nell’ambito di un approccio sistemico al pachiderma di cemento di via del Gomito è urgente valutare la “impronta carbonica” dello stesso, la presenza o meno ( allo stato attuale delle nostre conoscenze …) del ricorso a fonti di energie rinnovabili . Dunque è urgente elaborare un piano di riconversione ecologica con i criteri della bioedilizia; tuttavia questo discorso è un assist che noi facciamo ai sostenitori della strategia di riduzione del danno in quanto per noi la soluzione adeguata è un’altra, ben più drastica : demolizione totale e realizzazione di un nuovo complesso , come abbiamo detto, sul modello delle esperienze nord europee. Che il pachiderma di cemento sia in condizioni così precarie da rendere insufficienti i soliti “pannicelli caldi” è chiaro anche agli operatori della Ausl quando dicono , in maniera generica e senza sbilanciarsi troppo (ovviamente non è una critica agli operatori ma alla “fragilità” del loro ruolo) che “«Da un punto di vista strutturale si propone (e ridagli! ) di valutare l’installazione di sistemi di oscuramento esterno per ridurre l’ingresso del calore e di sistemi di condizionamento almeno nelle parti comuni». Ci pare che qualcosa di analogo a quanto ventilato dalla Ausl di Bologna sia stato attuato , anche se in maniera parziale, nel carcere di Ferrara. «E’ da valutare infine , nel lungo periodo (lungo periodo nel linguaggio carcerario vuol dire un secolo…?) la possibilità di investire in progetti per l’identificazione di sistemi di approvvigionamento energetico alternativi». Sarebbe a dire : molti cittadini hanno installato nelle loro abitazioni pannelli solari o acquistato auto elettriche-ibride per ridurre la propria impronta carbonica , ma per il carcere la questione non è all’ordine del giorno.
  • FORNELLETTI A GAS : a questo proposito la Ausl ribadisce la sua posizione critica , per la ennesima volta, sulla disponibilità delle bombolette da campo ma senza dare indicazioni tassative; letteralmente le osservazioni della Ausl ribadiscono quello che è stato comunicato al “carcere” già molte volte nei precedenti rapporti semestrali. «All’interno di ogni stanza sono presenti fornelletti a gas da campo per la cottura/riscaldamento di alimenti e bevande che possono rappresentare un problema di sicurezza rispetto al rischio di incendio, esplosione e possibili usi impropri». Molte Ausl italiane non entrano nel merito del “problema”; la Ausl di Bologna ogni sei mesi osserva, critica, ribadisce, cambia i termini usati e tutto procede con lentezza esasperante ; considerata la recente installazione di prese di corrente in buona parte delle sezioni , la Ausl propone di valutare, compatibilmente con il carico elettrico generale dell’impianto, la possibilità di dotarsi di piastre elettriche/ad induzione quali sistemi alternativi per la cottura e il riscaldamento di alimenti e bevande; è da valutare infine, nel lungo periodo , la possibilità di investire in progetti per l’identificazione di sistemi di approvvigionamento energetico alternativi”; il richiamo agli «usi impropri» compare nelle 50 pagine del rapporto ben quattro volte; poco comprensibile la pruderie linguistica nella scelta della definizione di “usi impropri” quasi si avesse il timore di citarli; dobbiamo ricordare che le bombolette di gas nel carcere di Bologna, come in molte altre carceri, hanno fatto numerose vittime; l’ultima alla Dozza nel marzo 2024 (una donna slovacca) per non parlare di Modena, Prato e altre. PIUTTOSTO CHE USO IMPROPRIO QUI SI TRATTA DI STRUMENTO DI MORTE; va ribadito e sottolineato che la Ausl di Bologna “suggerisce” da lungo tempo di evitare la circolazione di bombolette di gas; nei rapporti precedenti il richiamo era espresso in questi termini: «(le bombolette)..sono un fattore di rischio scoppio, incendio ecc.». Dall’eccetera si è passati al termine (un po’ meno vago ma sempre mellifluo) di “usi impropri”; più avanti ricorderemo i dati epidemiologici bomboletta/suicidio. Prima nell’agosto 2024 e poi nel febbraio 2025 abbiamo contattato il Tribunale di sorveglianza per proporre le motivazioni per le quali le indicazioni della Ausl devono essere vincolanti : il Tribunale di sorveglianza non ha mai risposto; fatto non sorprendente che ripropone la realtà di una “istituzione totale” impermeabile alle critiche e non disponibile al confronto

SEZIONE PENALE

Presenze quasi doppie rispetto a quelle accettabili, 50 posti teorici, 97 le persone effettivamente presenti; quindi il tasso di affollamento è molto prossimo al 200%; due sole persone, al momento del sopralluogo, erano in cella singola;

al penale – dichiara la Ausl – non esiste una procedura per detenuti con problemi psicofisici per garantire il benessere idrotermico nel periodo estivo; i rimedi estemporanei e precari adottati sono :

  • Si sta procedendo alla installazione di prese elettriche: la misura è propedeutica al miglioramento del microclima ma : 1) i tempi della “bonifica” sono troppo lenti 2) la modalità con la quale si sta procedendo prelude a soluzioni individuali, parziali e non risolutive mentre devono essere attuate misure di prevenzione collettiva; per quanto il tema sia stato più affrontato per luoghi di lavoro che per le carceri l’orientamento giurisprudenziale(avallato fin dalla Cassazione) è nettamente orientato a validare le misure collettive di prevenzione rispetto a quelle individuali
  • I RIMEDI ADOTTATI CONTRO IL CALDO LI ABBIAMO GIA’ ELENCATI NELLA INTRODUZIONE :
  • I detenuti possono effettuare docce in qualsiasi orario della giornata (!)…i detenuti condividono la constatazione?
  • I blindi vengono aperti anche nelle ore notturne
  • Sono a disposizione dei detenuti lavatrici, frigo e congelatori comuni (in numero variabile per disponibilità, risorse e distribuzione)
  • «Sono state installate in ogni braccio delle colonnine dispenser di acqua fredda (dotazioni variabili e in alcuni casi oggetto di vandalismo». sicuro? Meglio confrontare con quello che dicono i detenuti
  • Le attività in funzione durante l’anno non vengono ridotte durante l’estate per consentire maggiore movimento fuori dalle celle : anche qui opportuno sentire il parere dei detenuti
  • Viene favorita la permanenza dei detenuti negli spazi comuni, dove sono presenti ventilatori e frigo
  • Ai detenuti è consentito acquistare ventilatori a loro spese ventilatori a batteria di piccole dimensioni
  • Sono previsti i menu ad alto contenuto idrico: idea geniale!

Non esistono camere per l’isolamento in caso di malattie infettive, in alternativa per prevenire epidemie nell’istituto si adotta questa procedura: la persona con patologia infettiva accertata viene o trasferita in apposita camera di detenzione nella sezione “infermeria” o lasciata da sola nella propria camera di detenzione senza contatto con altri detenuti (p. 9 del rapporto)

Non esiste il bidet (in gran parte delle celle dal carcere):

argomento difficile in un paese come l’Italia in cui certi soggetti (anche qualche giudice) nega il diritto alla “acqua calda” considerandolo uno standard alberghiero e non penitenziario; ad ogni modo : il decreto 5.7.1975 definisce obbligatoria la presenza del bidet in almeno uno dei bagni di una civile abitazione; il carcere di Bologna dunque non si trova nelle condizioni di abitabilità, fatto ancora più importante considerato che deficit di standards igienistici e sovraffollamento costituiscono un mix sinergico che fa crescere i rischi in maniera esponenziale

C’è invece il lavapiedi

E’ consentito l’uso di fornellini auto alimentati: il tema è ampiamente commentato da Ausl ma anche e più drasticamente da noi

Materassi e cuscini sono autoestinguenti

Apertura delle celle: 8.30-11.30; 12-15.30; 16-20 ; dato importante , raramente riportato dai report semestrali di Ausl di Regioni diverse dalla E-R ; importante perché la durata temporale della apertura delle “camere” influisce sul vissuto di costrittività e quindi può attenuare il livello di tensione nervosa e di distress

