Camarrone, (due) Machiavelli, Malvaldi, Mankell e Xialong

recensioni giallo-noir di Vittorio Calzolaio (*)  

Dal 9 ottobre trovate in libreria due nuovi gialli del 65enne Mankelle del 60enne Xiaolong, autori amatissimi anche in Italia, entrambi editi da Marsilio, con trama e accadimenti molto curiosi e significativi per i poliziotti protagonisti, Kurt Wallander e Chen Cao. Henning Mankell risulta lo svedese più tradotto nel mondo; ha venduto oltre 40 milioni di copie in 40 lingue, in Italia più di un milione; la serie di Wallander (dal 1991) ha avuto diversi notevoli adattamenti, fra cui uno recente per la Bbc con Kenneth Branagh. Qiu Xiaolong è un cinese studioso di Eliot forzato a rimanere nell’università americana dopo Tienanmen (1979); scrive in americano, dal 2000 la serie di Chen, due milioni di copie nel mondo, 200.000 da noi; non è ben tradotto in patria (ci sono numerose differenze, a cominciare da Shangai che diventa la città di X); l’adattamento è ovviamente complicato dall’ambientazione in Cina.

Le due novità incuriosiscono, soprattutto perché Kurt non ha ancora l’Alzheimer e Chen finalmente fa sesso. Non è obbligatorio conoscere tutte le storie precedenti per apprezzare i due romanzi, tuttavia può essere utile una premessa a chi non ne sa niente. Mankell aveva già raccontato undici belle avventure e il lungo percorso del suo diabetico misantropo coetaneo; nell’ultima (del 2009) accade una cosa che rende impossibile continuare a farlo vivere in altri successivi romanzi, non è morto ma si perde! In questo (politicamente cupo) autunno 2013 esce contemporaneamente in 12 paesi una storia scritta diversi anni fa e pubblicata solo in Olanda, un romanzo più breve degli altri ma altrettanto avvincente («La mano»: pagg. 140 euro 9; traduzione di Laura Cangemi). Nelle sue sei precedenti storie (ora negli Usa è uscita anche l’ottava) Xiaolong aveva sempre raccontato amori e innamoramenti del suo alto carino 40enne, che incontrava spesso amabili donne, con cui flirtava senza sesso (né platonico, né consumato). Ora lo troviamo durante una settimana di teorica vacanza, conquistato dalla giovane ecologista (scientifica) Shanshan («Le lacrime del lago Tai», pagg. 336 euro 18; traduzione di Fabio Zucchella).

In breve le trame: a Ystad siamo nell’ottobre 2002, è da trent’anni che Kurt fa il poliziotto, vive con la figlia (collega) Linda, la pensione è prossima, cerca una casa in campagna e gliene suggeriscono una dove trova scheletri, prima di una mano poi di due persone sepolte da oltre 50 anni. Chen (l’età è la stessa ma non siamo più all’inizio dei Novanta) si vede regalare il soggiorno in un centro termale con grandi privilegi per quelli del partito, il lago (vicino Shanghai) è molto inquinato e viene ucciso un potente imprenditore chimico: dovere e amore lo costringono a risolvere il caso. Storia e biologia sono documentate!

Loriano e Sabina Macchiavelli

«E a chi resta, arrivederci»

Einaudi

302 pagine per 15,50 euro

 

Loriano è del 1934, Sabina del 1964, Macchiavelli padre e figlia il prossimo anno compiranno 80 e 50 anni. Ci consegnano ora insieme «E a chi resta, arrivederci», 22 “monologhi per Leucò” non firmati in corsivo, intervallati da 11 racconti o memorie o frammenti autobiografici, alternativamente dell’uno e dell’altra. In alcuni agisce o aleggia il mitico Sarti Antonio, sergente, attraverso il solito io narrante che vuole uscirne. Tuttavia si tratta di un esperimento affettivo, un inedito dialogo a monologo, un percorso comune di scrittura creativa sui crimini e sugli inferni, sugli specchi e sulle sofferenze, sulle loro domande sospese. Inaspettato e originale.

 

Palermo. Maggio 2011. Il cavalier Eugenio Garbo commissario di PS del Regno d’Italia (ha assegnati 22 uomini), capelli radi e tirati ancora abbastanza neri, naso carnoso e labbra rosa, vive in una soffitta da scapolo a Palazzo Macaluso. Ha lasciato alle spalle Lucia, i due figli, la casa, la rispettabilità, non il vino. Vicino alla pensione, da mesi si sta occupando di piccoli reati senza importanza, finché riceve l’incarico di indagare sulla scomparsa di un agente scelto e di sua moglie incinta. Vi collega il caso di un altro agente ucciso, capisce perché avevano attentato e allontanato l’ex procuratore Diotallevi, scopre che indagavano insieme un aggrovigliato intrico di interessi mafiosi, politici, economici (società anonime di mutuo soccorso), furbamente ci mette una pezza, anche se la Giustizia è contrattazione (non sanzione). Garbato interessante nuovo romanzo del giornalista 47enne Davide Camarrone («L’ultima indagine del Commissario», Sellerio 2013, pagg. 146 euro 12), in terza fissa al passato, schema ispirato al fallito attentato dell’Addaura contro Falcone del 1989. Segnalo Wagner e hashish a Palermo, pag. 99 e 104. Leccornie.

 

Provincia di Pisa. Giugno 2013. Lo scrittore golfista Giacomo Mancini va in una beauty farm con la moglie architetto Paola. Angelica, l’editor, lo stressa. Deve (contrattualmente) consegnare il nuovo romanzo. Sulla scena da oltre 30 anni, è da un po’ che piace meno e ha calante successo. Lascia il testo a casa, ma subisce un furto da due malfattori e da un giovane tecnico, che rubano e utilizzano l’auto del trentenne biondo programmatore recensore Leonardo sulla via di essere licenziato (anche per altro), mentre la sua dolce Letizia legge solo gialli. E’ un gioco di coppie assortite, come nel caso dell’altissima carina agente Ana Corinna Stalea (con gli occhi verdi) e del basso pelato opportunista questore Alfredo Maria Corradini. Casi ed errori, intrecci e scambi, quiproquo e qua complicano la vita a tutti. E’ una garanzia il 39enne chimico Marco Malvaldi («Argento vivo», Sellerio 2013, pag. 276 euro 14), in terza varia: diverte sempre, evasione garantita! Qui poi c’è l’altro testo matematico massone del romanzo atteso, l’ironia autobiografica su scrittori (pag. 157) lettori (197) ed editori (238). Il titolo è il mercurio, tra Plinio e Bach.

(*) Le recensioni diVittorio Calzolaio escono in prima battuta sul settimanale «Il salvagente». (db)

 

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