Bologna: qualità dell’aria e malattie, per una…

inchiesta dal basso.

di Vito Totire (*)

IMPATTO SANITARIO DEL «PASSANTE DI MEZZO» BOLOGNESE; PRIMO APPELLO PER UNA INDAGINE EPIDEMIOLOGICA “DAL BASSO”

Avvio di un OSSERVATORIO SULL’IMPATTO SANITARIO : traffico/passante di mezzo/salute

Lo stato della epidemiologia a Bologna è molto precario; il termine epidemiologia viene di frequente sussurrato con malcelata reverenza e spesso viene usato a sproposito. Fatto è che quando i dati “ci sono” si va avanti come se non ci fossero; questo fa sospettare che il temine venga usato con fini di tranquillante/ipnotico anche da soggetti che danno importanza ai dati solo se avallano decisioni già prese e li occultano o non ne tengono conto quando essi contrastano con la realtà del “modello di sviluppo” già deciso o ritenuto inevitabile ; emblematico il “caso” dell’aeroporto di Bologna o anche dell’inceneritore di Granarolo.

Abbiamo assistito ad una sorta di “tira e molla” sul tema epidemiologia/passante di mezzo; è evidente che per valutare un impatto occorra avere i dati del “prima” e del “dopo”; se si avvia una opera senza avere il dato di partenza ogni promessa di indagine epidemiologica è aleatoria; in verità però spesso su singole questioni già abbiamo a disposizione dati che ci permetterebbero di orientarci verso la decisione a minor impatto sanitario possibile; è quello che abbiamo detto – “inascoltati” – in un dibattito di qualche anno fa tenutosi ad Ozzano Emilia sulla questione dell’aeroporto;

già che siamo sull’argomento: è sul nesso epidemiologia/aeroporto di Bologna che “casca l’asino”; nella recente “campagna elettorale” per il comune il tema è stato totalmente rimosso (chiediamo scusa a qualche candidato che potrebbe avere affrontato la questione senza ottenere riscontri mediatici) ; questo nonostante i dati emersi da una indagine presentata al convegno dell’AIE di Catania del 2019;

di quel dato (peraltro parziale) i “decisori politici” non hanno tenuto conto tanto che la consultazione elettorale ha partorito un nuovo consiglio ed una nuova giunta nel corso della cui attività è possibile ascoltare considerazioni e reazioni che presuppongono la misconoscenza dei dati pubblicati oppure (spiegazione alternativa) una pulsione sado-masochisitca dei decisori politici intenzionati ad assecondare lo status quo; la recente “discussione” tra CGIL e il gruppo di coalizione civica mostra quanto siamo indietro; ovviamente condividiamo più la posizione di Coalizione civica che non della Cgil la cui sortita è da considerare un notevole arretramento del livello di chiarezza a cui è giunto (negli scorsi decenni) il movimento dei lavoratori; superata la prassi della “monetizzazione della salute” alla fine degli anni sessanta pare oggi che la Cgil riproponga la monetizzazione della salute non solo dei lavoratori ma anche dei cittadini ! Torneremo nel prossimo futuro sulla questione della salute dei lavoratori aeroportuali…in quanto a quella dei cittadini esposti alle attività del Marconi la situazione è fin troppo chiara.

Ancor meno (rispetto all’aeroporto) sappiamo dell’impatto del traffico veicolare su gomma; ci sono elementi conoscitivi che depongono per una distribuzione diversificata (per quartieri) delle malattie e delle cause di decesso ma non abbiamo un quadro chiaro e nitido che sia minimamente paragonabile a quello disegnato dalli studi di Costa e coll. a Torino dove è stato evidenziato un calo della speranza di salute e di vita lungo il percorso di un autobus che attraversa la città dai quartieri più ricchi a quelli operai.

Non potendo, noi cittadini, fare nessun affidamento sulle istituzioni, dobbiamo auto-organizzarci per un monitoraggio autogestito dal basso puntando alla registrazione di patologie potenzialmente correlabili con inquinanti ambientali e nella fattispecie originati da veicoli a motore ; nell’avvio di questo progetto/tentativo è congruo includere un’altra problematica altrettanto rimossa quanto quella che riguarda l’impatto del traffico veicolare ;cioè la questione dell’amianto da esposizioni extraprofessionali che possono essere connesse all’acqua inquinata o alla presenza di amianto nelle strutture edilizie o ancora presente nell’aria outdoor (da varie fonti)

per quel che riguarda l’impatto del traffico veicolare gli inquinanti in questione sono numerosi (e da questi proveremo a desumere i relativi organi/target della azione nociva) :

