Botti: meglio stop che bang-bum-crash

1 – appello della redazione di GreenMe.it;    2 – Vito Totire torna sul “che fare”

 

Stop ai botti per Capodanno: vogliamo una legge nazionale che li vieti ovunque #stopbotti

Ogni anno su tutto il territorio nazionale assistiamo impotenti a un bollettino di guerra causato dai botti di Capodanno.

Petardi e artifici pirotecnici di vario genere rappresentano un oggettivo pericolo, perché sono in grado di provocare danni fisici a volte permanenti sulle persone, ma anche sugli animali e sull’ambiente.

Lo scoppio di questi giochi pirotecnici provoca notevole stress su anziani, bambini, soggetti cardiopatici.

Ma anche gli animali finiscono per averne la peggio: hanno l’udito molto più sviluppato di quello umano e i forti rumori li gettano nel panico, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate. Molti uccelli, ad esempio, muoiono di crepacuore o fuggono all’impazzata per andare a finire rovinosamente contro qualche traliccio. Anche per gli animali domestici i botti possono rivelarsi fatali. Cani e gatti si divincolano, si gettano nel vuoto, fuggono in strada, mettendo a repentaglio la loro incolumità (e quella degli altri). 

Inoltre provocano un vertiginoso aumento delle polveri sottili presenti nell’aria. La quantità di veleni diffusi nell’aria dall’esplosione di fuochi è particolarmente nociva, con valori non trascurabili di potassio, stronzio, bario, magnesio, alluminio, zolfo, titanio, manganese, rame, cromo e piombo. Alcuni studi, come spiega il WWF, provano come la notte di Capodanno si registri un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore a quello dell’attività di un anno di numerosi inceneritori! Il danno è amplificato proprio dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche. Ci sono tradizioni che è giusto conservare, altre sulle quali è preferibile far cadere l’oblio.

Abbandonare l’uso di petardi e fuochi artificiali a Capodanno è necessario come grande segno di civiltà e di rispetto verso noi stessi e verso l’ambiente che ci circonda.

Perché per pochi minuti di insano divertimento dobbiamo compromettere la nostra salute e quella di tutti gli esseri viventi che ci circondano?

Esistono sicuramente delle alternative meno invasive, come fuochi artificiali composti da giochi di luci e musiche che non disturbano nessuno.

Chiediamo dunque che il Governo vari al più presto una legge nazionale che vieti in maniera definitiva l’utilizzo di botti a Capodanno.

Ciò eviterebbe problemi di competenza tra prefettura e sindaci nell’emanazione di ordinanze che spesso vengono bloccate dal ricorso al Tar e ostacolerebbe una volta per tutte gli interessi delle lobby dei pirotecnici.

Una legge nazionale è necessaria e urgente, vietare i botti è un dovere civico e un atto di responsabilità.

Questioni su cui impegnarsi

di Vito Totire

Come accennato (*) la “campagna” contro la produzione di fuochi artificiali procede senza evidente impatto ma in un contesto che va migliorando.

Va migliorando nel senso che i consumi e gli incidenti domestici paiono calare ma le stragi sempre in agguato come quella recente in Messico e quella totalmente rimossa di Modugno nel 2015.

Alcune osservazioni, onde evitare di aspettare il 2017 per fare i soliti commenti sull’impatto sanitario dei botti (numero dei feriti ecc).

  1. bisognerebbe avere dati certi sulla evoluzione dei consumi
  2. occorrerebbe aprire una discussione concreta con i sindaci, anzi con l’Anci sulla incongruenza di divieti a macchia di leopardo. Qui a Bologna cercheremo di chiarire il legame fra divieto in città e in provincia; infatti non è chiaro se e quale nesso ci sia fra l’ordinanza del sindaco bolognese e il silenzio della città metropolitana per il territorio provinciale. La questione appare importante anche perché questa estate a Bologna sono stati usati i fuochi artificiali sul lago di Suviana nonostante il divieto dell’ente parchi, tranquillamente bypassato dai sindaci.
  3. occorrerebbe oltrepassare l’approccio del divieto di consumo e superare le ambiguità relative a spazio pubblico/spazio privato;
  4. occorrerebbe evidentemente arrivare al divieto di produzione e commercializzazione senza dare credito alla divisione botti “illegali”/botti marchiati CE; pare evidente che gli “illegali” siano più a rischio ma c’è continuità materiale fra i due “comparti”
  5. occorrerebbe dialogare con gli incerti, i titubanti, stimolare sagge decisioni di rinunciare ai fuochi artificiali facendo comprendere che a certe feste o sagre, magari importanti dal punto di vista storico e antropologico, questi “botti” aggiungono solo rischio e inquinamento. Abbiamo provato questa estate ad interloquire sia con l’Istituto Ramazzini che con la curia di Bologna; risultato zero… C’è l’idea del “fuoco artificiale” inserito nel pacchetto della festa venduto tutto insieme dagli organizzatori;
  6. si è detto: contattiamo il «Centro nuovo modello di sviluppo» di Vecchiano per creare le sinergie possibili e per uscire dalla contestazione sporadica pre-feste; chiederei la disponibilità a stabilire personalmente un contatto al nostro “agente” di Pontedera perché risulta antipatico dialogare via mail su un argomento così importante;
  7. altre idee sono ben accette, direi anzi che ne abbiamo proprio bisogno.

(*) cfr qui: Morire per i “botti”

Redazione
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