Bologna: è ancora gruviHera

Questa volta in via del Borgo di San Pietro. Quando si finirà di spargere amianto nelle abitazioni?

di Vito Totire

L’opinione pubblica nulla ha saputo sulla natura dei recenti problemi in via Ranzani, strada in cui tuttavia è accertata una rottura – con successiva riparazione su cementoamianto (al numero 2) nei primi otto mesi del 2017; non disponiamo della data perché la Ausl non ce la ha fornita. L’università ha analizzato le acque o si limita a leccarsi le ferite?

Cosa è venuto fuori nell’acqua lo sapremo con comodo.

Ora c’è la rottura in via del Borgo di San Pietro. Anche qui non si tratta di una situazione limitata ai pur gravi disagi lamentati dai residenti; pure in quella strada sono documentate recenti rotture su cemento-amianto.Il 16.9.2016 (numero civico non disponibile); il 10.11.2016 in via Irnerio, angolo via del Borgo; nel 2017, all’altezza del numero 14 di via del Borgo, data non disponibile. Non era il caso, in occasione dell’ultima rottura, di bonificare l’intero tratto? I cittadini sono colpiti, come è ovvio, dai danni materiali immediati e più visibili ma da un tubo rotto che tipo di acqua esce?

Che acqua hanno bevuto in via Petroni nel 2016 considerato che le rotture, in pochi mesi, sono state 17? E 500 le rotture nel solo perimetro della città durante il 2016.

Una parte della città pare in gioiosa fibrillazione per l’apertura di FICO ma che acqua si beve e con che liquido si preparano i cibi e si fanno le pulizie domestiche?

Anche di recente la Ausl ha continuato ad avallare l’illusione del ruolo protettivo dell’acqua poco acida: è vero che l’acqua di Bologna non è abbastanza acida da “grattare” la superficie delle tubazioni in amianto ma, dal 1999, diciamo a chiare lettere che il problema sono le rotture e soprattutto quello che si beve o che si inala dal momento in cui la rottura inizia a quando il tubo allaga tutto.

Una domanda a cui ogni persona ragionevole fa fatica a trovare risposta. Ma forse le capacità cognitive nel Palazzo sono “maggiori”.

Qualche anno fa (dopo a legge 257 del 1992) furono sequestrati, anche a Bologna, alcuni graziosi thermos cinesi con presenza di un anellino di amianto crisotilo incastonato. Il sequestro fu atto legittimo dal punto di vista giuridico, etico, sociale, sanitario. L’amianto (crisotilo) era segregato ermeticamente;

oggi invece a “gruviHera” viene consentito di usare tubazioni in cementoamianto non segregato e che peraltro include anche amianti anfiboli oltre che crisotilo; tutti gli amianti sono cancerogeni, gli anfiboli sono più aggressivi.

Forse questa situazione che offende il diritto alla salute e l’intelligenza dei cittadini è possibile grazie al fatto che il personale che va a occupare posti da “decisore” nel Palazzo vien ben selezionato dai partiti per garantire obbedienza agli interessi delle lobbies?

Abbiamo posto una domanda a un operaio colpito da tumore e in contenzioso con l’Inail: «ti invitiamo a cena ma dobbiamo dirti che abbiamo piatti in cemento-amianto, accetti?». Ci ha risposto: «piuttosto andiamo in pizzeria, offro io». Sapere operaio? E’ il vantaggio di non essere quotati in Borsa che rende più lucidi e lungimiranti?

Alla prossima puntata.

Bologna, 1.12.2017

(*) Vito Totire è portavoce di AEA cioè Associazione esposti amianto e rischi per la salute. Varie persone chiedono alla “bottega” come mettersi in contatto con Aea: la mail è vitototire@gmail.com.

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