  • Rumore
  • gas di scarico (differenziati tra benzina e diesel)
  • polveri in generale
  • polveri contenenti residui di pneumatici e di asfalto
  • fibre provenienti da sistemi frenanti
  • metalli pesanti

Dagli inquinanti si desumono i potenziali organi-bersaglio:

  • rumore: effetti uditivi ed extrauditivi (cardiovascolari, endocrini, ecc)
  • gas di scarico: polmone, vie respiratorie in generale, apparato emopoietico (in particolare per benzene e formaldeide), vie urinarie (ipa)
  • polveri : vie respiratorie con effetti tossici ma anche cancerogeni se contenti inquinanti particolari come la silice libera cristallina
  • metalli pesanti: cervello (Alzheimer, Parkinson; vedi pubblicazione, a suo tempo citata, di LANCET)
  • polveri contenenti residui di pneumatici o di asfalto: impatto più marcato delle polveri generiche (soprattutto per l’aspetto cancerogeno)
  • fibre da sistemi frenanti: possiamo escludere la dispersione di fibre di amianto “nuove” da sistemi frenanti ma a partire solo da diversi anni dopo il 1994 (per gli effetti positivi della legge 257/1992) ; ma all’amianto potrebbero essersi sostituite fibre poliaramidiche attualmente inquadrabili certamente come meno nocive dell’amianto ma la cui totale innocuità è da escludere (al momento) per i dati relativi agli animali

Per quanto riguarda l’amianto; l’impatto sanitario di questo inquinante è noto ; le patologie da monitorare in relazione a inquinanti ambientali (outdoor o indoor) sono:

  • mesoteliomi soprattutto (non solo) nelle donne , in particolare se al disotto dei 55 anni (non solo)
  • tumori dell’ovaio
  • tumori delle via biliari intraepatiche , vie gastroenteriche
  • tumori del polmone (“difficile” in quanto i livelli scatenanti sono abitualmente più elevati rispetto al mesotelioma), tumore laringeo

L’appello che lanciamo è rivolto a tutti i cittadini ma anche a medici di base o di altra collocazione lavorativa nonché ad associazioni che volessero collaborare; al singolo cittadino che volesse aderire in quanto ritiene di aver contratto una patologia ad eziologia ambientale verrà consegnato un questionario di screening per fare una prima valutazione di corre labilità eziologica propedeutica a successivi approfondimenti.

FINALITA’

La prima finalità è quella conoscitiva che consenta di uscire da valutazioni generiche per andare a valutazioni ad personam; in seconda istanza , qualora si evidenziassero solide correlazioni si valuterà con la persona interessata se avviare percorsi finalizzati a richieste medico-legali di risarcimento ; facciamo un esempio di correlazione evidente: tumore vie biliari intraepatiche in persona che ha usato acqua distribuita attraverso tubazioni in cemento amianto.

Per l’impatto dell’inquinamento da traffico veicolare ai danni degli abitanti delle aree maggiormente esposte sarebbe interessante “reclutare” come campione gli espropriati in quanto l’allargamento che andrebbe ad includere il loro spazio ce li fa considerare come già esposti e, in linea di massima, più esposti di una altra eventuale coorte di riferimento da tenere in considerazione come “controlli” (es.i residenti sui colli) ; questo pur nella consapevolezza che alcun degli inquinanti (esempio l’ozono) possono anche essere presenti in maggiore quantità ben lontano dal luogo in cui si producono (in relazione alla volatilità e al peso molecolare) ; i dati degli espropriandi non sono attualmente in nostro possesso e certamente non riusciamo ad ottenerli dalle istituzioni a causa del’uso confusionario o strumentale che spesso le istituzioni fanno del concetto di privacy; tuttavia i dati possono essere ricostruiti e la strada più semplice e praticabile è che i cittadini in questione aderiscano alla nostra ricerca.

