Brasile: la rivoluzione di Cabanagem

Il 6 gennaio 1835 la rivoluzione sociale amazzonica conquistò Belém grazie alla rivolta degli afroindigeni e, ancora oggi, è considerata come la maggior insurrezione popolare brasiliana.

di David Lifodi

Il 6 gennaio 1835 la conquista di Belém, attualmente capitale dello stato del Pará, rappresentò il momento più alto di quella rivoluzione sociale amazzonica denominata Cabanagem che si protrasse fino al 1840 e, ancora oggi, è considerata come la maggior insurrezione popolare brasiliana.

Partita da quella che, all’epoca, era la Província do Grão-Pará, corrispondente agli odierni stati del Pará, Amazonas, Amapá, Roraima e Rondônia, la rivolta ebbe come principali protagonisti gli afroindigeni armati che occuparono le città allo scopo di cacciare i latifondisti e tutti quei proprietari terrieri con schiavi al loro servizio.

La Revolução da Cabanagem, che prende il nome dal nome degli alloggi (cabanas, “capanne”) dove risiedeva la popolazione di meticci, schiavi e indigeni che parteciparono all’insurrezione, terminò con circa 40.000 morti a seguito di una violenta repressione. Gran parte dei protagonisti della rivolta furono uccisi principalmente nelle cabanas, costruite perlopiù sulle rive dei fiumi amazzonici.

La rivolta avvenne nel contesto dei moti seguiti all’indipendenza del Brasile del 1822, quando le elites locali iniziarono ad organizzarsi allo scopo di cacciare i portoghesi che ancora mantenevano il potere sulla Provincia del Grão-Pará, a sua volta segnata da una profonda povertà e dall’isolamento. A questo proposito, precisa Jaime Cuellar Velarde, storico specializzato nella storia orale, la rivoluzione di Cabanagem non emerse solo come istanza popolare, ma coinvolse diversi attori sociali, tra cui quelle stesse elites locali e quei fazendeiros contro i quali si erano scagliati i rivoltosi e che avevano interesse nel partecipare alla mobilitazione per tutelare i loro interessi.

Nonostante tutto la rivoluzione di Cabanagem richiama l’idea di un popolo con un’identità indigena e contadina ben definita dove indios, neri e caboclos (i meticci che si dedicavano alla coltivazione delle sponde dei fiumi, ma anche manodopera nell’industria estrattiva) avevano dato l’esempio affinché le masse impoverite potessero riscattare la propria dignità e diritti, non a caso il movimento cabano riuscì a portare al potere quelle classi popolari storicamente escluse e umiliate.

José Alves, docente all’Universidade Federal do Pará, ha evidenziato tre aspetti significativi di quella rivolta sociale: coinvolgimento popolare, violenza politica e nuovo progetto politico. La cosiddetta identità cabana rivive, ancora oggi, nel Memorial da Cabanagem, realizzato a Belém da Oscar Niemeyer e nella denominazione di alcune vie della città, intitolate ai leader del movimento.

Tra i leader della protesta vi furono lo schiavo Joaquim Antônio e il nero Manuel Barbeiro. Oggi il sogno cabano resta comunque vivo come esempio di lotta per una società all’insegna dell’uguaglianza e della giustizia sociale.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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