Botti di capoDANNO: possiamo raccogliere i rifiuti?

di Vito Totire (*)

Non ci è chiaro per quale motivo alcuni sindaci destinatari di un invito sottoscritto da diverse associazioni e molti cittadini – invito finalizzato all’emanazione di un’ordinanza per un divieto – non abbiano neanche risposto.

Ovviamente non essere d’accordo è legittimo ma non spiegare il perché è sintomo di una relazione disturbata fra il “palazzo” e il Paese reale.

Altrettanto non è chiaro a noi cittadini che viviamo alla periferia dell’impero (come direbbe il prof. Terracini) per quale motivo qualche sindaco vieti i botti e qualcun altro no. Che la facoltà di fare prevenzione dipenda soltanto dall’umore o dall’orientamento del singolo sindaco? Impossibile pensarlo visto che poi chi inquina danneggia tutti.

Certo i sindaci sono vittima di una penosa deregulation istituzionale in cui, non diciamo il governo, ma neanche l’ANCI – nonostante il suo superattivismo su altri temi – propone linee guida o iniziative omogenee. Pare che a indurre misure di prevenzione sia solo il rischio “terroristico”; prevenire l’inquinamento ambientale è invece una facezia che può essere trascurata.

Veniamo al punto. Fra le amministrazioni “insensibili” c’è Loiano, ridente Comune appenninico già ammirato da Goethe. Non risulta adottata nessuna ordinanza di divieto nell’uso dei botti. Risultato: la notte di capodanno, almeno a Quinzano, si sono visti fuochi artificiali modello festa di san Gennaro (senza offesa naturalmente). Questi inutili e inquinanti ordigni sono ricaduti certamente anche su campi agricoli coltivati; avevamo “bisogno” di questo ulteriore danno? Fra l’altro un agricoltore della Vasamoggia ha denunciato i danni derivanti da una fonte, pur diversa, ma inquinante.  Sono stati lanciati da Scanello? Da Quinzano? Da San Martino?

Certo “nessuno” li aveva vietati.  Tuttavia, come si dice, “finita la festa, gabbato o santo”. Oggi residuano nel campetto di cacio nei pressi di Quinzano tre contenitori esausti di fuochi artificiali di dimensioni tali che – non lo auguriamo – sarebbero capaci anche di qualche amputazione; fortuna che in zona resiste ancora il primo soccorso ospedaliero.

Li abbiamo fotografati: fabbricazione cinese, doppia miccia, dimensioni notevoli, costo certamente elevato. Vedi qui sotto. Spicca una raccomandazione: NON USARE O INNESCARE SU TAPPETO ERBOSO… come non detto.

Ora dobbiamo chiedere al comune di Loiano:

  1. Magari quando vi giunge una istanza potreste rispondere o lo fate solo ai consiglieri comunali?
  2. I residui dobbiamo raccoglierli noi cittadini ambientalisti ? E poi dove li portiamo? Alla stazione ecologica?
  3. Il Comune non ha vietato ma poteva in qualche modo vigilare? Per esempio che chi usa questi “botti” in pubblico segua le  raccomandazioni del fabbricante.

Se il Comune di Loiano “difende” l’ospedale dalle proposte di depotenziamento avanzate dalla Ausl non dovrebbe occuparsi di più di prevenzione?

Bologna, 24.1.2108

(*) Vito Totire, a nome del coordinamento nazionale contro la produzione di merci nocive e Campagna permanente STOP BOTTI

 

 

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