METODO DELL’OSSERVATORIO

Quello di oggi è solo un primo appello ; l’ideale sarebbe tornare al metodo di ricerca di John Snow : intervistare i cittadini uno per uno; con Snow nasce infatti l’epidemiologia; Snow chiede ai cittadini di Londra , casa per casa, nella zona in cui ha attecchito il colera del 1854 , controlla eventuali discrepanze tra le convinzioni e le dichiarazioni e la bolletta dell’acqua effettivamente pagata ; conclude che il colera ha colpito solo chi ha attinto da una delle due principali fonti di approvvigionamento di acqua di Londra; dobbiamo usare lo stesso metodo : correlare qualità dell’aria con le patologie correlate all’inquinamento nella consapevolezza che alcune di queste patologie sono a più bassa frazione eziologica e altre sono invece più patognomoniche ; attingeremo alle conoscenze in campo epidemiologico che , col progredire delle indagini, sono sempre meno generiche (vedi correlazione evidenziata , in particolare, tra PM 2.5 ed embolia polmonare ) ; il 17-18 giugno è previsto un convegno a Milano organizzato da Forastiere ed altri ricercatori sul tema di cui stiamo parlando (il punto di partenza del convegno è che le “morti premature” , sul pianeta terra, attribuibili all’inquinamento dell’aria sono 7 milioni ); una delle sessioni del 18/6 è specificatamente dedicata all’impatto del traffico veicolare (d’altronde i fumi diesel sono da tempo classificati cancerogeni per il polmone e il benzene è un cancerogeno/leucemogeno riconosciuto come anche la formaldeide); anche per l’Italia, la Val padana e l’Europa sono state fatte stime attendibili relative alla riduzione della speranza di vita e di salute correlata alla esposizione agli inquinanti atmosferici ma si tratta ora , anche, per così dire, di “dare un volto” e un nome alle vittime dell’inquinamento alle quali , negato il diritto alla prevenzione, oggi occorre riconoscere il diritto al risarcimento; è evidente che il nostro obiettivo non sia di tipo economicistico e materiale ma abbiamo imparato a nostre spese che il “sistema”, già di per sé, non orientato alla “PREVENZIONE”, se non viene chiamato neanche a risarcire, esclude la prevenzione in maniera sempre più feroce anche per il futuro.

Al momento chiediamo a chiunque sia interessata/o di contattarci secondo le modalità indicate in calce a questo documento.

IMPATTO DEI LAVORI per la REALIZZAZIONE DELLA “OPERA CHE NON VOGLIAMO”

Essere a favore della opzione zero rispetto alla realizzazione non significa che la realizzazione si riesca ad impedire; i decisori politici sono succubi culturalmente ed economicamente ad un modello di sviluppa energivoro e caotico che include una sempre più parossistica e asfissiante movimentazione coatta delle merci e delle persone; difficile ormai “ragionare”; dunque dovremmo pensare fin da ora all’impatto causato dalla realizzazione di una “opera che non vogliamo”; nel 1990 i “piccoli” lavori propedeutici ai mondiali di calcio “necessari” per ospitare un paio di partite hanno fatto molti danni i termini di sprechi (il penoso inutile parcheggio di via del Giuriolo) e di morti (tre in un solo giorno : tre operai di una piccola azienda di Alba Adriatica, nella solita micidiale catena di sub-sub-appalti- morti asfissiati dal gas metano , ignari della presenza di gas nel sottosuolo di Bologna!) ; i lavori della “opera che non vogliamo” avranno un impatto sui lavoratori e sui cittadini , come insegnano casi analoghi precedenti; solo qualche settimana fa un contestato (giustamente contestato) cantiere in zona Due Madonne è stato gestito con ruspe per riesumare cemento-amianto seppellito abusivamente sotto terra : i bambini della scuola limitrofa sono stati disturbati pesantemente per diversi giorni nonostante che le norme impongano misure (peraltro facili) di contenimento del rumore e delle polveri ; i cittadini residenti nelle zone a ridosso dei cantieri della “opera che non vogliamo” oltre a subire espropri subiranno, rumori ed altri inquinanti tanto più “se li lasciamo fare”; occorre dunque mettere in campo il massimo di attenzione e di vigilanza ed esigere la più rigorosa vigilanza anche da parte degli organi ispettivi istituzionali dei quali dobbiamo chiederci (e chiedere) se vedranno un INCREMENTO DEL PERSONALE o se il personale ispettivo oggi in organico dovrà gestire ANCHE i cantieri del passante di mezzo; è evidente che non tollereremo sconfinamenti rispetto alla attuale zonizzazione acustica , fatto non scontato visto che stiamo già constatando la grvità della questione rumore nel “piccolo” cantiere di via Carbonesi.

Contatti e segnalazioni:

vitotototire@gmail.com

Indirizzo postale: AEA via Polese 30 40122-Bologna

(*) INIZIATIVA A CURA DI «RETE EUROPEA PER L’ECOLOGIA SOCIALE», RETE NAZIONALE LAVORO SICURO, AEA (associazione esposti amianto e rischi per la salute), circolo Chico Mendes di Bologna.

FOTO: traffico veicolare su gomma (ultima fermata…)

Redazione
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