Gli arredi, i sanitari e i rubinetti erano in alcuni casi lesionati e vetusti

Sono presenti blocchi docce comuni nelle sezioni con areazione forzata

Sono presenti salette per attività comuni, dotate di arredi

E’ rispettato il divieto di fumo? Secondo gli operatori della Ausl si ma c’è da approfondire e discutere per verificare la applicazione puntuale della legge 3/2003

E’ presente un locale adibito a lavanderia per i detenuti

Esiste un locale per le attività di barbiere

Le lamette monouso vengono riconsegnate agli agenti non è presente contratto per rifiuti speciali; nessuna prescrizione o sanzione da parte della Ausl ; nei confronti dei barbieri fuori dal carcere non si usa la stessa “tolleranza”

Il locale per le attività di barbiere presentava un servizio igienico annesso non utilizzato e in «scarse condizioni»; la Ausl spiegherà meglio in futuro il significato della definizione “scarse condizioni” ; ma anche in questo caso nessuna prescrizione o sanzione quanto un implicito a rimediare…solo se possibile e senza fretta

In un locale con attrezzi ginnici per pesistica e attività aerobica alcuni dei quali in condizioni manutentive non ottimali (problema minore?)

Nei pressi del campo sportivo fruibile per la sezione penale non è presente una zona coperta

Esistono aule scolastiche per livelli di istruzione di vario grado nonché locali adibiti a laboratorio

I bagni comuni annessi alle aule e ai laboratori hanno ventilazione naturale (almeno quelli) a differenza dei bagni di tutte le celle del carcere

Sale per il culto religioso esistono, differenziati per credo religioso: riferito che è in programma il ripristino del locale di culto adibito a moschea

Call center e assemblaggio meccanico : non vengono riportati né il numero delle persone impegnate in attività lavorativa né il monte ore complessivo , tutti dati importanti per valutare , per contro, il numero dei “disoccupati”

Il servizio igienico annesso al locale adibito a Call Center presentava porzioni di intonaco esfoliato e necessitava di interventi di manutenzione

SITUAZIONE IGIENICO SANITARIA SUFFICIENTE ! Questa la errata e non condivisibile conclusione della Ausl e che pare non una valutazione obiettiva ma un assist al “carcere” per evitare contraddizioni

SEZIONE FEMMINILE

Ha 76 “ospiti” contro una capienza dichiarata di 40 persone ; l’indice di affollamento è dunque prossimo al 200% : «con problemi evidenti di natura igienico-sanitaria» ; tuttavia gli “evidenti problemi di natura igienico-sanitaria” non influenzano il voto finale che si attesta sul «sufficiente» ; l’altezza delle celle è 2,80; quella delle celle delle sezioni maschili è 2.70;

difficile comprendere la ratio di questa differenza se non causato da una svista dei progettisti del carcere che non hanno tenuto conto di semplici valutazioni di tipo antropometrico; certo non ci “lamenteremo” dei 10 cm, in più per le donne…piuttosto si potevano progettare celle da 2.80 anche nel maschile ma la questione alla luce dello sfascio generale del carcere è persino secondaria

al piano terra ci sono due celle per mamme con bambino; al momento vuote; tale sezione – dice la Ausl -a ppariva funzionale e in buono stato di conservazione con arredi nuovi e puliti; dunque ci troviamo in una situazione paradossale : la unica “nicchia” del carcere di Bologna che si trova, secondo la Ausl, in condizioni igienico-edilizie accettabili è quella che non dovrebbe neanche esistere; vari studi di psicologia sociale hanno evidenziato i danni alla salute psicologica dei bambini reclusi ma , d’altra parte, qualunque osservatore se ne può rendere conto; i bambini sono esposti a rischi evitabili e non solo di tipo psicologico-relazionale ma a volte persino fisici-chimici; diversi anni fa una bambina, nel carcere di Catania, ingerì una sostanza topicida, cosa che “fuori” non sarebbe accaduta; un ceto maggioritario di decisori politici non vuole prendere atto della brutalità disumana della carcerazione di bambini e dunque alcune importanti pratiche alternative alla detenzione , pur ipotizzate, non si sono realizzate ; per quel che ci riguarda abbiamo fatto una proposta precisa: cancellare lo spazio intramurario per “donne con bambino” e concretizzare una accoglienza alternativa (Icam o casa famiglia); abbiamo persino fatto una proposta logistica : utilizzare una porzione dell’ex ospedale militare della Abbadia …il che consentirebbe una diversa destinazione d’uso delle due celle per “mamma con bambino”; risulta che il governo in carica non sia orientato a considerare la detenzione di bambini un evento da evitare e che anzi un Icam allestito in Campania sia stato chiuso (notizia da noi raccolta, da verificare). Comunque sia la situazione è certamente molto critica per quel che riguarda la capacità di accoglienza non carceraria di nuclei donna/bambino)

Anche nella sezione femminile: «qualora siano presenti detenute con problemi psicofisici» esiste una procedura per garantire il benessere termoigrometrico di queste persone ? La risposta è NO

Anche nella sezione femminile non esistono camere per l’isolamento in caso di malattie infettive nè esiste una procedura alternativa come nelle altre sezioni del carcere

Anche nella sezione femminile non è presente il bidet e i bagni non hanno ventilazione naturale ma forzata

E’ consentito l’uso di fornelli autoalimentati: perché se ci sono prese elettriche (CI SONO DAPPERTUTTO)? La Ausl si limita a “proporre” la possibilità di dotarsi di piastre elettriche ad induzione quali sistemi alternativi per la cottura e il riscaldamento di alimenti e bevande ; come andiamo sostenendo a molti anni : occorre addivenire ad una dinamica per cui la Ausl non «propone» ma «prescrive»; nel caso in cui le prese elettriche non fossero presenti dappertutto la prescrizione prevederebbe rilevanti oneri per essere recepita ma nel caso del reparto femminile la prescrizione potrebbe essere eseguita più velocemente

In alcune camere localizzate principalmente nel braccio A dove sono state rilevate basse temperature associate a forti tracce di umidità e formazione di muffa, in generale e con particolare riguardo alle camere 6-11-12-13 e 15. In alcune camere muffa e condensa interessavano i materassi che RISULTAVANO MARCESCENTI. Nel braccio B è stata rilevata la presenza di acqua in alcune camere (9 e 12) dovuta al malfunzionamento degli scarichi delle docce

Viene ribadito il rischio di cosiddetto «uso improprio» dei fornelletti; come è noto si è verificato un decesso correlato all’uso del gas nel marzo 2024; è morta una detenuta slovacca ; il “carcere” non ha tratto le logiche conclusioni da questo luttuoso evento benché la situazione sia estremamente chiara a tutti come evidenziato anche da una presa di posizione di un sindacato di agenti (Cisl) che ha chiarito che qual qualche labile tentativo di non consegnare la bomboletta a persone palesemente ad altissimo rischio sia assolutamente inutile in quanto la bomboletta è oggetto di scambio e di mercato interno; ma a prescindere dalla denuncia del sindacato la situazione è nota a tutti ed è stata raccontata più volte nel gruppo di auto-aiuto carceri , ben prima della “denuncia” della Cisl , da diversi detenuti che sono riusciti a mettersi in contatto col gruppo di auto-aiuto in quanto agli arresti domiciliari (il gruppo è aperto alla partecipazione di detenuti e familiari nonché tutte le persone interessate a politiche di decarcerizzazione)

Non esiste una sala fumatori (p. 28) … ma ci sono i cartelli di divieto !

Le attività lavorative in corso sono descritte a p. 30 del rapporto.

