Brasile: “il PL 191 è un progetto di morte”

Approvato poche settimane fa dalla Camera dei deputati, il progetto autorizza l’estrazione mineraria nei territori indigeni. Il governo Bolsonaro sarà ricordato come il maggior responsabile della distruzione dei popoli indios.

di David Lifodi

                                        Foto: Tiago Miotto/Cimi

Alcune settimane fa, nonostante la grande mobilitazione di movimenti sociali e popoli indigeni, in Brasile è stato approvato il progetto di legge 191/2020 che autorizza l’estrazione mineraria nei territori degli indios.

La Camera dei deputati ha autorizzato il progetto di legge, con 279 voti a favore e 180 contrari, di notte e all’insegna dell’estrema urgenza, per venire incontro alle richieste delle multinazionali. Il PL 191/2020 non permette solo la mineração, ma apre ulteriormente all’agronegozio e alle grandi opere che provocheranno una vera e propria devastazione ambientale nelle zone del paese dove si trovano gli indios.

Per protestare contro il progetto di legge, a Brasilia, si è tenuta una manifestazione a cui hanno partecipato popoli indigeni, organizzazioni popolari e la società civile, che, di fronte all’Esplanada dos Ministérios, hanno denunciato le menzogne del presidente Bolsonaro, il quale avrebbe giustificato l’azione della Camera dei deputati con il conflitto tra Russia e Ucraina, da cui, secondo lui, il Brasile potrebbe subire delle ripercussioni, in particolare nel campo dell’agricoltura, perché il più grande paese latinoamericano si rifornisce di fertilizzanti, in particolare, proprio dalla stessa Russia. Come è facile immaginare, gli esiti del conflitto e le sanzioni alla Russia non hanno alcun legame con la volontà della bancada ruralista, che è sempre stata quella di perseguire esclusivamente i propri interessi, utilizzando sempre le guardia armate contro i movimenti sociali e le comunità indigene.

A ricevere una delegazione di movimenti sociali sono state tre deputate del Partido Comunista di Brasil (PcdoB) che hanno garantito l’impegno del partito a favore dei popoli indigeni e contro il progetto di legge.

Esse projeto de lei é maléfico aos povos indígenas brasileiros, [causando] desde a contaminação das nossas águas, dos nossos solos, até a devastação das nossas florestas e a invasão dos territórios indígenas tradicionais, território sagrado”, hanno ribadito i popoli indigeni, sottolineando il loro diritto a vivere nelle terre demarcate dove l’estrazione mineraria non dovrebbe essere permessa. Inoltre, la mineração provocherà un sicura crescita della presenza dei garimpeiros nei territori indigeni: i cercatori illegali di oro sono, non a caso, tra i principali beneficiari di questo progetto di legge così controverso.

L’approvazione del progetto di legge rappresenta una vera e propria tragedia per gli indios: i loro diritti all’acqua, alla terra, alla tutela della biodiversità nei loro territori rappresentano delle battaglie storiche per la sinistra sociale brasiliana, hanno evidenziato deputati e senatori del Frente Parlamentar em Defesa dos Povos Indígenas, che hanno sottolineato come il governo Bolsonaro sarà ricordato come il maggior responsabile della distruzione dei popoli e delle terre indigene.

Inoltre, il Frente Parlamentar em Defesa dos Povos Indígenas ha ricordato che solo una quantità minima di potassio si trova nei territori indigeni e, proprio per questo motivo, il progetto di legge 191/2020 sembra essere stato approvato esclusivamente per permettere alle multinazionali e all’agrobusiness di penetrare ulteriormente nei territori abitati dalle comunità indios. E ancora, uno studio dell’Universidade Federal de Minas Gerais ha evidenziato che due terzi delle riserve nazionali di potassio per la produzione di fertilizzanti si trovano fuori della cosiddetta Amazzonia legale, dove sono il 98% delle terre indigene omologate nel paese.

Ad appoggiare la protesta delle comunità indigene anche il Partido dos Trabalhadores e il Conselho indigenista Missionário (Cimi), il cui segretario ha ricordato gli attacchi del governo Bolsonaro contro I diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione federale del 1988 e contestato l’attuale direzione della Fundação Nacional do Índio (Funai), la cui attitudine sembra sempre più essere quella di condurre una politica apertamente anti-indigena. Sono pesanti anche le accuse contro il governo Bolsonaro del Movimento Unido dos Povos e Organização Indígenas da Bahia (Mupoiba), che ha definito l’attuale esecutivo come responsabile di aver perseguito il genocidio dei popoli indigeni: “il progetto di legge 191/2020 è un progetto di morte”.

Quanto al Ministério da Justiça e al Ministério do Meio Ambiente (MMA), hanno rifiutato di ricevere una delegazione di popoli indigeni che contestavano l’approvazione del progetto, ad ulteriore testimonianza dell’attacco di Bolsonaro ai progetti di sostenibilità ambientale nei territori indigeni e, più in generale, contro tutte le politiche pubbliche.

Tra le coloro che hanno accolto con soddisfazione l’approvazione del decreto vi è sicuramente la banca canadese Forbes & Manhattan, da anni impegnata a sostenere le imprese minerarie, in particolare Belo Sun Potássio do Brasil, interessata a costruire la miniera d’oro a cielo aperto più grande del mondo, nella zona di Volta Grande do Xingu.

Attraverso la politica denominata Pro-Strategic Minerals, promulgata nel marzo 2021, Bolsonaro vuol fare in modo che enti come il Funai concedano con sempre maggiore facilità le concessioni ambientali: un nuovo segnale di ostilità dell’attuale governo brasiliano nei confronti dei popoli indigeni.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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