Cagliari e Milano in piazza per Betty Lachgar
10 DICEMBRE 2025: IN PIAZZA CONTRO LA CENSURA RELIGIOSA LIBERTÀ E CURE PER BETTY LACHGAR
Alle 18:30, mobilitazione in coordinamento con la Free Betty Coalition, unisciti al presidio:
#MILANO Angolo Via A. Martignoni / Via G. Keplero (nei pressi del Consolato del Marocco)
#CAGLIARI Piazza Yenne
Betty è stata incarcerata dopo aver ricevuto minacce per aver condiviso sui social una foto di se stessa che la ritrae mentre indossa una maglietta che riportava la scritta “Allah è lesbica”. È stata condannata a 30 mesi di carcere in Marocco ai sensi dell’articolo 267-5 per “offesa all’Islam”.
Betty è reclusa da oltre 120 giorni.
Dorme sul cemento, senza materasso né cuscino.
Vive in una cella gelida, con la finestra rotta.
È tenuta in isolamenta prolungato.
Le viene negata l’assistenza medica urgente.
TALI CONDIZIONI COSTITUISCONO UNA GRAVE VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE DA PARTE DEL MAROCCO.
Sopravvissuta a un tumore osseo, Betty ora porta una protesi al braccio sinistro. Ha urgentemente bisogno di un intervento chirurgico specialistico. Le sue condizioni si sono aggravate al punto da causare il distacco completo dell’omero, mettendo il braccio a forte rischio di amputazione.
Al presidio porta con te coperte e cuscini per sottolineare la condizioni disumane della sua detenzione.
da qui X EuropaRadicale
Appello da Cagliari
L’Associazione Radicale Certi Diritti e l’Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale convocano per mercoledì 10 dicembre, alle ore 18:30 in Piazza Yenne, a Cagliari, un flash mob urgente per chiedere la liberazione immediata di Ibtissame “Betty” Lachgar.
Ibtissame Lachgar, psicologa clinica, psicoterapeuta specializzata in criminologia e storica attivista per i diritti umani in Marocco, detenuta per aver indossato una maglietta con la scritta femminista “Allah è lesbica” e per aver denunciato l’oppressione esercitata in nome della religione.
Betty è accusata ai sensi dell’articolo 267.5 del codice penale marocchino, che punisce la “blasfemia”, e rischia fino a cinque anni di carcere per un semplice post. La frase sulla maglietta è un gioco di parole noto negli ambienti femministi internazionali, usato per smascherare il controllo patriarcale sulle identità e sui corpi.
Betty è vittima della legge sulla blasfemia, vittima dell’odio organizzato, vittima della scelta politica dello Stato di arrestare chi parla e proteggere chi minaccia. Dopo aver pubblicato la foto, Betty ha ricevuto migliaia di minacce di stupro, di morte, di linciaggio e lapidazione. E invece di proteggerla, lo Stato marocchino ha deciso di imprigionarla.
Oggi è detenuta in condizioni disumane: dorme per terra, non ha un materasso, non ha un cuscino, non ha una coperta e le viene negata qualsiasi dignità minima. Per questo il flash mob includerà un gesto simbolico: le realtà promotrici invitano tutte e tutti a portare un cuscino o una coperta, per mostrare pubblicamente ciò che a Betty viene negato e per denunciare che nessuna persona – colpevole o innocente – può essere trattata così, tanto meno una donna perseguitata per le proprie idee.
Questo arresto viola gli obblighi internazionali del Marocco, a partire dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, che garantisce il diritto alla libertà di espressione e vieta la discriminazione.
Le leggi sulla blasfemia, invece di proteggere la religione, trasformano la fede in un’arma politica per reprimere dissenso, identità e minoranze. E colpiscono soprattutto donne e persone LGBT+, che in Marocco subiscono già violenza e stigmatizzazione.
Il flash mob di Cagliari si unisce alle mobilitazioni in Italia e in Europa, sarà in concomitanza con Milano, dove si svolgerà alla stessa ora. Si chiede il rilascio immediato e incondizionato di Betty Lachgar; il miglioramento immediato delle condizioni di detenzione; la protezione da minacce, molestie e violenze e l’abolizione delle leggi sulla blasfemia.
Le realtà promotrici chiedono che il Comune di Cagliari esprima una posizione ufficiale e si unisca alla richiesta internazionale per la liberazione di Betty; che il Consiglio regionale della Sardegna faccia lo stesso, assumendo una postura netta a difesa dei diritti umani e contro l’uso politico delle leggi sulla blasfemia; che tutti i Comuni della Sardegna, nessuno escluso, lancino un segnale pubblico, una presa di posizione chiara, un ordine del giorno o una dichiarazione istituzionale che contribuisca ad alzare la pressione internazionale.
In un momento in cui una donna viene imprigionata per una maglietta, il silenzio delle istituzioni democratiche non è un’opzione.
da qui manifestosardo.org
Link
In Bottega marocco-30-mesi-di-carcere-per-ibtissame-betty-lachgar
appello per il flash mob di Milano
https://youtu.be/AAKQ64U-zjw?si=mG1lTy1iai5bFZpZ
https://www.illuminismotrepuntozero urgente-presidio-di-uaar-milano
https://www.africarivista.it/confermato-il-carcere-per-lattivista-marocchina