 

SEZIONE ATSM (ARTICOLAZIONE TUTELA SALUTE MENTALE) non sono disponibili i fornelletti; unico settore del carcere in cui i fornelletti non sono disponibili; evidentemente non condividiamo la valutazione del rischio; probabilmente secondo il carcere di Bologna il rischio esiste solo nel settore ATSM; peraltro anni fa ci fu una sorta di corale appello alla chiusura del reparto psichiatrico; non è dato di sapere se la istanza fu accantonata grazie a interventi di bonifica; certo la questione va approfondita anche perché a chi è esterno al carcere non è chiaro per quale motivo un detenuto sia stato di recente trasferito all’ATSM del carcere di Reggio Emila con una motivazione, veicolata dai media, che pareva alludesse alla presenza di una ATSM solo a Reggio (altrimenti non si comprende, in effetti)… anche se potrebbe essere che la ATSM di Reggio Emilia sia più “attrezzata” ; si tratta, anche in questo caso di puntare al massimo di trasparenza, per la opinione pubblica, nella gestione del carcere.

Si ribadisce il rischio “usi impropri” del fornelletto: evidentemente non per ATSM dove i fornelletti non sono disponibili ma per la sezione femminile.

Cucine: non è rispettata la legge regionale LR 11/03 a proposito della formazione degli addetti alla preparazione degli alimenti ma sono programmati corsi per recuperare questa lacuna (che ovviamente in altri contesti non sarebbe tollerata)

SEZIONE GIUDIZIARIA

Altezza delle celle 2.70; si noti che le celle del femminile sono alte 2,80; è una discrepanza che abbiamo già commentato

È articolato in tre piani : sovraffollamento di grave entità, più grave che nel comparto penale

primo piano 184 ospiti (capienza teorica 184); secondo piano 198 ospiti (capienza teorica 198); terzo piano 174 ospiti (capienza teorica 174) ma la situazione ottimale sarebbe sempre a 100, 100 e 100 .

Solita formula del commento della Ausl, in relazione al sovraffollamento : «problemi evidenti di vivibilità , privacy e di natura igienico sanitaria» ; tuttavia «la criticità del sovraffollamento» risulta già segnalata anche nelle precedenti relazioni (come dire “chiudiamo un occhio”). ad ogni modo la percezione del sovraffollamento al giudiziario pare più marcata che al penale

Anche al giudiziario : «qualora siano presenti detenuti con problemi psico-fisici non esiste una procedura di emergenza per garantire il loro benessere termoigrometrico»

Per sopperire a questa carenza si ricorre alle stesse misure previste per la sezione penale: le misure le abbiamo già elencate prima

Sono in fase di ultimazione i lavori per la realizzazione delle prese elettriche nelle camere sprovviste al fine di consentire la fruizione di un ventilatore o altro sistema di mitigazione della temperatura ; il quadro, come diremo più avanti, non convince in quanto occorre praticare soluzioni collettive e non individuali

Non esistono camere per l’isolamento in caso di malattie infettive: in alternativa, stessa procedura che per il penale

Anche nei bagni del penale non c’è bidet ma c’è il lavapiedi

E’ consentito l’uso di fornellini autoalimentati : come in altri settori del carcere salvo, come abbiamo detto che nella ATSM

APERTURE (pagina 30) per la maggior parte dei bracci dalle 8.30 alle 11.30 e subito dopo il pranzo fino alle 18 o fino alle 20; parrebbe una situazione un po’ diversa rispetto al penale cioè connotata da una certa oscillazione sulla fascia oraria 18-20; particolare non di poco conto perché riguarda due ore; possiamo fare ipotesi su questa differenza che pare però non essere motivo di interesse per la Ausl

Nel braccio 3 C nelle camere di pernottamento esposte verso il lato chiesa (n.15 e n.03 a esempio) sono state rilevate alle finestre nidificazioni di piccioni con guano che necessitano di bonifica;

nel braccio 2 C le condizioni manutentive risultavano particolarmente scadenti e numerose camere presentavano intonaco sfogliato con muffe alle pareti o ai soffitti (es. camere 03, 06, 10, 12, 14, 15, 17 e 26) ; nel braccio 2 A pure: alcune camere presentavano intonaco sfogliato e muffa (n.03, 15, 16, 19) ,in alcune camere la muffa aveva interessato anche i materassi

Nel braccio 1 A necessari lavori di ritinteggiatura e manutenzione generale delle camere

Nel braccio 1 B l’ex locale docce (adibito a lavanderia/luogo di preghiera) presentava infiltrazioni provenienti dalle docce del secondo piano

Braccio 2 B tali infiltrazioni trasversali avevano interessato anche una porzione di corridoio comune e la camera adiacente resa inagibile al momento del sopralluogo

Anche l’ex locale docce del braccio 1 D risultava inutilizzato a causa della insalubrità dovuta alle infiltrazioni provenienti dalla zona docce del secondo piano

Anche il braccio 1 C necessitava di lavori di manutenzione per il locale comune e le camere che in alcuni casi presentavano muri sgretolati e muffe sulle pareti (es, 06, 07, 09, 10, 12, 14, 15, 20)

CONDIZIONI GENERALI NEI LOCALI COMUNI DELLE SEZIONI

Le sezioni hanno tutte blocchi docce comuni tranne i bracci B, C del 1° piano che sono dotati di doccia nei servizi igienici delle camere

Tutti i blocchi docce comuni hanno presentato criticità importanti relativamente alla grave presenza di muffe e infiltrazioni e a carenze manutentive

Nonostante gli interventi manutentivi effettuati, tutti i blocchi docce comuni presenti nel primo, secondo e terzo piano della sezione del giudiziario hanno presentato criticità importanti relativamente alla grave presenza di muffe e infiltrazioni su pareti e soffitti. Le infiltrazioni sono in alcuni casi trasversali raggiungendo anche il piano sottostante (dal secondo al primo piano) e le celle situate in prossimità del blocco stesso al primo piano, la situazione igienica permane precaria

Precarie anche le condizioni delle docce comuni ; pessime condizioni con infiltrazioni dagli scarichi e muffe diffuse anche sulle piastrelle

Non è rispettato il divieto di fumo (pag 32 ), riscontrati mozziconi di sigaretta nei corridoi ; tendenza ad associare in cella, separatamente a coppie , detenuti fumatori e non fumatori (misura ovviamente insufficiente; dobbiamo insistere : occorre realizzare salette per fumatori inserite in un programma di monitoraggio e offerta di corsi per smettere di fumare; sarebbe utile un questionario ma la “medicina penitenziaria” ha certamente i dati riguardanti la abitudine al fumo di reclusi e personale addetto alla custodia; poiché i dati sono certamente in possesso è il caso di citarli nei rapporti semestrali .

CONDIZIONI GENERALI DEI LOCALI SERVIZI

Nel braccio 3 D il locale lavanderia presenta intonaco sfogliato che necessitava di manutenzione

Gli strumenti taglienti e le lamette sono monouso e vengono riconsegnati agli agenti di polizia penitenziaria ma non è presente un contratto rifiuti speciali

C’è una palestra

C’è un campo di calcio

Ci sono sale per i diversi culti

Spazio adibito a cortile per la passeggiata: i cortili ispezionati in fase di sopralluogo presentavano i relativi esercizi igienici in pessimo stato igienico e manutentivo (pag 33).

Sono presenti aule e biblioteca: a proposito della biblioteca (si deve parlare i realtà di biblioteche) essendo impegnati in campagne periodiche di donazione di libri alle carceri abbiamo più volte sollecitato un lavoro di collocazione on line dell’archivio (sul modello delle carceri della Gran Bretagna) al fine di non inviare “doppioni” ….nessun riscontro; certo ci sono problemi più gravi

Cattivo stato di manutenzione e pulizia ascensore utilizzato anche per il trasporto del carrello dei pasti da distribuire nei singoli bracci

La situazione igienico-sanitaria complessiva può essere giudicata SUFFICIENTE ; come per il penale valutazione non condivisibile e neanche comprensibile

INFERMERIE «NUOVI GIUNTI»

Delle 13 camere singole di pernottamento al primo piano le due camere multiple destinate a detenuti con disabilità e a detenuti grandi obesi più accompagnatori erano al momento del sopralluogo non agibili/soggette a lavori

Anche tra le camere del piano terra di più ampia metratura rispetto ad altre , destinata a detenuti ad alta sorveglianza, solo tre agibili e fruibili su 5 ! Questa condizione di inagibilità crea problemi logistici e distress per la stessa attività primaria di sorveglianza e conferma che occorre prestare attenzione alle dichiarazioni sulla capienza ottimale; per calcolare gli indici effettivi di affollamento occorre considerare le aree e le celle inagibili, quindi , per tornare alla capacità ricettiva dichiarata : è ovvio che essa è ancora inferiore alle 483 persone

Continua il rapporto Ausl : «Data la tipologia di fruizione salvo alcuni casi particolarmente gravi questa sezione risulta caratterizzata da un ricambio continuo di utenza e da una breve permanenza , questa condizione pregiudica lo stato igienico-sanitario , di manutenzione e di conservazione delle camere che risulta complessivamente molto scadente . Non esiste una procedura per garantire il benessere termoigrometrico de detenuti particolarmente vulnerabili».

«NOTE: data la tipologia di Sezione e in considerazione delle caratteristiche della utenza buona parte delle strategie implementate nelle altre sezioni per la mitigazione delle ondate di calore non risulta applicabile!!!» (i punti esclamativi sono del redattore del commento)

Qui, trattandosi di infermerie, le camere di isolamento ci sono (o si tratta di una sola camera ?) ma senza bidet , doccia solo al piano terra e lavapiedi ; ventilazione non naturale ma forzata nei bagni

Fornellini autoalimentati: consentiti !

«NOTE: in generale sono state rilevate condizioni igienico sanitarie molto scadenti. Al momento del sopralluogo la camera 13 del piano terra risultava in condizioni particolarmente critiche , con presenza diffusa di muffe e condense su soffitto, pareti e arredi e materasso marcescente». Insomma: è perfetta per essere una infermeria….

«Al primo piano zona infermeria le camere multiple risultavano inagibili a causa di infiltrazioni e le restanti risultavano in condizioni precarie. La camera 10 presentava muri screpolati e muffe».

Nonostante questa disamina la valutazione finale è assente! In sostanza nessuna casella è stata vergata (pagina 41) tra quelle previste dal questionario utilizzato (insufficiente, sufficiente, buona, ottima ; RIPETIAMO: non è stata espressa nessuna valutazione.

CARCERE MINORILE DI VIA DEL PRATELLO

Visite effettuate il 15.11,24 e 10.1.2025

40 detenuti : 29 in custodia cautelare 11 definitivi età 14-25 ; diciotto sono minori , 22 maggiorenni; un solo italiano e prevalentemente nordafricani; poiché rigettiamo chiavi di letture di tipo lombrosiano di questa constatazione dobbiamo prendere atto che quanto osservato è l’effetto non della biologia ma delle condizioni di povertà in cui versano i minori immigrati. Il dato quindi interroga sulla inadeguatezza delle politiche di accoglienza che riducono i carceri minorili al ruolo che ebbe l’Hopital general nel Seicento : ricovero/internamento dei poveri. Trasferire poi i giovani detenuti (pare di capire da sedi diverse da Bologna) nel carcere per adulti della Dozza è il massimo della incongruenza degli attuali decisori politici.

La capienza ottimale sarebbe di 48 persone, ridotta a 40

Le attività ricreative vengono gestite in sala mensa perché i pasti vengono consumati in cella, condotta che secondo la Ausl è preferita dai giovani detenuti (!?) : situazione comunque diversa da quella del carcere della Dozza dove la assenza dei refettori rende obbligatorio consumare i pasti in cella

Sala per telefonate chiusa perché non c’è connessione ! Alla clausura fisica si associa la difficoltà di comunicazione con l’esterno

Non ci sono camere per disabili

Una sala chiusa a seguito di atti vandalici (secondo la Ausl)

Una camera risultava allagata per rottura di un tubo poche ore prima del sopralluogo

La camera di isolamento al momento vuota risultava in condizioni igieniche pessime con letto rotto ed inutilizzato, arredi completamente divelti, proliferazione di animali infestanti volanti. Si evidenzia che tali locali andrebbero puliti e sanificati tra una utenza e quella successiva anche avvalendosi dei detenuti volontari incaricati alle attività di pulizia o attraverso interventi esterni in caso di manutenzione straordinaria

Riscontrata la presenza di prese elettriche “volanti” (nella cella multipla che ospitava 5 minori) e fili scoperti : quindi viene riscontrato un rischio elettrico

Superficie ventilante insufficiente (rapporto lievemente inferiore a 1/10)

Alcuni blindi non sono facilmente apribili/chiudibili e questo comporta sforzi per il personale penitenziario : segnalare al VISAG per la eliminazione del rischio?

No fornellini gas: quel che non è pericoloso per il carcere adulti è considerato pericoloso qui o il riscontro è la conseguenza del fatto che la qualità del cibo è migliore, del fatto che esiste il refettorio (anche se poi non utilizzato, come abbiamo visto?)

Non rispetto del divieto di fumo: che si fa? Salette per fumatori? corsi per smettere di fumare: sarebbero un ottimo investimento vista anche la giovane età ma la Ausl non dice nulla , neanche quale è il numero e la percentuale dei fumatori

C’è un parapetto rotto

Trattamento chemio-profilattico preventivo per la scabbia ! La “motivazione” sarebbe casi di scabbia in passato ; a noi i pare più congruo un intervento di prevenzione primaria con eliminazione del rischio alla fonte piuttosto che il trattamento chemio-profilattico a tappeto per tutti i “nuovi entrati” ma pare – visto che non sono state fatte osservazioni – che la Ausl abbia validato questa pratica che nessuno proporrebbe in altre “strutture recettive” .

NOSTRE CONCLUSIONI SUL MINORILE

Situazione “meno pesante” del carcere per adulti di via del Gomito; di recente come è noto c’è stata una ripresa di interesse (si fa per dire) sui minorili per alcuni eventi come il trasferimento nel carcere di Bologna di 50 giovani provenienti da carceri per minori; trasferimento “provvisorio” dicono le fonti istituzionali; le carceri minorili sono comunque all’attenzione di tutti per i cambiamenti registrati negli ultimi anni : crescita della popolazione , maggiori difficoltò della presa in carico testimoniata dalla comparsa nei minorili di trattamenti sanitari obbligatoti prima sconosciuti; povertà e recrudescenza di politiche carcero-centriche hanno attenuato le speranze abolizioniste che pure a Bologna, nei primi anni ottanta, stavano per concretizzarsi . E’ evidente che occorra investire molto di più su : capacità di accoglienza, capacità di ascolto e di gestione delle varie forme di disagio psicosociale e capacità di concretizzare percorsi alternativi al carcere.

NOSTRE OSSERVAZIONI E PROPOSTE

La nostra prima osservazione è nota: l’impostazione del rapporto semestrale deve cambiare.

Anzitutto proponiamo che le visite della Ausl siano precedute da assemblee di raggio che si concludano stilando una relazione da consegnare agli operatori della Ausl in un nuovo incontro assembleare con la loro partecipazione prima del ”giro” (per così dire) ispettivo nei vari settori del carcere;

inoltre gli ispettori devono essere accompagnati nel loro “giro” oltre che da rappresentanti della amministrazione anche da uno o due delegati della assemblea di raggio, esattamente come si fa nei luoghi di lavoro; la visita ispettiva si deve concludere (se vengono riscontrati problemi) con disposizioni/prescrizioni e precise indicazioni temporali circa i tempi di bonifica e con sanzioni in caso di inadempienze;

gli operatori Ausl devono vigilare anche sulla salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro e a questo fine devono essere accompagnati nel “giro” dai rappresentanti dei lavoratori penitenziari.

UNA DOMANDA (vedi poi la risposta/proposta) : i detenuti che lavorano hanno potuto eleggere un loro rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (rls) ? Se non è stato eletto un rls per quale motivo ciò è accaduto? La nostra proposta è ovvia : devono poterlo fare per non sancire ancora una volta che essi sono cittadini/lavoratori di serie B;

Deve essere dunque abolito il VISAG (ovvero Servizio di Vigilanza sull’Igiene e Sicurezza dell’Amministrazione della Giustizia) i cui operatori possono essere riassorbiti nella amministrazione penitenziaria (Rspp o altre funzioni); constatiamo ogni giorno che introdurre elementi di uguaglianza, autonomia e democrazia all’interno delle carceri è molto difficile…

Il rapporto semestrale deve avere un approccio sistemico ed abbracciare tutte le problematiche non solo fisico-ambientali ma anche sanitarie, psicologiche, psicosociali e relazionali;

Abbiamo infatti più volte preso in esame la ratio storica della visita semestrale; anzitutto la norma di legge prevede visite “almeno” semestrali dunque per verifiche su specifiche questioni si può e si deve entrare in carcere più volte; ovvio che questo stride con la situazione di quelle Ausl nelle quali non viene presa in considerazione neanche una visita ogni sei mesi o nelle quali la visita è ancora più sommaria di quella effettuata abitualmente dalla Ausl di Bologna; la stessa composizione della “squadra” che gestisce la cosiddetta ispezione evidenzia un approccio troppo limitato; ci chiediamo per quale motivo la Regione non definisca una linea guida operativa vincolante per le singole Ausl ; per esempio gli ultimi rapporti semestrali relativi al carcere di Ferrara hanno visto la partecipazione di un operatore del servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro; per quale motivo questa presenza non c’è nella “ispezione” alla prigione di Bologna ? Noi conosciamo la storia di questa amputazione ma per brevità non la ripetiamo per la ennesima volta in questa circostanza; tuttavia la situazione deve cambiare: la èquipe che visita le carceri deve essere multidisciplinare e non limitata a operatori del servizio di igiene integrati dai veterinari se c’è un problema con la popolazione “murina” (cioè dei topi); la équipe dunque deve essere integrata – come abbiamo detto – da operatori del servizio di medicina del lavoro, da psicologi e psichiatri ; importante anche la presenza della professione di architetto e di ingegnere edile perché il “pachiderma” non può non essere oggetto di interventi di ristrutturazione (salvo aderire alla nostra proposta di demolizione ); questa èquipe multidisciplinare non deve intervenire solo a valle delle problematiche accusate dalla popolazione reclusa ma elaborare proposte finalizzate alla prevenzione; gli ambienti e le pratiche sono lugubri e costrittivi; anche il colore delle pareti e dei pavimenti deve essere modificato ; i regolamenti penitenziari sono fonte di distress e a volte di umiliazione e limitarsi a cercare di contenere gli effetti delle costrittività con un uso, come avviene quasi ovunque, sedativo e non terapeutico dei farmaci, è una strada senza ritorno ; in sostanza la “psichiatria” non deve intervenire a valle (o solo a valle) per cercare di gestire le situazioni già scompensate ma deve pensare ed agire in termini soprattutto di prevenzione incentivando il superamento delle costrittività immotivate afflittive/punitive, il superamento delle forme di deprivazione socio-sensoriale, il superamento delle condizioni ambientali e relazionali di distress; la “istituzione totale” è sempre protesa verso l’escalation proibizionista e affina ed arricchisce sempre di più il suo armamentario di vigilanza fiscale con droni, controlli elettronici, cani da fiuto, sicuramente anche con mezzi di AI (intelligenza artificiale, se non già adesso in programmi futuri o imminenti); non si lavora abbastanza invece su un approccio diverso (e possibile) che possa eliminare alla fonte, per quanto possibile, fattori di costrittività, distress e sofferenza psicofisica per le persone recluse

  • Sovraffollamento : la questione non solo si è cronicizzata ma è ormai incancrenita, anche se nel passato ci sono stati momenti “peggiori” (1030 persone nel primo semestre 2005, e1045 nel secondo semestre dello stesso anno) ; come abbiamo già detto qualunque struttura recettiva con gli indici di affollamento constatati sarebbe chiusa. I rimedi? Stato , governi e decisori politici conducono da sempre una politica securitaria e carcero-centrica tra i cui effetti c’è anche il problema del sovraffollamento; persino Paesi più carcero-centrici dell’Italia riescono a non sovraffollare le carceri grazie a meccanismi per cui se vuoi ospitare una persona in più in un carcere già “al completo” il magistrato di turno scarcera da quell’istituto la persona più prossima alla uscita applicando eventualmente misure alternative se si ritiene impossibile la piena libertà; è paradossale che noi, avversari delle politiche carcero-centriche, dobbiamo suggerire i rimedi a politiche volute da altri ; altre strade sono amnistia e indulto come rimedi temporanei in quanto con l’attuale assetto politico e sociale in Italia le misure appena citate, alle quali siamo comunque favorevoli, durerebbero comunque lo spazio di un mattino. Poi : il perché la capienza del carcere di Bologna sia molto inferiore a quella ipotizzata dalla istituzione e pedissequamente accreditata dalla Ausl , lo abbiamo già detto ; il quadro generale delle condizioni del carcere di Bologna è drammatico e insostenibile da tutti i punti di vista: igienistico, giuridico, psicosociale, relazionale , sanitario; Il CARCERE DI BOLOGNA E’ LA SITUAZIONE PIU’ PESANTEMENTE E CONCRETAMENTE MORBIGENA DI TUTTO IL TERRITORIO CITTADINO E PROVINCIALE :
  • La Ausl osserva che non è garantito l’isolamento per motivi sanitari
  • E’ documentata la presenza abbondante ed estesa di muffa anche nelle infermerie nelle quali sono inagibili diverse celle
  • Materassi marcescenti in più punti dell’istituto e persino nel carcere minorile
  • Sezione infermeria e sezione “nuovi giunti” in condizioni igienico-sanitarie scadenti : ciononostante neanche la infermeria è stata chiusa dalla Ausl
  • Numerosi locali inagibili in diverse sezioni
  • La camera di pernottamento per disabili/grandi obesi è inagibile: la constatazione si commenta da sola; risulta che nel recente passato si sia verificato un grave inconveniente (barriere architettoniche) nel momento in cui bisognava prestare soccorso a un “grande obeso”
  • Importante infestazione di ratti nella aree esterne ; nonostante gli otto interventi annuali di derattizzazione dichiarati. Nel rapporto si legge: «I RATTI HANNO DANNEGGIATO GLI IMPIANTI (CORRENTE ELETTRICA E LINEA DATI) ; AL SECONDO PIANO DELLE SEZIONE FEMMINILE LE POSTAZIONI PER LE VIDEOCHIAMATE NON ERANO AL MOMENTO IN FUNZIONE A CAUSA DEI DANNI PROVOCATI ALLA LINEA» (pagina 3 del rapporto Ausl, il maiuscolo è nostro). «non manca una nutrita popolazione di blatte»: non si tratta di problemi nuovi nel carcere di Bologna …
  • Non viene rispettato il divieto di fumo anche se, dice la Ausl viene riferito un «certo miglioramento». La proposta della Ausl è di incrementare la cartellonistica di divieto ; non è dato di sapere se si intenda proteggere i non fumatori dal tabacco riscaldato e della cosiddette sigarette elettroniche ; la proposta della Ausl pare muoversi fuori dal rispetto della legge 3/2003; evidentemente il problema non si risolve con qualche cartello di divieto in più; anzitutto sono noti i dati epidemiologici che indicano una prevalenza di fumatori in carcere che supera anche il 70% contro i 20% circa nella popolazione non detenuta; la questione è grave per vari motivi; è peraltro una questione su cui lo Stato ha buttato la spugna; risulta che il ministro Nordio abbia “irritato “ anche i sindacati degli agenti penitenziari comunicando loro che , rispetto al rischio fumo passivo, devono subire in silenzio; la occasione , per il ministro, di esternare questo pensiero è stata la sentenza che ha condannato lo Stato a risarcire i familiari di un agente deceduto per tumore polmonare eziologicamente correlato alla esposizione a fumo passivo; la situazione di fatto rende necessario : 1) negare la ineluttabilità dello status quo dichiarata da Nordio 2) censire la situazione dei fumatori-svapatori-esposti attivi a tabacco riscaldato 3) desumere dal censimento la risposta in termini di organizzazione di corsi per smettere di fumare (per chi vuole aderire) 4) gestire per i fumatori che non hanno aderito a percorso di disassuefazione gli spazi protetti nei quali sarà possibile fumare , spazi che dovranno essere commisurati al numero dei fumatori ; se il numero dei fumatori nel carcere di Bologna è quello che immaginiamo le salette per fumare dovranno essere almeno una per raggio : ecco che la ricettività ufficiale cala di molto rispetto alla capienza dichiarata di 500 persone; ora a proposito della esposizione a fumo passivo abbiamo una proposta logica che, ovviamente, farà fatica – pur essendo molto ragionevole – a farsi strada nel Paese di azzeccagarbugli che è l’Italia : lo sconto di pena per la permanenza in un ambiente insalubre ; se è misura congrua lo sconto di pena per la mancanza di spazio (certamente grave fattore di distress) è legittimo rivendicare lo sconto di pena anche per esposizione (indebita) a fumo passivo , dunque a un fattore oltre che distressogeno anche cancerogeno; ovviamente il discorso si deve allargare a tutte le carenze igienistiche subite oltre la questione del fumo passivo
  • Le temperature invernali sono accettabili; in questo caso la constatazione della Ausl ci pare condivisibile ; diciotto gradi con finestre aperte è un riscontro obiettivo;
  • la questione temperatura/microclima è un grave problema d’estate; non siamo assolutamente d’accordo con il modo di procedere della Ausl ; le condizioni microclimatiche adeguate devono essere garantite a tutti con mezzi di protezione collettiva; in analogia con quello che di recente ha ribadito la Cassazione (certo lo ha fatto per i luoghi di lavoro nei quali , come abbiamo detto la Cassazione ha RIBADITO visto che il principio è chiaro dagli anni ’50 del secolo scorso); ma per analogia e, soprattutto, usando la testa, non si può non concludere che occorre affrontare la questione in carcere con lo stesso approccio : PREVENZIONE COLLETTIVA E NON PRECARI RIMEDI INDIVIDUALI; fino a poco tempo fa pareva che l’unico antidoto alla calura estiva fosse un piccolo ventilatore a pila acquistato dal detenuto: ASSURDO! La percezione della assurdità certo a molti non è sfuggita (sempre meglio comunque non parlarne) per cui pare che stiamo transitando lentamente verso un rimedio “misto” : ventilatori a pila e ventilatori attivabili con la presa elettrica (dove la presa elettrica c’è) con ventilatori a pila o elettrici acquistabili dai detenuti ; vale a dire sarebbe come se l’operaio dovesse portarsi da casa il ventilatore o , perché no, la cappa aspirante per la sua postazione di saldatura; ovviamente il benessere termico deve essere garantito dal carcere e per quanto riguarda le modalità occorrerebbe un intervento di totale riconversione ecologica del “pachiderma” in cemento della Dozza; la Ausl accenna per esempio al problema di ridurre l’irraggiamento ma occorre non limitarsi a quello ; occorrerebbe realizzare un bosco urbano associato a tutte le misure tecniche edilizie disponibili per ridurre l’impatto delle alte temperature; è evidente che per valutare meglio la situazione del microclima sia utile che il secondo rapporto semestrale non venga effettuato con una visita nel mese di novembre ma nei mesi più caldi del semestre, vale a dire luglio ed agosto;
  • DVR IN FASE DI REVISIONE; ultimo aggiornamento come abbiamo detto risale al 7.2.2022 : qui dobbiamo ribadire la necessità assoluta di allargare ai tecnici della prevenzione occupazionale la équipe che visita il carcere
  • QUALCHE TEMPO FA i rapporti semestrali riportavano dati sanitari oggi scomparsi; quanto meno veniva riportato il numero di persone tossicodipendenti, il numero di positivi per epatiti o malattie infettive; ovviamente ci siamo chiesti il motivo di questo cambiamento anche perché la nostra proposta – che esplicitiamo da sempre – è che il rapporto deve cambiare ed evolvere da una impostazione di tipo igienistico/ottocentesco ad una sistemica fino a diventare un rapporto sullo stato di salute della popolazione detenuta e della popolazione che lavora in carcere (la quale, affidata alla vigilanza del VISAG non ha buone speranze di benessere lavorativo per il futuro); abbiamo pure ripetuto più volte che è incongruo che le schede compilate dalla associazione Antigone siano molto più informative ed esaustive dei rapporti della Ausl ; ora Antigone è una meritoria associazione di volontariato che non ha poteri ispettivi e quindi non può emanare disposizioni e prescrizioni ; devono dunque spiegare i dirigenti delle Ausl e della Regione per quale motivo non si indaga su: farmaci, psicofarmaci, condotte autolesioniste e rischio suicidario; in un recente webinar del gruppo di auto-aiuto carceri abbiamo discusso con la direttrice dei servizi psichiatrici di Gorizia sulla questione dell’uso appropriato degli psicofarmaci ; un raro studio epidemiologico su un significativo campione di carceri lombarde pubblicato nel 2019 (congresso AIE di Catania) ha evidenziato che il consumo di farmaci della popolazione detenuta è 8 volte superiore a quello del gruppo di controllo esterno; “da sempre” i rapporti delle Ausl italiane (quando e dove le visite semestrali vengono fatte) non affrontano questa questione : è sbagliato e assurdo OCCORRE UNA VALUTAZIONE OBIETTIVA DELL’USO APPROPRIATI DEI FARMACI ALLA QUALE E’ CERTAMENTE PREVEDIBILE CHE DEBBA FAR SEGUITO UN CONSISTENTE PIANO DI DEPRESCRIZIONE SOPRATTUTTO OVVIAMENTE PER GLI PSICOFARMACI
  • Altra grave questione rimossa: le condotte autolesioniste, questione non affrontata dalle Ausl (quelle che le visite al carcere le fanno); le condotte autolesioniste , per non parlare di suicidi e tentativi di suicidio, ma anche certe condotte “aggressive”, sono eventi sentinella di estrema gravità che devono essere analizzati per individuare fattori facilitanti e scatenanti al fine di ridurli e per quanto possibile eliminarli alla fonte; la semplice facilitazione della comunicazioni con l’esterno è stata sollecitato più volte dal volontariato e dagli stessi cappellani delle carceri ; utile anche la nostra modesta proposta per la facilitazione dei contatti con i familiari (VEDI DOPO) senza la illusione che questa possa azzerare il rischio suicidario ma con la consapevolezza che certo lo attenuano
  • UN ALTRO DATO SCOMPARSO DAL RAPPORTO SEMETRALE E’ QUELLO CHE RIGUARDA GLI STRANIERI ; un dato che però, peraltro eclatante, viene riportato per il carcere minorile; il dato è importante anche se può evocare interpretazioni lombrosiane da parte del “partito carcero-centrico”; è importante nella gestione socio-sanitaria del carcere in quanto evidenzia la misura della complessità, delle risorse che occorre mettere in campo per la mediazione linguistica e culturale; si prenda esempio il decreto 81/2008; il legislatore ha, saggiamente, indicato la necessità, nel corso della valutazione del rischio distress lavorativo, di tener conto delle variabili di genere , di età e di cultura correlata ai paesi di provenienza; non che gli effetti di questa norma-fortemente trascurata-abbiano dato effetti molto positivi nei luoghi di lavoro ma gli scarsi risultati dipendono dal fatto che molto spesso, semplicemente, non è stata neanche presa in considerazione; tuttavia è una norma che individua una necessità che deve essere considerata anche nelle carceri dove la contraddizione è ancora più macroscopica che nei luoghi di lavoro;
  • LA QUESTIONE DELLE BOMBOLETTE DI GAS : situazione insostenibile ; su questo argomento abbiamo inviato di recente una lettera aperta alla sindaca di Prato (ultimo “suicidio” con la bomboletta) : nessuna risposta ; peraltro per i rapporti che sono in nostro possesso al momento non pare che altre Ausl abbiamo sollevato perplessità sulla circolazione delle bombolette anche nelle carceri nelle quali si sono verificati numerosi casi di morte; INDUBBIAMENTE SAREBBE UTILE NECESSARIA E URGENTE UNA LINEA GUIDA NAZONALE MA ALLA INERZIA DEL GOVERNO CENTRALE E DEL DAP OCCORRE RISPONDERE CON ORDINANZE DEI SINDACI NELLA LORO VESTE DI AUTORITA’ SANITARIA LOCALE ; come abbiamo denunciato più volte la bomboletta di gas è , come frequenza, il secondo mezzo utilizzato per il suicidio in carcere ; nell’articolo pubblicato da VOCI DI DENTRO abbiamo riferito gli ultimi dati disponibili sui mezzi utilizzati per il suicidio in carcere : la bomboletta di gas è al secondo dopo l’impiccagione.

Tutti sanno quello che è accaduto a Modena nel febbraio del 2023 (morte del giovane F.R. per la cui vicenda i familiari hanno fatto opposizione alla proposta di archiviazione e sono in attesa di responso definitivo da parte della procura); poi , sempre a Modena, la tragica sequenza si è ripetuta , due volte, nel dicembre 2024 (in verità a cavallo del 2024 -2025 i “suicidi” sono stati 4) ; la Ausl di Bologna è , forse, l’unica in Italia a “dire qualcosa “sulle bombolette ; lo abbiamo riferito testualmente nella parte iniziale di questa nostra relazione riportando anche i tentennamenti precedenti. Non dicono nulla tante altre Ausl (tra quelle che, ovviamente effettuano le visite semestrali perché, ad essere ottimisti , pare, che almeno il 50% non sia a conoscenza di questo obbligo istituzionale). Intendiamoci: la Ausl di Bologna si esprime in maniera un po’ evasiva ma si esprime; peraltro a parte la condotta evidentemente suicidaria esistono molte situazioni in cui l’uso cosiddetto voluttuario del gas deborda in suicidio preterintenzionale ; nei tribunali italiani succede di dover discutere di volta in volta con grande strazio per i familiari dei morti che si interrogheranno tutta la vita sul significato e sulle intenzioni del gesto del loro congiunto : è stato un suicidio o la ricerca dello “sballo” ? in ogni tragica circostanza ci si interroga sulla natura del gesto e sulle intenzioni della persona che lo ha compiuto ben sapendo che spesso il confine tra una intenzione e l’altra è labile e frequentemente non lo troveremo ; molti commentatori, tra cui anche i cosiddetti “garanti” citando le bombolette usano la frase «il cui uso è consentito»; un atteggiamento pilatesco a fronte di un dato di fatto : la magnanima disponibilità della istituzione totale a concedere la bomboletta nei contesti carcerari italiani è un crimine di pace ; ora: con una popolazione ad elevato rischio suicidario, con una componente tossico-dipendente e/o tossicofila, in una condizione generale di disperazione, far circolare (di fatto liberamente) le bombolette è appunto «un crimine di pace». La Ausl di Bologna da lungo tempo “gira attorno” al problema ma in questo ultimo rapporto semestrale – pur rimuovendo ancora una volta di menzionare chiaramente il rischio suicidario – usa questi termini che abbiamo già riferito. A una domanda non si può sfuggire: perché le bombolette di gas circolano liberamente? decine o centinaia di merci o prodotti che i familiari vorrebbero consegnare ai loro congiunti “non entrano” in carcere. Stiamo raccogliendo la casistica per denunciare quanto siano grottesche le pratiche carcerarie anche se le norme assurde sono una peculiarità delle istituzioni totali e certi divieti , sorge il sospetto, sono inventati per saggiare la inclinazione alla obbedienza cieca. Ad esempio certi biscotti al cioccolato entrano nel carcere di Opera ma non a Parma. A qualcuno di noi è capitato di non poter consegnare un libro con copertina rigida (per carità non direttamente al detenuto , sarebbe stata una aspettativa eccesiva) . Per non parlare delle recenti restrizioni proposte , poi pare emendate, in Sicilia che avevano a monte motivazioni quantomeno discutibili delle quali comunque non entreremo nel merito qui . Dunque rimane la domanda , che è anche una curiosità: divieto per prodotti innocui , “liberalità” per una merce nociva e spesso, in qual contesto, purtroppo mortifera; la risposta, a nostro avviso , è chiara : la “magnanima concessione” della bomboletta è un modo del carcere di tamponare una grave lacuna igienistica : la assenza di refettori (nel carcere per adulti, mentre il refettorio è presente nel carcere minorile…anche se non utilizzato). Vediamo cosa dice una circolare regionale della E-R al proposito (circolare del 13.4.1995 , oggetto : Vigilanza sulle condizioni igienico sanitarie degli istituti penitenziari):

sia per ragioni igieniche che per le implicazioni psicologiche che può rappresentare si dovrebbe prevedere un refettorio per ogni sezione (o gruppo di detenuti” ; la circolare, che prende spunto dalla Carta Onu dei diritti dei detenuti (del 1965) dettaglia poi i requisiti minimi igienistici dei refettori che devono essere ovviamente correlati ai regolamenti comunali di igiene; in sostanza la situazione attuale del carcere di Bologna (consumo del pasto in cella e gestione della pulizia delle stoviglie nel bagno) è di per sé, anche se non ci fossero tutti gli altri gravi problemi evidenziati, motivo sufficiente, per dichiarare la inagibilità igienico edilizia del carcere ; PER QUALE MOTIVO QUESTA DICHIARAZIONE NON VENGA FATTA DALLA AUSL e’ DOMANDA A CUI LA STESSA AUSL DOVREBBE RISPONDERE … ANCHE SE NON A NOI CHE RITENIAMO DI CONOSCERE GIA’ LA RISPOSTA.

  • Dunque, ricapitolando, alcuni elementi che la Ausl deve inserire nei rapporti semestrali evitando di continuare a rimuoverli:
  1. la Ausl ha oggi i dati sul tabagismo della popolazione ristretta e lavoratrice al fine per esempio di programmare la effettuazione di corsi per smettere di fumare?
  2. La Ausl ha fatto un bilancio dell’uso di farmaci per valutarne la appropriatezza?
  3. La Ausl fa un bilancio periodico delle condotte etero ed autolesive per elaborare un programma di prevenzione? Ci risulta che “persino” i Cpr (centri di permanza per migranti) redigano una lista degli eventi critici ; come mai la Ausl non li registra ? Non sono eventi di estrema importanza per valutare il clima che si vive all’interno del carcere e per programmare i necessari interventi di prevenzione ?
  • Non abbiamo dati su eventuali Tso cioè Trattamenti Sanitari Obbligatori : non ne sono stati effettuati? Speriamo di no ma il dato deve essere monitorato alla luce anche dei riscontri verificati nel carcere Montorio di Verona cioè 17 su 72 nella intera città nel corso del 2022; questo significa che il tasso di Tso (una “procedura” che deve essere bandita per tutti/e) è stato 2.83 % per i detenuti e 0.02 per i cittadini veronesi
  • Gli spazi per la affettività : tema assolutamente rimosso dalla Ausl ! La rimozione è coerente con il metodo “ispettivo” adottato : fotografare solo alcuni problemi (come abbiamo già detto , solo quelli di tipo igienistico -edilizio-infettivo) ; in un approccio sistemico al distress vissuto dalle persone private della libertà occorre porsi questa domanda: quali effetti ha sulla psiche dei detenuti la negazione di un diritto; rabbia , frustrazione, spirito di sopportazione; cosa c’è a monte della depressione, del calo del tono dell’umore , dei gesti di autolesionismo (troppo facile cercare di prevenire con gli psicofarmaci) e , alla fin fine, cosa c’è alla origine di quelle che i media, con grande spregio della realtà dei fatti, chiamano “rivolte” ? E chi deve verificare, sollecitare, disporre e prescrivere la eliminazione alla fonte delle cause del «distress penitenziario»? Dunque una équipe Ausl che ha davvero compiti ispettivi deve: verificare , constatare, disporre e prescrivere l’attuazione di quanto deliberato dalla Corte costituzionale; se infatti deleghiamo la questione alla “autodichia” della istituzione totale, come abbiamo visto recentissimamente, la questione degli spazi verrebbe ridotta da diritto a “mera aspettativa” , una riduzione ventilata dal “carcere” ma non condivisa dalla magistratura; DUNQUE GLI SPAZI DI CUI STIAMO PARLANDO DEVONO ESSERE GARANTITI A BOLOGNA E IN TUTTE LE CARCERI ITALIANE ; come abbiamo più volte sottolineato :
  • Altri problemi “minori” sono scomparsi dalle osservazioni della Ausl : tempo fa il carcere collocò delle reti sulle finestre di alcune celle; Motivazione? i detenuti gettavano rifiuti dalle sbarre; la “brillante” misura era parsa la unica idonea a gestire la questione , con l’avallo della Ausl (che non contestò) ; in realtà da un lato la misura adottata riduce la luminosità delle celle e in una situazione già molto precaria sul piano igienico-edilizio questa potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso; comunque è una misura che aumenta il distress e riduce il benessere abitativo; dall’altro la condotta (buttare i rifiuti) ammesso che si sia effettivamente verificata in maniera significativa, si può affrontare con una strategia diversa… ma dialogare col “carcere” è sempre difficile
  • Infine (ovviamente non è materia sulla quale la Ausl possa intervenire se non magari esprimendo il suo assenso) peroriamo la causa della magnanima concessione , in analogia a quanto previsto dall’articolo 3, comma 3 della legge 104: tre giorni alla settimana di permesso retribuito per familiari di primo grado e contatti relazionali significativi per visitare il proprio congiunto se questo si trova recluso in una città lontana dalla residenza del familiare-convivente ; non sarà una misura idonea, di per sé , a ridurre significativamente i suicidi ma va in quella giusta direzione.

Conclusioni generali sul carcere di Bologna

Il carcere di Bologna deve essere demolito e l’area deve essere rinaturalizzata e rimboschita ;

anche se abbiamo proposto dei rimedi e si possono intravedere corpose azioni di miglioramento, la soluzione migliore resta la demolizione; in subordine si può prendere in considerazione la riconversione d’uso (dopo le forti azioni di miglioramento apportate);

la riconversione presuppone però un intervento massiccio di adeguamento energetico ed ecologico rispetto al quale pure abbiamo fornito idee e proposte nella consapevolezza che, al momento, forse la scelta della demolizione è difficile da accettare da parte del ceto politico carcero-centrico, più conservatore nel centro destra, parolaio e non sufficientemente innovatore nel centro-sinistra ; la Ausl grazie alla chiusura della Rems di Bologna di via Terracini è riuscita a non confrontarsi sulla necessità di includere nelle visite definite impropriamente “ispettive” la struttura che ha ereditato dall’OPG; il tema tuttavia rimane da affrontare e lo affronteremo con la Ausl in cui oggi la Rems è collocata; va ribadito come sia necessario includere tra le strutture da visitare anche le celle della questura che non sono “carcere” ma sono comunque luoghi in cui le persone vengono trattenute contro la loro volontà ; e non lo diciamo solo perché siamo memori di un suicidio lì verificatosi alcuni anni fa e andato a termine verosimilmente anche per mancata vigilanza, ma perché la questione è riproposta dal trattamento subìto a Brescia da donne militanti del movimento pacifista/disarmista , che è stato subìto persino in un contesto descritto come molto degradato dal punto di vista igienico sanitario; in sostanza la proposta è semplice : gli operatori della Ausl visitino anche le stanze della questura e tutti i luoghi nei quali può succedere che persone vengano trattenute contro la loro volontà (compresi gli SPDC ospedalieri nella maggioranza dei quali si usano ancora oggi mezzi di contenzione fisica, oltre che, evidentemente, di contenzione chimico-farmacologica ); di recente abbiamo poi avuto riscontro (in una città del Piemonte) di uso di mezzi di contenzione anche in una struttura di pronto soccorso, mezzi che, associati all’uso non consensuale di psicofarmaci rappresentano una pratica di “tso non dichiarato”

E’ assolutamente ovvio e scontato che il nostro discorso vale anche per i CPR; a tutti i sindaci delle città sede di CPR abbiamo – in relazione al loro ruolo di autorità sanitaria locale – inviato una lettera aperta

esistono modelli di penitenziari realizzati in Paesi nord europei più civili rispetto alle carceri italiane per le quali effettivamente è più adeguato il termine di “penitenziari” vale a dire luoghi in cui si impongono penitenze che debordando spesso in «abuso di mezzi di correzione» hanno effetti controproducenti rispetto a ipotetici percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale ; si tratta evidentemente di modelli diversi dai “prefabbricati” ipotizzati dal ministro Nordio (un ministro che dovrebbe lasciare l’incarico conferitogli) ; diversi anche , per fortuna, da quelli ipotizzati da un ministro “creativo” di un recente governo che voleva realizzare carceri galleggianti con vista mare per detenuti “buoni”

Comunque nelle more della demolizione del carcere di Bologna o della sua riconversione a uso alternativo (albergo per residenze brevi?) Il RAPPORTO SEMESTRALE DEVE ESSERE TRASFORMATO IN UN MONITORAGGIO CONTINUO E DIVENTARE UN RAPPORTO GENERALE SULLO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE RISTRETTA, DELLA POPOLAZIONE LAVORATIVA E DELLA STRUTTURA EDILIZIA RICETTIVA.

A QUESTO CRITERIO DEVONO ISPIRARSI TUTTE LA AUSL ITALIANE A COMINCIARE DA QUELLE CHE NON RISPONDONO ALLA RICHIESTA DI ACCESSO AL RAPPORTO SEMESTRALE… TEMIAMO PER IL SEMPLICE FATTO CHE LO COMPILANO IN MANIERA LAUNOSA O NON LO REDIGONO AFFATTO PERCHE’ SEMPLICEMENTE NON VISITANO LE CARCERI .

Gli operatori della Ausl di Bologna non intendano le nostre osservazioni come critica al loro lavoro personale; quel lavoro è faticoso; il loro impegno è encomiabile; la necessaria reimpostazione del “metodo” di redazione del rapporto semestrale deve essere il frutto di un lavoro collettivo e pubblico a cui intendiamo partecipare .

Eventualmente con una ISTRUTTORIA PUBBLICA COMUNALE SULLE CARCERI CHE DA TEMPO PROPONIAMO.

(*) Documento redatto da Vito Totire, portavoce Centro Francesco Lorusso di Bologna, il 24 marzo 2025

ALLEGATI (disponibili nell’Archivio centro Francesco Lorusso) :

– Commento a rapporto semestrale Ausl carcere di Bologna, Voci di dentro n.51, febbraio 2024: alle pagine 44-47 sono citati i mezzi suicidari utilizzati dalle persone private della libertà

– Lettera aperta ai sindaci di comuni sedi di CPR

Ultimi tre documenti sul carcere di Bologna

TUTTI I DOCUMENTI REDATTI SUL CARCERE SONO REPERIBILI GRAZIE AL BLOG «LA BOTTEGA DEL BARBIERI» CHE HA SEMPRE SOSTENUTO IL NOSTRO LAVORO

 

La vignetta – scelta dalla redazione della “bottega” – è di Mauro Biani.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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